Una nuova edizione del romanzo da cui Alfred Hitchcock trasse l'omonimo film. Una drammatica storia di ossessione e amore folle
Il romanzo La donna che visse due volte (Adelphi) degli scrittori Boileau-Narcejac inizia in una Francia alla vigilia della seconda guerra mondiale in cui le avvisaglie della guerra sono presenti ovunque. Roger Flavières ex poliziotto, ora avvocato, verrà chiamato da Paul Gévigne, un vecchio amico dell'università. Gévigne è un industriale sempre impegnato, ed è preoccupato per lo strano comportamento della moglie Madeleine. Vuole incaricare Flavières di seguirla e verificare cosa non va in lei. Lei ha degli attacchi particolari che la lasciano assente, come se fosse improvvisamente persa in un sogno o sonnambulismo, vagando per le strade di Parigi, e Gévigne crede che Flavières sia la persona giusta in grado di arrivare alla soluzione di questo.
Il romanzo La donna che visse due volte (Adelphi) degli scrittori Boileau-Narcejac inizia in una Francia alla vigilia della seconda guerra mondiale in cui le avvisaglie della guerra sono presenti ovunque. Roger Flavières ex poliziotto, ora avvocato, verrà chiamato da Paul Gévigne, un vecchio amico dell'università. Gévigne è un industriale sempre impegnato, ed è preoccupato per lo strano comportamento della moglie Madeleine. Vuole incaricare Flavières di seguirla e verificare cosa non va in lei. Lei ha degli attacchi particolari che la lasciano assente, come se fosse improvvisamente persa in un sogno o sonnambulismo, vagando per le strade di Parigi, e Gévigne crede che Flavières sia la persona giusta in grado di arrivare alla soluzione di questo.
E' difficile leggere questo romanzo senza immaginare i personaggi come li ha messi in scena Alfred Hitchcock nel suo film omonimo del 1958. La trama, apparentemente simile, varia nell'ambientazione fra Parigi e Marsiglia prima e dopo la seconda guerra mondiale, e nel tragico finale.
Gli scrittori francesi Pierre Boileu e Thomas Narcejac, abili nel giallo psicologico, all'inizio ci fanno credere che ci sia un legame paranormale nella storia della sventurata Madeleine (e forse al lettore piace pensarlo) alimentando questo alone di mistero del suo passato, raccontando la vicenda della bisnonna Pauline Lagerlac che pare abbia sofferto dello stesso male di Madeleine, suicidandosi a 25 anni.
Flavières ancora scapolo, non ha mai trovato il grande amore della sua vita, quindi verrà affascinato da questa strana donna elegante che pare il soggetto di un ritratto, con i fulvi capelli raccolti dietro la nuca.
L'uomo vive nel trauma del suo passato, sentendosi responsabile della morte di un collega volato da un tetto durante un inseguimento quando era poliziotto. Egli soffre di vertigini e questo particolare sarà rilevante ai fini della storia, e non disdegna qualche bicchiere di alcolici mentre segue la donna che vaga apparentemente senza meta nel cimitero di Passy lasciando una scia di profumo come di terra e fiori appassiti, soffermandosi davanti alla tomba della sua antenata.
Poi, inaspettatamente, Madeleine cercherà di suicidarsi gettandosi sulla Senna ma il prode Flavières la salverà in tempo.
L'uomo vive nel trauma del suo passato, sentendosi responsabile della morte di un collega volato da un tetto durante un inseguimento quando era poliziotto. Egli soffre di vertigini e questo particolare sarà rilevante ai fini della storia, e non disdegna qualche bicchiere di alcolici mentre segue la donna che vaga apparentemente senza meta nel cimitero di Passy lasciando una scia di profumo come di terra e fiori appassiti, soffermandosi davanti alla tomba della sua antenata.
Poi, inaspettatamente, Madeleine cercherà di suicidarsi gettandosi sulla Senna ma il prode Flavières la salverà in tempo.
« Pensa che si possa morire e poi...rinascere nel corpo di un altra persona ?... Lo vede?... Non ha il coraggio di rispondermi... Pensa che io sia pazza ».
Da quel momento diverranno come una sorta di coppia di amici, ma rispettosi, anche se dentro Flavières coverà la fiamma dell'amore, e poi c'e sempre l'amico Gévigne che vuole sapere come va, ogni sera l'ex detective gli fa un rapporto scrupoloso di tutti gli avvenimenti, anche se talvolta omette qualcosa.
Un giorno Madeleine durante un escursione in macchina porterà Flavières davanti a una chiesa con un alto campanile. La chiesa appare deserta. Su un cartello vedono scritto che il curato è impegnato in varie parrocchie e la messa viene celebrata solo la domenica mattina. Dentro, la donna si inginocchia e si fa il segno della croce, l'uomo gli chiede se è credente e lei risponde di si, che in un certo modo è obbligata a credere che nulla finisce.
«Saintes...è vicino a Royan». «Probabilmente ci ho vissuto...tanto tempo fa». «Tanto tempo fa ?...Vuol dire da bambina ?». «Ma no!» rispose lei in tono pacato. «Intendevo nella mia vita precedente».
Prima di uscire notano un scala a chiocciola e la donna si precipita sopra salendo velocemente. Flavières è abbastanza riluttante e lentamente la seguirà ammonendola di non correre. Ma l'uomo non si sente bene, viene assalito dalla sua fobia, cerca di non guardare in basso, quando infine si troverà davanti a una porta chiusa con Madeleine dall'altra parte. Poi un grido, e vedrà un ombra cadere davanti alla finestra con un tonfo sordo. Disperato si trascinerà per i gradini scendendo. Vedrà la donna giacere sotto un mucchio di vestiti scuri, una pozza di sangue e dalla borsetta aperta un accendino d'oro scintillante. Prenderà l'accendino come una sorta di ricordo.
Flavières sconvolto, osservando il cadavere, gli pare di avere un deja vu, ripensando al suo collega caduto come lei a faccia in giù. Preso dalla disperazione fuggirà: aveva incontrato Madeleine in un cimitero e l'abbandonava vicino un cimitero. Questa è un azione che sarà rilevante alla fine del romanzo per comprendere la storia, poiché l'uomo non racconterà mai l'accaduto al marito che verrà sospettato di omicidio.
Nella seconda parte del romanzo sono passati ormai quattro anni. La guerra è finita. Per tutto questo tempo il nostro protagonista è stato a Dakar, e il ricordo di Madeleine pare dimenticato, anche se la sua salute è peggiorata. Qui il tono del romanzo si tinge di giallo e il tarlo della tragica vicenda lo tormenterà ancora una volta investigando e scoprendo che Gévigne è morto da tempo, e la tomba di Madeleine è stata distrutta dai bombardamenti.
Ma un giorno al cinema in un cinegiornale vedrà un volto familiare: una giovane donna appare tra la folla durante la visita di De Gaulle a Marsiglia, sembra lei, ma non può essere. Pareva diversa, ma c'era una verosimiglianza, inoltre era a braccetto con un uomo ben vestito.
Tormentato se andare a Marsiglia di persona, dentro di lui la curiosità si farà strada e continuando a indagare scoprirà infine la verità.
Tormentato se andare a Marsiglia di persona, dentro di lui la curiosità si farà strada e continuando a indagare scoprirà infine la verità.
Chiunque abbia visto il film di Hitchcock sa già cosa sta per accadere nel libro. Egli era stato abbastanza fedele alla storia originale, spostando però la storia a San Francisco e i momenti chiave nella chiesa di San Juan Bautista in California.
Ciò che il regista non ha potuto o voluto cogliere è stata l'esperienza diretta dentro la testa di Flavières narrata abilmente dagli scrittori: una volta tormentato morbosamente da Madeleine, diventa chiaro che nessuno appare innocente in questo libro.
Il senso di colpa svolge un ruolo forte nella psiche del personaggio, ma è più evidente l'angoscia interiore di Flavières, profondamente ossessionato sullo scoprire chi sia realmente la donna.
Quando incontrerà il doppelgänger di Madeleine, il sosia, è raccapricciante il modo in cui cerca di ricreare il suo amore perduto, con i vestiti, l'acconciatura e il profumo che sa di "terra d'autunno, di fiori morenti", ormai fuori produzione.
Ciò che il regista non ha potuto o voluto cogliere è stata l'esperienza diretta dentro la testa di Flavières narrata abilmente dagli scrittori: una volta tormentato morbosamente da Madeleine, diventa chiaro che nessuno appare innocente in questo libro.
Il senso di colpa svolge un ruolo forte nella psiche del personaggio, ma è più evidente l'angoscia interiore di Flavières, profondamente ossessionato sullo scoprire chi sia realmente la donna.
Quando incontrerà il doppelgänger di Madeleine, il sosia, è raccapricciante il modo in cui cerca di ricreare il suo amore perduto, con i vestiti, l'acconciatura e il profumo che sa di "terra d'autunno, di fiori morenti", ormai fuori produzione.
Gli scrittori costruiscono un finale intelligente, forse con troppa enfasi, ma La donna che visse due volte è un thriller elegante che oscilla fra ossessione e debolezza, ritraendo un umanità negativa, abilmente narrata, impostata sullo sfondo della guerra e della sua bruttezza, e quando finalmente arriva la spiegazione questa è scioccante e ingegnosa.
La donna che visse due volte/Vertigo, sequenza titoli iniziali
LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE
196 pagine
Adelphi 2016
La donna che visse due volte/Vertigo, sequenza titoli iniziali
Originariamente pubblicato in Francia nel 1954 come D'entre les morts uscì in lingua inglese due anni dopo. Si dice che Hitchcock avesse tentato di acquistare i diritti del precedente romanzo degli scrittori I diabolici (poi film nel 1955), ma non riuscì, e il film venne girato da Henri-Georges Clouzot.
Secondo Truffaunt, in un intervista al regista inglese, afferma che gli autori scrissero La donna che visse due volte ( Vertigo ) apposta per lui, anche se nessuno ha mai confermato.
Dan Auiler, che dedicò un libro sulla genesi del film Vertigo: The Making of a Hitchcock dice che la Paramount commissionò una sinossi del romanzo prima della traduzione in inglese acquistandone poi i diritti nel 1955.
Secondo Truffaunt, in un intervista al regista inglese, afferma che gli autori scrissero La donna che visse due volte ( Vertigo ) apposta per lui, anche se nessuno ha mai confermato.
Dan Auiler, che dedicò un libro sulla genesi del film Vertigo: The Making of a Hitchcock dice che la Paramount commissionò una sinossi del romanzo prima della traduzione in inglese acquistandone poi i diritti nel 1955.
Uscito nel maggio 1958 ebbe un accoglienza tiepida rispetto agli altri film del regista. Ma successivamente venne rivalutato. Nel 1989, Vertigo venne riconosciuto come un film "culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo" da parte della Biblioteca del Congresso degli USA.
La scheda bibliografica nel sito Archivi di Uruk
La scheda bibliografica nel sito Archivi di Uruk
- Il libro consigliato
LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE
196 pagine
Adelphi 2016
2 commenti :
I due ragazzi terribili del mystery francese sono gli unici a poter concepire una storia del genere, sono contento che la Adelphi stia recuperando la loro opera ;-)
Scrittori interessanti ora rivalutati in una veste grafica elegante. :)
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