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Avete mai provato quella sensazione di disagio che ti prende quando sai che qualcosa non va? Ecco, "La Porta" di Georges Simenon (Adelphi) è esattamente questo: un romanzo che ti fa sentire come se stessi camminando su un filo teso, sapendo che da un momento all'altro tutto può precipitare.
Bernard Foy non è il protagonista che ti aspetti. È un uomo segnato dalla guerra, che ha perso entrambe le mani a causa di una mina e ora vive con delle protesi meccaniche.
Sposato da vent'anni con Nelly, una donna affascinante di 38 anni, trascorre le giornate in casa aspettando il suo ritorno dal lavoro. Fino a qui, niente di particolare, se non fosse per Pierre Mazeron, detto Mapi.
Pierre è un fumettista paralizzato alle gambe che vive nel loro stesso palazzo. Nelly, per gentilezza, gli consegna i disegni al giornale dove lavora. Visite brevi, innocue. O almeno così sembra. Perché Bernard, dalla sua finestra, inizia a ossessionarsi per quella porta dal pomello di maiolica dell'appartamento di sotto.
Simenon ha il dono di creare tensione dal nulla. Non ci sono inseguimenti o sparatorie, eppure ti ritrovi a trattenere il fiato. La paranoia di Bernard si insinua nelle tue vene pagina dopo pagina, fino a farti dubitare anche tu di quello che sta succedendo realmente.
Bernard non è un eroe né un cattivo: è semplicemente un uomo fragile che cerca di sopravvivere alla sua condizione. La sua gelosia non nasce dal nulla, ma da una profonda insicurezza alimentata dalla disabilità. Nelly non è né santa né demone, ma una donna che cerca di tenere in piedi un matrimonio difficile.
Le descrizioni di Simenon sono un altro punto di forza. Rue de Turenne, i negozi di quartiere, il caldo di luglio, la festa della Repubblica: tutto contribuisce a creare un'atmosfera claustrofobica che amplifica la tensione narrativa.
Quello che mi ha colpito di più
La cosa che più mi ha impressionato è come Simenon riesca a farti provare empatia per Bernard, nonostante i suoi comportamenti diventino sempre più ossessivi. Non è facile creare un personaggio così complesso senza cadere nel pietismo o nella demonizzazione.
Il ritmo è perfetto: momenti di apparente serenità si alternano a picchi di tensione, creando quel famoso effetto "montagne russe" che tiene incollato il lettore.
Qualche piccolo limite
Se devo trovare un difetto, direi che a volte l'atmosfera opprimente rischia di diventare un po' pesante. Non è un libro che leggi per rilassarti, ecco. Inoltre, essendo un romanzo del 1962, alcuni aspetti potrebbero sembrare datati ai lettori più giovani.
Il finale: preparatevi all'imprevedibile
Senza spoiler, posso solo dire che Simenon ti porta dove meno te lo aspetti. Quel finale "improvvisamente tragico" di cui parla il documento non è un'esagerazione. Preparatevi a rimanere a bocca aperta.
Verdetto finale
"La Porta" edito da Adelphi è un piccolo capolavoro di tensione psicologica. In sole 142 pagine, Simenon costruisce un dramma umano che ti resta addosso per giorni. Non è un libro facile, ma è sicuramente un libro che vale la pena leggere.
Se amate i thriller psicologici, se vi piacciono i personaggi complessi e se non temete le storie che vi mettono a disagio nel modo giusto, questo romanzo fa per voi.
Perfetto per: chi ama Simenon, gli appassionati di thriller psicologici, chi cerca letture brevi ma intense
Da evitare se: cercate storie leggere o happy ending garantiti
La porta (Adelphi) è un romanzo inedito in Italia di Georges Simenon pubblicato in Francia nel 1962. Si può dire che sia una tragica storia di ossessione e gelosia.
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Titolo: LA PORTA
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Anno: 2024
Pagine: 142
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