Nella Svezia degli anni Sessanta, un gruppo di anziani che "hanno fatto la loro parte" e che vivono in un villaggio praticamente isolato nella folta foresta, scoprono che il loro presente non è quello che avevano immaginato. Lo vivranno però con serenità, conservando abbastanza umorismo e con un cartello con scritto "RUDERI" che porterà loro una nuova vitalità.
In un idilliaco villaggio situato nel cuore della foresta svedese, presso una radura ancora conosciuta come Bråten, restano solo il calzolaio settantaduenne Emil Nathanael Gustafsson, la sorella Elna e due vecchi contadini Öman ed Eriksson. Ora questi anziani sono in pensione e cercano di trascorrere la loro vita mentre il progresso ha avuto la sua parte e tutti gli altri hanno lasciato il luogo.
Rimangono solo quei vecchi che vivono alla giornata e non sanno molto bene cosa possono rappresentare a parte le vestigia per il mondo in divenire.
All'inizio del romanzo il calzolaio Gustafsson, attraverso un sentiero che porta all'incrocio con la strada provinciale, si reca alla sua cassetta postale. A causa del nuovo cambio della circolazione stradale che passerà dalla sinistra alla destra in Svezia, dovrà cambiare la posizione della cassetta.
Dato il luogo isolato potrebbe essere complicato, e a chi passa questo manufatto artigianale potrebbe sembrare un 'arnia per le api, oppure una casetta per gli uccelli, fra l'altro gli è stata aggiunta anche una tettoia di lamiera e si trova al riparo di un grande abete.
L'uomo che "ha fatto ormai la sua parte nella vita", appunta sconsolato un cartello con scritto che "Non si accettano più lavori", nel giro di settanta chilometri non ci sono altri calzolai, ma oggi quasi nessuno ha più bisogno di calzolai.
Questo però non vuol dire che Bråten sia fuori dal mondo: c'è il telefono, la televisione, la radio, il frigorifero e perfino la lavatrice come simboli del progresso, il tutto arrivato negli ultimi dieci anni.
Gli manca l'automobile, ma i furgoni della carne e del pesce, oltre che della birra, arrivano fino a quassù periodicamente.
In genere tra queste stradine sterrate che si inoltrano nella foresta, abitano uomini e donne che "hanno fatto la loro parte", non solo per la loro l’età, ma anche perché a questi piccoli coltivatori non è rimasto più niente da fare.
Queste persone hanno visto la regione crescere, svilupparsi, spopolarsi e morire. Manca anche la voglia di andarsene. Ma tengono duro, almeno fino a quando qualcuno non li trascinerà a forza in un ricovero.
Tutto però nasce da una conversazione di Gustafsson con la sorella Elna che a un certo punto sbotta: « Rimarremo qui come ruderi del passato» l’anziano calzolaio ci avrebbe ripensato più avanti tornando alla cassetta delle lettere e scrivendo scherzosamente su un cartello "RUDERI".
Da questo affronto a se stesso, questa farsa si tradurrà in alcuni eventi che assumeranno la forma di decine di turisti attratti dalla curiosa insegna.
- Perché poi volevano vedere le vecchie fondamenta della casa di Yngve ?
- Lo sa il cielo - gridò il calzolaio.
- Sono in vacanza. Credono si tratti di un rudere - gridò ancora - La gente è interessata ai ruderi del passato. A tutto ciò che è vecchio. Ma abbastanza vecchio. Noi non siamo abbastanza vecchi -
-Per che cosa ?- chiese Elna
-Per essere interessanti - gridò il calzolaio.
Questo vecchio mondo sull'orlo dell'oblio, gioca un ultimo scherzo malizioso ai moderni villeggianti cittadini che arrivano in cerca di autenticità e "vera vita" lontano dai centri urbani. Tentano cosi di vendere pezzotti (tappeti tradizionali), barattoli di vermi, e altri manufatti del posto, oltre che farsi dare qualche soldo per il parcheggio.
I resti di un'antica capanna divengono poi, sotto l'immaginazione di Gustafsson, la tomba del lontano guerriero Yngve Frej… Yngve Frej era un soldato morto all'inizio del secolo. Della sua casetta rimane solo un tumulo di pietra.
Gustafsson inizia così a mostrarlo come un antico monumento ai turisti che arrivano. Sarà un commovente confronto tra le persone della nuova era e le persone anziane messe nell'angolo dello spopolamento.
Si susseguiranno gli incontri con i "forestieri", che porteranno la loro parte di incomprensioni e dialoghi gustosi, a volte comici, a volte malinconici.
In poche parole, per qualche tempo, la vita a Bråten continuerà a fiorire.
Fuori dalle strade segnalate, fuori dal vecchio lago, le vecchie pietre e le vecchie anime avranno il loro fascino e la loro libertà.
Nelle figure dei quattro personaggi principali e nel loro improvviso confrontarsi con i "forestieri" c’è tutta la storia di un mondo com’era e com’è, nonché di come potrebbe diventare.
Lo scrittore segna la nostalgia dei valori che si stavano perdendo, come l’attaccamento alla terra, la condivisione, la capacità di accettare lo scorrere del tempo, e quindi di agire sempre senza un piano prestabilito.
Lo spazio che li circondava imponeva loro una vita dura, ma da essa riuscivano a trarne una certa libertà. Gradualmente fuori dal mondo, questi quattro vecchi riescono tuttavia ancora oggi a investirlo fino in fondo, a rallentarlo e a prenderlo in giro loro malgrado.
«È strano pensare che non ci sarà nessuno dopo di noi, qui a Braten. Siamo stati estirpati. Ma non dovete credere che io non capisca che deve essere così. I piccoli coltivatori e i piccoli artigiani non possono più sussistere ormai. Sono i tempi che sono cambiati. E i tempi devono cambiare. Noi semplicemente non l'abbiamo capito».
Dal libro, uscito nel 1967 in Svezia, nel 1973 è stato tratto un film tv inedito in Italia "Vem älskar Yngve Frej", da cui è tratta l'immagine sopra.
L'autore
Stig Claesson (Stoccolma 1928-2008) dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti, ha iniziato la sua carriera artistica come disegnatore, come rivela la particolare qualità visiva della sua scrittura, e quella letteraria con resoconti dei suoi numerosi viaggi. È uno degli scrittori più amati dagli svedesi, che lo chiamano familiarmente “Slas”, proprio perché ne sa interpretare l’indole più intima. È alla Svezia, infatti, che ha dedicato la maggior parte della trentina di romanzi, racconti e saggi pubblicati, quella Svezia che meglio conosce e a cui è atavicamente legato, il mondo di Chi si ricorda di Yngve Frej (1968), che l’ha portato al successo internazionale.
Il libro su Amazon
Stig Claesson
Iperborea, 1993
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Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson
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