4 lug 2022

 

Si vive bene in due - Giorgio Scerbanenco. Una storia di amori nella Milano degli anni Quaranta

Una complicata storia di amori, quello per i libri e quello per le varie donne che girano intorno al giovane protagonista

Al giovane Cesare Vairaghi il lavoro d’ufficio non gli va più bene, decide allora di aprire una libreria a Milano. Per questa nuova attività ha però bisogno di un prestito che pochi vogliono dargli. Intorno a lui si susseguono nel racconto almeno tre donne, una diversa dall’altra: Benedetta, fidanzata e tragica promessa sposa, la quale lo aiuterà a realizzare il suo sogno con il denaro della dote. Candida, una ricca donna elegante, affezionata cliente del negozio, interessata alle edizioni rare almeno quanto al nuovo giovane libraio. Cristina, con il suo cronico malessere allo stomaco, amica di Benedetta, invece darà una mano in libreria restando sempre più presente nelle loro vite. 


milano cinque giornate

Milano, Piazza Cinque Giornate, anni ’30
(photo credit Milano sparita e da ricordare)



"...Così ora, in piazza Cinque Giornate, pensavano insieme forse le stesse cose. Non disturbati da nessun rumore, né dal sordo, rombante fuggire dei tram sulle rotaie, né dalle discussioni dei conducenti, né dalla gente che passava accanto a loro e li guardava nell’ombra fredda data dal lampione, immaginando colpevoli colloqui che non esistevano."



Giorgio Scerbanenco (1911 - 1969) è stato principalmente noto per i suoi romanzi gialli ambientati nella Milano degli anni ‘60 da cui sono stati tratti diversi film. Ma era anche un grande narratore di storie che spaziavano in ogni genere letterario. Alla fine degli anni '30 tenne anche una rubrica di posta del cuore sul periodico Grazia, collaborando poi con molti quotidiani. 

Si vive bene in due si può definire un romanzo di sentimenti e di formazione pubblicato nel 1943 e mai più ristampato, come gran parte delle opere dello scrittore a cui l’editore La nave di Teseo cerca di rimediare nella pubblicazione di tutte le sue opere. 


"Cesare Vairaghi, che è il protagonista, la sua libreria, i suoi amori, le sue collere, si ricorderanno - per il loro significato - anche molto tempo dopo aver chiuso le pagine di questo libro." scriveva il redattore dei Romanzi della Palma di Mondadori quando il libro uscì, un mirabile affresco della vita nell’Italia fascista. 

Come scrive nella prefazione Cecilia Scerbanenco, figlia dello scrittore,  "fa parte di un gruppo di storie dove l’elemento di "analisi sociale" si fa preponderante: storie che si fa fatica a definire, né rosa, né gialli, forse un po’ noir... ma, in realtà, si trovano molti esempi di “romanzi-affreschi” nella narrativa per signore degli anni trenta e quaranta. "


I riferimenti alla povertà e alle classi sociali risultano molto evidenti specie quando vediamo il conflitto tra Cesare e Candida: lui vive in una modesta pensione lei in un appartamento ben arredato nella ricca via Montenapoleone.  

"Sapeva sempre, però, che non vi era nulla da sperare, Candida non era la donna per lui, e chissà se esisteva questa donna; e la sua casa, la sua ricchezza erano un ostacolo di più tra loro due.

Da ragazzo una sera si era sfamato con mezza lira di polenta comprata dal polentatt e la vita, pensava, si conosce profondamente solo attraverso queste vicende. Rivedeva ancora sua madre sotto i portici del Dal Verme estrarre dalla borsetta logora le monetine e insieme andare dal vicino toscano e spendere tutto quel patrimonio per una piccola fetta di polenta.

Con un po’ di fame si acquistava la sapienza della vita, si capiva che la luce indiretta, la bella casa, i divani comodi di Candida erano forse piacevoli cose, ma non valevano nulla". 


Cesare è amato da diverse donne, ma è anche un uomo debole che si lascia sedurre e sposare. Benedetta è la brava ragazza da sposare con un padre studioso, mentre Cristina ha qualche angoscia che non vuole rivelare; Marta, è una collega dell’ufficio che tenta inutilmente di usare la seduzione per farsi strada; Candida, invece con i suoi penetranti occhi verdi è la donna fatale, cinica e libera con al suo fianco sempre il cugino Arturo "perfetta rappresentazione del gagà fascista: cinico, maschio, amante soltanto dei beni materiali". 

Cristina e Benedetta oggi non esisterebbero più come donne imprigionate in ruoli di valori sociali che l’epoca imponeva, tra sottomissione e matrimonio con dote, eppure la saggia Benedetta che all’inizio aiuta Cesare nell’impresa difficoltosa della libreria, appare molto moderna, così come la repressa e diligente Cristina che lo aiuterà come commessa. 


Un ruolo principale nel romanzo è dato dalla città di Milano, ancora imprigionata in una edilizia ottocentesca tra i quartieri centrali e la cerchia dei bastioni non ancora spianata. 

La libreria di Cesare, per esempio, si trova in via Gozzadini, che correva parallela a via santa Sofia, a nord, sotto via sant’Eufemia, e sbucava in corso Italia, da un lato, e dall’altro in corso Roma, (oggi  corso di Porta Romana), scomparsa a causa dei bombardamenti e sostituita da dei palazzi. 

" Credo che ogni lettore si innamorerà di via Gozzadini, una delle tante stradette di acciottolato, con le guide di pietre piatte e larghe per le ruote delle carrozze, che popolavano la città nemmeno un secolo fa, spesso circondate da vicoletti e case medievali. Viuzze antiche che sfociavano nei primi grandi viali di un’altra città, ottocentesca e positivista, ricca di luci, caffè tutti specchi e vetrine illuminate"  scrive sempre la figlia di Scerbanenco. 

Ma anche le trattorie, i locali come il caffè Motta alla galleria Carlo Alberto (oggi Galleria Mazzini) "risplendente di caramelle e di cioccolatini" dove Cesare si apparta in una saletta con qualcuna delle sue donne, hanno un loro rilievo.  

Si vive bene in due potrebbe apparire un romanzo di formazione dove un giovane superficiale affronta la propria vita con delusione "Sei proprio certo che ci sia da guadagnare vendendo libri?" gli viene detto, insieme a varie disgrazie, come quella grave che accade a Benedetta, ma comunque egli ne esce rafforzato, sebbene all’inizio ha una sua idea personale delle donne. 

"Piaceva alle donne, lo sapeva, ma non subito. Al principio potevano trovarlo anche antipatico e insignificante e troppo sentimentale, perché quando le portava al cinema non faceva come gli altri giovanotti, che col prezzo del biglietto credono di aver pagato anche certe cose che non hanno nulla a che vedere col film.
E non gli piacevano molto neppure le passeggiate fuori città e anche se ve lo trascinavano, quando rimanevano sole con lui, egli si metteva a parlare di libri o non parlava affatto o si limitava a carezzarle sui capelli.
Poi, all’improvviso, proprio queste cose, queste carezze sui capelli, queste inutili entrate al cinema, quel suo parlare di libri, cominciavano a piacere. Ma allora poteva essere troppo tardi” .


Lo scrittore ci accompagna attraverso le passeggiate felici con Benedetta, l’inquietudine costante di Cesare, il viaggio a Roma dai parenti per farsi dare un prestito, realistico fin nei dettagli: la madre vedova ribelle, gli zii romani, le cugine, e poi l’incontro in una trattoria a Roma con una donna misteriosa che ha addosso una "diecina di mila lire di volpi argentate",  le notti insonni, il tormento di pensieri crudeli e implacabili quando le cose non vanno per il verso giusto, si metterà a comprare matite automatiche e leggere grammatica latina senza alcun senso, cercando di portare ordine nella sua caotica vita. 


Nella storia non manca l’autobiografia, ci dice nell'introduzione la figlia dello scrittore. Nell’incontro con Maria a Roma, che ha perso una bambina, c’è realmente una vicenda legata a Scerbanenco che nel 1932 aveva perso una figlia: "Elena muore come la bimba del romanzo: a pochi mesi, tra le braccia di suo padre, viene stroncata da un’infezione. Per tutta la vita Scerbanenco sarà tormentato dal senso di colpa e di perdita". 

Si vive bene in due è un romanzo scorrevole di un tempo che fu, una storia d'amore o di amori che può apparire superficiale, ma che infine ti prende, "i suoi amori, le sue collere, si ricorderanno, anche molto tempo dopo aver chiuso le pagine di questo libro", riuscendo a inserire molte scomode riflessioni sull’esistenza e i sentimenti. 


si vive bene in due

Titolo: SI VIVE BENE IN DUE

Autore: Giorgio Scerbanenco

Editore: La nave di Teseo

Anno: 2022

Pagine: 240

 

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