16 ago 2021

 

Volare su Londra - Virginia Woolf. Racconti sulle meraviglie della capitale inglese

In una lettera del marzo 1924 Virginia Woolf scrive di "guardare tutte le meraviglie di Londra, che mi sono incredibilmente care in maniera romantica e sentimentale. L'Hotel Imperial, tutto rosa e azzurro, in Russel Square; la cuspide della chiesa di St. Pancras, scolpita nel gesso bianco - lo sapevi? Sono queste le cose che amo, più degli ulivi e delle montagne..."


london 1939







Tra il 1924 e il 1940, Virginia e suo marito si stabilirono nel quartiere di Bloomsbury, stipulando un contratto di locazione di dieci anni al 52 di Tavistock Square, qui gestivano la loro casa editrice Hogarth Press nel seminterrato, dove anche Virginia aveva la sua stanza di scrittura.  

In realtà, il suo atteggiamento nei confronti di Londra è animato, multiforme, curioso, come tutto in lei. Una volta che si è liberata dall'affanno dell'esercizio letterario e si avventura senza meta per le strade, Virginia Woolf ritrova, come dice Grazia Livi nell'introduzione a questa prima raccolta organica dei suoi saggi editi e inediti sulla capitale inglese, "quella dimensione femminilmente congeniale e sua: la fluidità. 

La fluidità liberatrice, ondosa come una rete nell'acqua, cangiante come un prato pettinato dal vento, in opposizione al rigore maschile, tutto norme, ripetizioni, angoli, schemi", fino a creare "una unità di scrittura il cui respiro è insieme corporeo e reale". 

Nel maggio 1924 Virginia scrive nel suo diario: 

"Londra è un incanto. Esco e poso il piede su un magico tappeto bronzeo, e mi trovo rapita, nella bellezza, senza neppure alzare un dito. Uno stupore le notti, con tutti quei portici bianchi e i vasti viali silenziosi. E la gente che sbuca dentro e fuori, agilmente, piacevolmente, come conigli. Io guardo giù per Southampton Row, bagnata come il dorso di una foca o rossa e gialla di sole e osservo gli omnibus che vanno e vengono e sento i vecchi organetti folli. Uno di questi giorni scriverò di Londra, di come raccoglie la vita intima e la trasporta, senza sforzo alcuno. I volti dei passanti sollevano il mio pensiero; gli impediscono di posarsi, come nella quiete di Rodmell." 


I presenti 10 racconti vennero pubblicati su alcune riviste tra la fine degli anni '20 e il 1930, a parte il racconto che dà il titolo alla raccolta Volare su Londra uscito postumo nel 1950 sulla rivista Vogue.

In tutta l'opera della Woolf - scrive sempre Grazia Livi - la città non è solo uno sfondo ma molto di più: è consonanza è rapporto circolare e intimo. È legale indissolubile fra soggetto che guarda e oggetto guardato, tra figlia e madre. 

D'altra parte alla signora Dalloway (1925) gli fa dire con sicurezza mentre fa commissioni in Bond Street: "Mi piace camminare per Londra"... "Vi assicuro, ci si cammina meglio che in campagna."  

Col pretesto di comprare una matita, e vagabondare per le strade di Londra, la assale il desiderio di vagare per le strade della città. Fa un escursione al porto dei Docks "per quanto romantiche, libere e incostanti possano sembrare le navi non ne esiste certamente una sui mari che non giunga prima o poi a gettare l'ancora sul porto di Londra".

Nella vivace Oxford Sreet ogni cosa luccica e ammicca con carretti colmi di tulipani in primavera e viole in strati luccicanti. Poi visita le case dei grandi uomini: Dickens, i Carlyle, Keats. Si aggira tra abbazie e cattedrali "dove un tempo Shakespeare e Ben Johnson si fronteggiavano e discutevano".

Si addentra nell'austera Camera dei Comuni " lucida e brutta come un qualsiasi altro edificio pubblico". Visita il museo delle cere dell'abbazia di Westminster, poi l'Accademia Reale, la natura di Wembley e infine "vola" su Londra:  

"...non ci si potrebbe immaginare nulla di più fantastico. Le case le strade, le banche, gli edifici pubblici... spruzzati in lunghe  e curve rosa e viola, spruzzate in lunghe spirali, come fa un pennello umido quando sparge un gran quantità di colori in una sola volta".

Un tributo innamorato, una vera e propria elegia, ironica e appassionata alla città. 


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