9 dic 2019

 

Vorrei che dal cielo piovessero rose. Vita e opere di George Eliot - Romina Angelici

A duecento anni dalla nascita esce per la prima volta in italiano una biografia sulla scrittrice inglese George Eliot (1819-1880) il suo vero nome era Mary Ann Evans, conosciuta per i suoi grandi romanzi a sfondo sociale come Il mulino sulla Floss e Middlemarch.  Henry James scrisse di lei: 
«Aveva la fronte bassa, gli occhi di un grigio spento, il naso grande e pendulo, una bocca larga nella quale si intravedevano i denti storti, e il mento e la mascella "qui n'en finissent pas"... Eppure in questa vasta bruttezza risiede una bellezza potentissima che in pochi minuti rapisce e affascina la mente, cosicché, alla fine, ci si ritrova innamorati di lei, come è accaduto a me. Sì, consideratemi innamorato di questa grande intellettuale dalla faccia cavallina.» 



George Eliot in dipinto di François D'Albert Durade (1849)



La biografia di Romina Angelici Vorrei che dal cielo piovessero rose. Vita e opere di George (edizioni flower-ed) colpisce per la chiarezza e per una intensa passione dell'autrice verso la scrittrice stessa riuscendo in un numero limitato di pagine - rispetto alle biografie tradizionali - a dire molto a un pubblico italiano che conosce poco questa scrittrice, una donna che adottò uno pseudonimo maschile in piena epoca vittoriana dove le donne intellettuali non erano molto prese in considerazione. 

Scrive Virginia Woolf che George Eliot fu accusata di «volgarità e immoralità» perché voleva «far conoscere alle menti delle nostre fanciulle dei ceti medi e superiori faccende di cui i loro padri e fratelli non si azzarderebbero mai a parlare in loro presenza».

Scrittrice di rilievo della letteratura inglese, nella presentazione cronologica di questa biografia vediamo avvenimenti significativi insieme alla sua idea del mondo e della vita.  La figura che ne viene fuori è quella di un vero genio sensibile verso una condizione femminile che all'epoca doveva essere tenuta nascosta tra le mura domestiche. Nelle sue pagine George Eliot espone che apparire troppo intelligenti per una donna vittoriana era un male che poteva portare a una vera propria dissoluzione psicologica.

George Eliot non era affascinante, non era femminile, come volevano i canoni dell'epoca, specie da parte di chi la criticava. Era una donna facilmente suscettibile paralizzata da insicurezze, consapevole della sua bruttezza, questo la fece soffrire di infatuazioni imbarazzanti spesso non ricambiati, sia con il suo datore di lavoro John Chapman della rivista The Westminster Review, che era sposato con moglie e amante, sia con il filosofo Herbert Spencer con cui nacque un amicizia e una frequentazione assidua tra lunghe passeggiate e partecipazione a concerti insieme: "io mi sento migliore quando sono con lui".

La sua gioventù era stata piena di tribolazioni: suo padre un giorno minacciò di buttarla fuori di casa per delle divergenze religiose, ma lei non si scoraggiò. Dopo la morte del padre viaggiò molto conobbe diverse personalità che l'aiutarono e che poi finirono come personaggi nei suoi romanzi. Lettrice vorace, imparò diverse lingue, si interessò di quasi tutto quello che gli era a portata di mano compreso scienze e filosofia. Poi la sua rinascita a trent'anni con l'idea di diventare scrittrice nel pieno della sua libertà. 

Incontrerà il filosofo George Lewes e andranno a vivere insieme, sebbene l'uomo fosse già sposato con figli. L'unione l'aveva resa felice ma in un certo senso era stata tagliata fuori dal bel mondo specie qualche anno dopo la morte di Lewes. Ma non rimpianse nulla, ella aveva preso a cuore certi ammonimenti che non s'imparano facilmente, si concentrerà sulla gente comune, tra gioie e dolori domestici, sul "destino di uomini e donne alle prese con il bene e il male del mondo". 

Per lei bastava poco a fare l'infelicità o la felicità di una persona: un gesto, una parola, un allusione nello spazio di una vita. Il lettore si muove tra i suoi personaggi, seccati o solidali privi di una capacità critica di quello che dicono e fanno, lo fa aggirare tra case, officine, tinelli di casolare o giardini di rettorato. Personaggi sciocchi e falliti, madri e figli, cani e campi delle Midlands in fiore, contadini sagaci o istupiditi davanti alla loro birra, commercianti di cavalli, osti, curati e falegnami concedendosi sempre un certo romanticismo del passato. 

"Dietro queste derive dell'anima, vi è sempre una sostanziale cecità verso scelte e bisogni che sono invece parte degli altri esseri umani". 



   
George Eliot in un disegno di Samuel Laurence, 1860


George Eliot fu una scrittrice di profonde conoscenze e sentimenti, poco considerata rispetto ad altri autori dell'epoca vittoriana, scrittrice dotta e impegnata si direbbe oggi, con una vasta conoscenza culturale che non trova eguali nel panorama letterario del suo tempo. 
Questo non dovrebbe scoraggiare il lettore curioso e amante di quell'epoca vittoriana che si avventura tra le vette del suo genio, emanando un "fascino irresistibile e un profondo senso di empatia umana che l'ha portata a scrivere pagine di autentica poesia" (il titolo della biografia è tratto da una frase di una sua tragedia The Spanish Gypsy, nel periodo in cui la scrittrice si appassionò alla Spagna nel 1864: " Vorrei che dal cielo piovessero delle rose invece che da un cespuglio scosso. Perché no? Tutta la valle sarebbe rosa e bianca e morbida su cui camminare. Cadrebbero leggeri come piume, profumati e sarebbe come dormire e svegliarsi, tutto in una volta!").   

Una scrittrice che andrebbe rivalutata e che l'autrice di questa intensa biografia tenta di farla conoscere al grande pubblico dei lettori attraverso la vita e le sue opere. 

Cito sempre Virginia Woolf che nel 1925 la immortalò nel suo saggio Il lettore comune (*) : 
«...figura memorabile, smodatamente elogiata e schiva della propria fama, cupa, riservata, in atto di rientrare con un brivido fra le braccia dell’amore come se soltanto qui vi fosse una soddisfazione e, forse, una giustificazione, e allo stesso tempo di sporgersi con «un’ambizione esigente eppur famelica» verso tutto quello che la vita potesse offrire alla mente libera e indagatrice, mettendo inoltre a confronto le sue aspirazioni femminili con il mondo reale degli uomini. Il risultato fu trionfale per lei, comunque sia potuto essere per le sue creazioni, e mentre noi ricordiamo tutto quanto ella osò e realizzò, mentre ricordiamo come con ogni ostacolo contro di sé – il sesso, la salute, le convenzioni – cercò più sapere e più libertà finché il corpo, appesantito dal duplice fardello, non cedette stanco, dobbiamo posare sulla sua tomba quanto più ci è possibile spargere di alloro e rose.»

Il libro
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Titolo: VORREI CHE DAL CIELO PIOVESSERO ROSE
                 Vita e opere di George Eliot

Autore:  Romina Angelici
Editore: Flower-ed
Anno: 2019
Pagine: 224

















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