24 set 2018

 

La Tigre. Una strana storia d’amore – Walter Serner

Parigi anni '20. Nel quartiere di Montmartre, Bichette è una donna bella, abbastanza cinica, desiderata da molti e svolge il mestiere più antico del mondo. Si è guadagnata il soprannome di "Tigre" per la sua femminilità aggressiva e famelica. Nessuno è mai riuscita a "catturarla" legandola a sé sentimentalmente, finché non appare l'enigmatico Fec, sorta di vagabondo avventuriero che vive di stratagemmi, vedendola sotto un altro aspetto con occhi annoiati, forse l'unico che riuscirà a domarla.

donna seduta- egon schiele
Donna seduta con ginocchia piegate - Egon Schiele (1917)




La Tigre (Elliot editore) venne pubblicato nel 1925 in Germania, sottoposto poco dopo a sequestro per oltraggio alla pubblica morale dal ministero di Goebbels, il libro e altre sue pubblicazioni vennero messi all'indice dal nazismo finendo poi nei noti roghi dei libri del 1933

Il suo autore Walter Serner (1889-1942), avvocato, era un teorico del dadaismo e maestro del bozzetto dei bassifondi metropolitani a forti tinte erotico-grottesche. Nato in Boemia, dopo la prima guerra mondiale fuggirà in Svizzera partecipando ad attività dadaiste a Zurigo, poi si trasferisce a Parigi nel 1920, iniziando successivamente a vivere in diverse città europee. Autore di una produzione narrativa di ben sette volumi, sgradito al Reich, si ritirerà dalle scene letterarie nel 1927. 

Nel 1942 impossibilitato a fuggire dalla Germania lui e sua moglie vennero internati nel campo di concentramento di Theresienstadt e poi forse trasferiti a Riga nella foresta di Bikernieki, nota come uno dei principali siti di esecuzione fin dal 1919, probabilmente uccisi insieme ad altre centinaia di persone.

Il suo libro principale è proprio La Tigre, un opera particolare, inedita in Italia, dove anche nel suo paese oggi appare quasi dimenticata, come il suo autore, che rimane ignoto al grande pubblico internazionale nell' apprezzare la fedele ricostruzione paesaggistica, socio-culturale della Parigi di quegli anni. 

Solo verso la fine degli anni '70 si è creato un Archivio Serner a Heidelberg e la celebrazione del centenario della nascita nel 1989 con una mostra documentaria a Berlino, oltre che un film Die Tigerin del 1992 tratto da questo romanzo con George Peppard (Colazione da Tiffany) nella sua ultima interpretazione.

Serner racconta la Parigi degli anni Venti, fotografandone le scene sordide e meravigliose con un linguaggio a volte così dialettale da divenire pura fantasia.

Bichette è un eroina sfuggente e ferina come la biscia e la tigre che si associano al suo nome, si fa beffe di tutti gli imbecilli che gli girano intorno concedendosi solo al proprio estro, una delle creazioni più realistiche di Serner.

La sua chioma ramata, il sorriso sprezzante sulle labbra sensuali, gli atteggiamenti flessuosi minuziosamente descritti come in un film, evocano una certa femminilità sfacciata e innocente ricordata in certi dipinti impressionisti. Gli occhi neri incorniciati di un bianco bluastro e un rossetto vivido. Porta ad ogni stagione una gonna e la camicetta, raramente un busto e mai un cappello. La sua parlata è un misto di gergale argot.

Tre uomini a causa sua erano finiti in carcere, due si erano sparati e il resto degli amanti che lasciava dopo qualche notte sarebbero accorsi al suo minimo cenno. Odiata dalle sue colleghe perché non chiede mai soldi, gli uomini che dormivano con lei gli donavano oggetti di valore o quello che avevano da offrire. Il soprannome Tigre derivava proprio dal fatto che nessuno l'aveva mai catturata, era più probabile che lei catturasse gli uomini. Finché un giorno si presenterà Fec un mediocre idealista che "in molti giudicavano un imbecille".


man on a balcony- gustave caillebotte
Man on a Balcony - Gustave Caillebotte (1880)

Fec invece appare una proiezione del suo autore, personaggio cinico e annoiato della vita, in cerca di qualcosa che lo possa rendere vivo, in Bichette trova forse l'altra metà che gli manca, e i due girovagano per Parigi tra caffè, sudici alberghi e ristoranti.

"E dopo qualche giorno non ci furono più dubbi, l’incredibile era avvenuto: Bichette aveva trovato un osso più duro di lei, Bichette, la tigre, era domata."

Lui la prende sotto braccio e istintivamente si ferma in un negozio e gli compra un basco giallo di lana pregiata.
  «Si può sapere perché mi hai comprato questo basco?».
Fec inveì in silenzio contro se stesso per essere arrossito. «Io… Mi è venuto spontaneo. O forse perché… No, non lo so proprio».

A sua volta la donna lo trascina in una gioielleria. Vuota la sua borsa cacciandosi dentro la scollatura della camicetta le matite per il trucco e dei barattolini e si fa valutare la borsa facendo sborsare al gioielliere una somma superiore a quella valutata, per poi andare a mangiare in un ristorante di pregio.
  
Serner lascia sempre in sospeso se i due stiano solo giocando o sono veramente innamorati. Ad un certo punto gli fa dire a Fec «Io non ti amo».
Le labbra di Bichette si atteggiarono a una smorfia di sarcasmo. «Nemmeno io… Ma non ne posso più di girare a vuoto»

La strana unione di amore folle continuerà sempre in bilico tra bugie, camere da letto ed espedienti. Quando un vecchio amante di Bichette, incastrato da lei stessa, esce di prigione e la cerca, la nostra bizzarra coppia di amanti fugge a Nizza organizzando una truffa nell'alta società per procurarsi del denaro, ma principalmente per allontanare la loro noia "Cosa non si fa, per amore della novità! Cosa non si fa?". 

Serner viene citato come un "Maupassant criminale" oppure uno “Shakespeare del piacere e del vizio” dal critico Theodor Lessing, in riferimento a questa storia burrascosa tra due persone folli e la malavita della Parigi anni venti.

Fec ha paura che Bichette se ne vada con i soldi e questo si avvera, quando invece pensava di fuggire lui con il bottino, perciò ferito nel suo animo la inseguirà andando incontro ad un tragico destino "banale e grottesco".

Si ha l’impressione che tutto questo e le scene finali ricordino alcuni film di Jean Luc Godard e la Nouvelle-vague degli anni '60: "Fino all’ultimo respiro", "Questa è la mia vita" o "Il bandito delle 11". Dove giovani estraniati e annoiati praticano il loro amore per mezzo di un linguaggio ingannevole,  e  i protagonisti cadano sulla strada in un momento in cui il loro obiettivo sembra essere molto vicino.


"Bichette disse piano fra sé e sé: «L’ho amato? Mi ha amata? Oddio, se solo lo sapessi! Mi sembra di diventare pazza»."




Il libro

Titolo: LA TIGRE
Autore: Walter Serner
Editore: Elliot
Anno: 2015
Pagine: 125












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