20 nov 2017

 

Sei donne che hanno cambiato il mondo – Gabriella Greison

In questo affascinante viaggio narrato nel libro di Gabriella Greison vediamo sei ritratti di donne che in un modo o l'altro hanno contribuito allo sviluppo della scienza. Qualcuna nota come Marie Curie, altre meno note e poi un outsider come l'attrice Hedy Lamarr considerata negli anni ‘40/50 una delle donne più affascinanti del mondo, una donna che aveva una mente scientifica da far invidia ai più grandi: inventò e brevettò un sistema per la codifica delle frequenze radio, in pratica è grazie a lei che oggi usiamo cellulari e smartphone. 


Maria Skłodowska-Curie, nel 1894 c.a.



Sei donne che hanno cambiato il mondo (Bollati Boringhieri) di Gabriella Greison a sua volta fisica e scrittrice, autrice di numerose opere sia divulgative che per ragazzi. 

Da piccola cresciuta guardando Star Trek e Star Wars osserva donne combattive contro le ingiustizie al pari degli uomini "donne strepitose, che non si travestono certo da uomini per rivendicare la propria libertà" scrive nell'introduzione, confrontandole con le eroine di Hunger Games  o Divergent dove "le principesse non sono più quelle di una volta: non restano in attesa del principe azzurro che le salvi con un bacio o che gli misuri la scarpetta giusta".

D'altra parte per secoli le donne non sono mai riuscite ad arrivare ai vertici delle arti e delle scienze, non per via del loro cervello ma per un oppressione imposta dalla società maschilista: la donna madre e moglie casalinga. 

Ma queste donne scienziate di un tempo non se ne stanno con le mani in mano. E faranno delle loro idee lo scopo principale della loro vita. 

"Loro non se ne stanno sedute, con la borsetta in mano, accanto al marito.
No, guardate bene, hanno le mani libere.
In una fotografia immaginaria che le ritragga tutte, le vedremmo ciascuna alle prese con il proprio lavoro, in uno dei loro momenti di vita quotidiana.
Una alla prese con il radio e il polonio radioattivo, una con il chiodo fisso per quella strana molecola della vita che oggi sappiamo essere a forma di doppia elica, un’altra con i rimorsi per la bomba atomica, un’altra ancora con quella straordinaria intuizione che noi ora chiamiamo wifi.
Se queste donne fossero ancora vive, avrebbero dietro una fila di segretari con le loro agende in mano e di ragazzi che vorrebbero fermarle per strada per farsi dei selfie con loro da pubblicare sui social. "

Le vite delle donne di cui ci racconta l'autrice si sofferma nel secolo scorso in un arco di tempo di mezzo secolo dove la scienza faceva progressi ripetutamente. 

In cima abbiamo Maria Skłodowska Curie che vinse due Nobel, la sua giovinezza in Polonia, studentessa modello, nel 1891 andrà a studiare a Parigi grazie ai soldi che gli manda la sorella. 

Passerà tre giorni in un vagone di quarta classe seduta su una sedia pieghevole circondata dai suoi bagagli. Andrà ad abitare con la sorella Bronia ma si sentirà soffocare dalla presenza invadente del marito.

Si trasferirà in una soffitta arredata solo da un letto pieghevole, un tavolino di legno e una sedia, oltre ad una stufetta e una lampada ad olio per leggere. 

Non sa cucinare e si arrangerà con tavolette di cioccolata, pane e tè. Questo la porterà a un deperimento fisico, ma "Era troppo preoccupata a recuperare le sue lacune scientifiche per pensare ad altro".

Il suo coraggio verrà premiato con due lauree e una borsa di studio. Era affascinata dalla fisica considerata da lei "bellissima" tanto che non si accorge degli uomini intorno. 

Ma un giorno le verrà presentato il professor Pierre Curie il quale gli offre un posto di assistente: la sua vita cambierà, si sposeranno poco dopo e per viaggio di nozze faranno un giro della Francia in bicicletta.

Marie sarà la prima donna nel 1897 ad affrontare un dottorato; come argomento sceglie i raggi x, scoperti da poco. Lavorando notte e giorno isola due sostanze radioattive: il polonio e il radio.


Pierre e Marie Curie

Marito e moglie  lavoreranno sempre insieme e la sera, affascinati dai bagliori pericolosi che le provette radioattive emettono. Non si rendono conto ancora che sono pericolose e presto lamenteranno malesseri e bruciature sulla pelle, Marie ne prende nota nel suo diario, insieme ai progressi della figlia Irene. 

Quando il marito viene a sapere di essere candidato al Nobel spiega che lo rifiuterà se la moglie non verrà candidata insieme a lui. Nel 1903 la coppia riceve il premio insieme ad un altro scienziato, poi la nascita di un altra figlia e la tragica morte del marito investito da una carrozza. 

Per non impazzire si getterà nel suo lavoro prendendo la cattedra del marito e fondando l’Institut Curie. Vincerà un secondo Nobel nel 1911 per la chimica. Morirà nel 1934.



Le altre donne nel libro vengono ritratte sulla scia aneddotica di Marie che mi limito a riassumere. 





Lisa Meitner 1906


La viennese Lisa Meitner fu la madre della bomba atomica  "per lei esisteva  solo la matematica, quel tipo di matematica che le avrebbe permesso di capire la fisica più dura". Donna severa e determinata, senza una vita privata, il suo unico amore era la fisica. 

Nel 1933 lascerà la cattedra a Berlino per le leggi razziali, trasferendosi a Stoccolma. Nel 1939 pubblicherà un articolo  nel quale vengono poste le basi teoriche per lo sviluppo della fissione nucleare. 

Pacifista convinta rifiuterà di accettare incarichi dagli Stati Uniti per la costruzione di una bomba atomica, rimanendo in Svezia. 







Emmy Noether

Emmy Noether nasce a Erlangen in Germania nel 1882, una bambina precoce ma strana agli occhi dell'epoca, oggi verrebbe definita autistica. 

Non ama gli altri, concentrata sempre sui suoi pensieri elaborando concetti astratti. Franz Mertens un suo collega la descrive così: 
«Sembrava un cappellano cattolico di campagna, vestita sempre di nero, con gonne lunghe fino alle caviglie; metteva cappotti maschili anonimi e un cappello tirato fin sugli occhi sopra a capelli corti, una rarità per quel periodo tra le donne. Girava sempre con plichi di fogli dei suoi appunti più recenti, che prendeva in qualsiasi posto le capitasse di stare. Li teneva in una borsa a tracolla, come quelle dei capostazione che si vedono nelle stazioni ferroviarie. Era una figura piuttosto strana». 

Emmy Noether venne molto apprezzata da Albert Einstein e nel 1935 dopo la notizia della sua morte la elogiò in un articolo. “Emmy è stata il più grande genio creativo matematico da quando l’istruzione superiore è stata aperta anche alle donne”.




Rosalind Franklin

Rosalind Franklin, nasce a Londra nel 1920, ebrea come le prime due citate, e bambina precoce, studia a Cambridge entrando in un team che sta studiando la struttura del Dna. 

Riuscirà ad ottenere delle immagini spettacolari in una foto che ha fatto epoca (Photo 51) che definisce la struttura a doppia elica.  I suoi colleghi gelosi cercheranno di carpire le idee e i risultati raggiunti dalla donna proponendo un loro modello di DNA. 

Nel 1953 si presero tutti i meriti compresi quelli che spettavano alla Franklin. Consapevole del suo valore continuò le sue ricerche senza curarsi troppo della vittoria degli altri colleghi. 

Era divenuta comunque popolare e venne invitata a tener conferenze negli USA, ma una malattia incurabile la fece spegnere nel 1958. 





Mileva Maric

Mileva Maric fu la prima moglie di Einstein "i due me li sono sempre immaginati come Warren Beatty e Faye Dunaway in Gangster Story, ma impegnati in uno studio colossale che termina con la nascita della teoria della relatività", così l'autrice immagina la coppia, due tipi tosti che non si fermano davanti a niente. 

Ma la storia non è idilliaca e come i personaggi del film il finale sarà drammatico e disastroso. 

Dopo aver collaborato insieme si separeranno nel 1919, lo scienziato nel 1921 avrà un Nobel su uno studio in cui Mileva aveva molto da dire, ma il merito lo prese solo il marito, il quale sentì il dovere di donare l'intera somma del premio alla donna, distruggendo però  tutti i documenti che recavano il doppio cognome della collaborazione Einstein-Maric.





Hedy Lamarr
 
Insolita la storia dell'attrice Hedy Lamarr nata a Vienna nel 1914 per anni venne considerata la donna più bella del mondo consapevole delle sue doti e malizia recitò in molte commedie a fianco di attori come Clark Gable e Spencer Tracy, (era la Dalila insieme a Sansone/Victor Mature  nel 1949). 

Farà scandalo apparendo nuda nel film Estasi (1933) primo film in cui un’attrice protagonista appare sullo schermo completamente senza veli. 

Avrà una relazione con lo scrittore Erich Maria Remarque, rifugiatosi in Svizzera per sfuggire al nazismo. 

Sbarcata negli Stati Uniti incontrerà il compositore francese George Antheil; per avere un appuntamento scriverà il proprio numero di telefono con il rossetto sul parabrezza della sua automobile iniziando così una profonda amicizia.

Antheil si stupirà di trovare a casa dell’attrice, fra gli scaffali della libreria, molti manuali scientifici. I suoi libri di lettura preferiti erano quelli di fisica, di elettronica e di matematica e forse aveva trovato l’uomo giusto che avrebbe potuto far emergere la sua anima scientifica.

Hedy aveva lavorato da sola, in segreto, su un’idea ascoltata per caso nelle lunghe riunioni a casa dell’ex marito armatore: contrastare i segnali trasmessi dal nemico nel tentativo di bloccare i segnali radio per il telecontrollo delle armi.

Antheil avrà delle conoscenze al National Inventors Council e interverrà sul progetto depositandolo. Tuttavia non riscuoterà grande interesse, bocciato dalla marina americana. 

La scoperta fondamentale di Hedy "si basava sul fatto che la trasmissione di onde radio poteva essere trasferita da un canale radio all’altro a intervalli di tempo regolari, in una sequenza di successione dei canali nota soltanto al trasmettitore e al ricevitore". 

Messo da parte, il progetto riemergerà durante la Guerra fredda con il nome di Code Division Multiple Access, ovvero Cdma, diventando anni dopo il modello standard per i cellulari. 

Solo nel  1985 quando non sarà più sotto il segreto militare, il mondo si accorgerà di chi lo aveva inventato e brevettato.

Lei continuerà verso un viale del tramonto registrando decine di brevetti come la forma a fisarmonica della scatole dei Kleenex, un dispositivo per facilitare l’entrata e l’uscita dalla vasca da bagno a persone con difficoltà motorie; un collare fluorescente per cani e tanti altri fino alla sua morte avvenuta nel 2000. 



Gabriella Greison si sofferma sulle vicende personali di queste scienziate in qualche modo significative per le generazioni future, scoprendo il loro lato umano in un epoca dove queste donne cercavano la propria realizzazione solo in quello che credevano "è per questo motivo che quelle che hanno studiato e capito la fisica in quegli anni sono tanto incantevoli".

Viene fatta anche un breve incursione nel passato citando forse la prima donna scienziata, la greca Ipazia uccisa per mano di fanatici religiosi, per concludere poi con una carrellata di donne della fisica più recenti, in un viaggio curioso e affascinante.

Credo che una colonna sonora da ascoltare per accompagnare questo libro potrebbe essere quella tratta dal film Amelia, composta da Gabriel Yared, dedicata alla famosa pioniera dell'aviazione Amelia Earhart scomparsa nell'Oceano Pacifico nel 1938.


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L'autrice 

Gabriella Greison è fisica, scrittrice e giornalista professionista. Si è laureata in Fisica a Milano e ha lavorato due anni a Parigi all’École Polytechnique.



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Titolo: SEI DONNE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO 

Editore: Bollati Boringhieri 2017

Pagine: 213








(foto: Wikimedia)





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