Charles Dickens racconta il terribile naufragio di un veliero colpito da un iceberg
Molto prima dell'affondamento del Titanic (1912) e ancora prima del racconto di Morgan Robertson Il naufragio del Titan (1898) Charles Dickens nel dicembre 1856 pubblicò sulla sua rivista Il naufragio della Golden Mary un racconto con delle strane analogie in tutte e due le storie fra realtà e fantasia.
Molto prima dell'affondamento del Titanic (1912) e ancora prima del racconto di Morgan Robertson Il naufragio del Titan (1898) Charles Dickens nel dicembre 1856 pubblicò sulla sua rivista Il naufragio della Golden Mary un racconto con delle strane analogie in tutte e due le storie fra realtà e fantasia.
La Golden Mary descritta da Dickens è un veliero di nuova costruzione che trasporta più di quaranta persone fra passeggeri e membri dell'equipaggio. Partita dalle coste dell'Inghilterra è diretta verso la California per commercio di pepite d'oro, colpita da un iceberg affonderà al largo delle coste di Capo Horn. La nave è comandata dal capitano William George Ravender un uomo coscienzioso, esperto e coraggioso.
La corsa all'oro in California è un elemento di contorno alla storia ed è interessante vedere Dickens elaborare questo, intorno a un periodo importante dell'America che vide umili emigranti provenire da tutto il mondo, soprattutto dall' Europa - gran parte dal porto di Liverpool - giungendo fino alla costa occidentale degli Stati Uniti in cerca di fortuna e del metallo prezioso. Già nel 1842 Dickens aveva visitato gli Stati Uniti non senza averne un atteggiamento critico riportato nelle sue note di viaggio American Notes.
Lo scrittore in questo Naufragio della Golden Mary (Mattioli 1885), si concentra su alcuni passeggeri e parte dell'equipaggio della nave, in particolare sulla figura del capitano Ravender, il quale avrà una grossa responsabilità verso i naufraghi insieme a John Steadiman, il suo primo ufficiale, amico fidato, un uomo brillante con intensi occhi azzurri.
Dopo la partenza nel mese di marzo 1851 il capitano farà conoscenza dei suoi passeggeri fra cui la signora Atherfield, una giovane donna dagli occhi brillanti che deve raggiungere il marito in California, insieme alla figlia la piccola Lucy, poi c'è la signorina Coleshaw, una zitella pacata vestita di nero che andava a trovare il fratello e il signor Rarx, un vecchio e sgradevole affarista ossessionato dalla ricerca dell'oro.
Il viaggio all'inizio apparirà tranquillo con John che gioca a nascondino con la piccola Lucy dietro gli alberi della nave: era insolito, osserva il capitano, vedere lo stesso John - che anni prima a bordo della Old England aveva ucciso due uomini per difendersi dai loro coltelli in un ammutinamento - giocare con la bimba.
Il signor Rarx poi non era certo di compagnia, specie quando si riunivano per la cena, al capitano Ravender pareva un uomo sordido ed egoista, ma la cosa curiosa nonostante il suo carattere, era che si preoccupasse spesso della piccola Lucy: aveva il timore che prima o poi cadesse in qualche botola o inciampasse e finisse in mare, implorando alla madre di tenerla a bada prima che si facesse male.
Poco prima dello schianto nella notte scura il capitano invaso dalla stanchezza si metterà a dormire sognando di essere a Penrith la sua città natale, quando un urto violento lo sveglierà facendolo sobbalzare dalla sua branda precipitandosi poi sul ponte.
Dopo lo scontro con l'iceberg i naufraghi trascorreranno quasi un mese sulle loro scialuppe di salvataggio, fra freddo e fame, viveri razionati "nel periodo più tempestoso dell'anno e nel luogo più tempestoso del mondo" alla deriva, senza una meta da qualche parte nel Sud Atlantico, spesso in balia del mare in tempesta con condizioni meteorologiche ostili.
"Le donne erano un esempio per noi. Tremavano molto, ma erano tranquille e unite. «Mi baci capitano Ravinder» disse la signora Atherfield « e Dio vi benedica, lei è uomo buono! ». «Mia cara - dissi - queste parole sono meglio di una scialuppa di salvataggio»"
Ma a Dickens interessa più l'aspetto psicologico e morale mettendo in evidenza i caratteri e la religiosità dei suoi personaggi, in particolare il capitano Ravender e il vice John Steadiman, i quali cercheranno di nascondere la sofferenza mentale e fisica con canti e racconti, mantenendo viva la speranza dei sopravvissuti.
Inevitabili gli aspetti negativi fra la pazzia improvvisa del signor Rarx e la tragica morte della piccola Lucy, Golden Lucy come la chiamerà Steadiman la bambina con i riccioli d'oro che incorniciavano il suo viso, la bambina che giocava sul ponte della nave sfortunata e poi con la sua bambola sulla scialuppa di salvataggio. Questo ricordo straziante sarà indelebile per il capitano e il suo vice.
"Le nostre sofferenze dal freddo e l'umidità erano di gran lunga più rilevanti della fame. Cercavamo di tenere la bambina al caldo; ma avevo qualche dubbio su chiunque altro tra noi potesse stare caldo per cinque minuti insieme; era triste avere i brividi addosso e sentire i denti battere"
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Ci sono molte scene che Dickens tesse in questa bella storia e la particolarità di questo racconto è il modo in cui viene narrato, cioè da due punti di vista differenti, sia attraverso la voce delicata del capitano nella prima parte, sia dal suo primo ufficiale che si trova in un altra scialuppa nella seconda parte.
Questo viene dato dal fatto che Dickens scrisse la prima parte Il naufragio e il suo amico Wilkie Collins la parte finale La salvezza, immedesimandosi nel capitano e nel vice, anche se uscì firmato da Dickens, drammatizzando la vita della marina mercantile britannica sulle condizioni dei marinai.
Anni prima nel 1851 criticando l’adozione di una legge, aveva ritratto questo aspetto in un articolo della sua rivista come The Blue-Jacket Agitation, attingendo all'iconografia della rivoluzione sociale, descrivendo nel Naufragio il confronto con l'esperienza del capitano Ravender con quella del reale capitano Bligh alla deriva dopo l'ammutinamento del Bounty, sottolineando una certa responsabilità verso gli ufficiali e gli armatori sul destino dei loro uomini.
Anni prima nel 1851 criticando l’adozione di una legge, aveva ritratto questo aspetto in un articolo della sua rivista come The Blue-Jacket Agitation, attingendo all'iconografia della rivoluzione sociale, descrivendo nel Naufragio il confronto con l'esperienza del capitano Ravender con quella del reale capitano Bligh alla deriva dopo l'ammutinamento del Bounty, sottolineando una certa responsabilità verso gli ufficiali e gli armatori sul destino dei loro uomini.
Insomma Dickens anche con un semplice e avvincente racconto, criticava trasversalmente la sua società vittoriana in un periodo di giorni senza legge verso la corsa all'oro della California, con il timore che prima o poi i marinai disertassero le loro navi appena raggiungessero il porto, indipendentemente dal trattamento che avevano ricevuto.
Charles Dickens
IL NAUFRAGIO DELLA GOLDEN MARY
Mattioli 1885
2015
- Il libro
Charles Dickens
IL NAUFRAGIO DELLA GOLDEN MARY
Mattioli 1885
2015
2 commenti :
Ottimo recupero, da parte di una casa editrice piccola ma dal gusto impeccabile, e ottima segnalazione ;-)
E' vero, questa casa editrice pubblica degli ottimi libri
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