Amare significa non dover mai dire «mi dispiace». Un romanzo del 1970 da rivalutare, una storia d'amore scritta da un
professore di letteratura che fece commuovere milioni di lettori
Ogni epoca ha la sua storia d’amore, il suo Romeo e Giulietta, così come nel
1970 il romanzo Love Story , nato come sceneggiatura per un
film, scritto da un giovane professore di letteratura classica, ebbe un
successo inaspettato. Una storia semplice. Due giovani di estrazione sociale
diversa, lei Jennifer Cavalleri di origine italiana figlia di un fornaio è una
studente di musica, lui il narratore Oliver Barrett IV, di famiglia
facoltosa uno studente di Harvard, nel mezzo un amore profondo.
Si incontreranno in biblioteca, galeotto sarà il libro
Autunno del Medio Evo,
ma non verrà un buon incontro. Jennifer sfodera una certa aggressività poiché
Oliver è venuto a chiedere il libro fuori dalla sua università.
«Non hai la tua biblioteca?» mi domandò.
«Stai a sentire: Harvard ha il diritto di usare la biblioteca di
Radcliffe.»
«Non è una questione di legalità, "Preppie", ma di etica. Voi avete
cinque milioni di volumi, noi ne abbiamo poche luride migliaia.»
Ma infine faranno pace con un caffè, anche se lui detesterà quella "cosa
indiana" che lei si porta dietro e chiama borsa, scoprendo in seguito che era
una sua creazione.
Da questi mondi diversi, Oliver e Jenny vengono immediatamente
attratti l'uno dall'altro e il loro amore diventerà più profondo.
Oliver
avrebbe dovuto occuparsi dell’impero finanziario del padre, ma i due giovani
contro la sua volontà decideranno di sposarsi, e senza il sostegno della
ricca famiglia dovranno faticare per vivere.
Jenny darà lezioni private. Oliver invece riuscirà a laurearsi trovando una
occupazione in uno studio legale di New York, così potranno trasferirsi nella
metropoli.
Con una solida sistemazione economica decideranno di avere un
figlio, ma Jenny non riesce a concepire: sarà l’inizio di un drammatico
calvario fra consulti medici che daranno esiti nefasti per la ragazza.
L’incipit del libro è molto toccante e ci mette prevenuti nel leggere una
tragica storia d’amore.
Che cosa si può dire di una ragazza morta a venticinque anni?
Che era
bella. E simpatica. Che amava Mozart e Bach. E i Beatles. E me.
Love Story venne immaginato come sceneggiatura da Erich
Segal - nel 1968 aveva firmato lo script di Yellow Submarine - ma venne
respinto dagli studios perché ritenuto troppo sentimentale per l’epoca. Anche
prima del successo Segal aveva dimostrato un certo talento per
l'intrattenimento popolare. Durante i suoi anni come studente aveva scritto
per una rivista teatrale a Boston.
Yellow Submarine (film interpretato dai Beatles) lo trasformò in
una sorta di celebrità nel campus di Yale. La celebrità sarebbe presto
diventata notorietà con il suo Love Story.
Il suo agente letterario Lois Wallace, che aveva già aiutato lo scrittore Don
DeLillo per Rumore bianco spinse per farlo uscire prima in
romanzo.
La prosa era molto asciutta e con toni da fumetto, una storia apparentemente
banale che fece storcere il naso alla critica, ma che invece commosse
milioni di lettori.
Segnalato per un National Book Award, uno dei più
prestigiosi premi letterari negli Stati Uniti, la giuria minacciò le
dimissioni se il libro fosse stato inserito nell’evento.
Fra i giurati lo scrittore William Styron (autore del drammatico La scelta di Sophie ) giustificò la decisione sottolineando che "si trattava di un libro banale,
semplicemente non qualificabile come letteratura".
Segal ribatté dicendo: "Sinceramente non credo che dovrebbe essere posto sullo
stesso piano di Saul Bellow e John Updike".
Nel 1971 Il pianeta di Mr. Sammler di Bellow vinse il plauso
della critica e il National Book Award, ma Love Story catturò il
cuore dei lettori comuni.
Una storia semplice come si diceva, con elementi universali: l'amore, la
sofferenza, la morte. Tematiche che nel corso della nostra vita toccano tutti
e che continuano ancora oggi a fare parte del nostro destino. Capostipite dei
romanzi sentimentali che sarebbero venuti più avanti, un genere oggi ripreso
da Nicholas Sparks e altri.
Anche se oggi appare datato ha sempre un suo fascino. Uscito nel febbraio 1970
venne tradotto in 23 lingue.
Fu uno dei libri best seller dell’epoca, con
oltre 20 milioni di copie, rimanendo nella lista degli hardcover del New York
Times per più di un anno.
I critici potevano aver dichiarato morto il mercato per il sentimentalismo
vecchio stile, ma i lettori e il pubblico di tutto il mondo furono
desiderosi di pagare e leggere per quello che Pauline Kael, critico
cinematografico del New Yorker, chiamò il genere weepies, lo
strappalacrime.
Il libro
Erich Segal
LOVE STORY
Sperling & Kupfer
2018
Il film uscito nel dicembre 1970 (in Italia nel settembre 1971) lanciando al successo un giovane Ryan O'Neal, Ali MacGraw e un giovane Tommy Lee Jones, rimase per
settimane nelle sale, facendo commuovere milioni di spettatori, complice anche
la struggente musica di Francis Lai.
Fu il maggiore successo commerciale dell'epoca vincendo un Oscar per la migliore colonna
sonora.
Un successo inaspettato per un professore di letteratura classica a Yale.
Segal continuò con un seguito Oliver's Story e altri romanzi poi quasi
trent'anni dopo con La classe riprese il tema universitario nella
società degli anni '50. Alla fine de La classe c'è una frase che può
essere considerata una testimonianza sia per il libro che la vita di
Segal:
"La paura della morte è universale. Ma ciò che sta sotto la paura è il terrore
del disinteresse, ed essere dimenticato da tutti".
Un altro romanzo di Segal divenne film Un uomo, una donna e un bambino uscito nel 1980. Robert felicemente sposato con figli viene contattato
da un amico in Francia il quale gli annuncia che una donna, con cui aveva
avuto in passato una relazione, è deceduta, lasciando un figlio di cui Robert
non sapeva l'esistenza. Con la moglie accettano di prendersene cura ma
manterranno segreta la sua identità.
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