11 nov 2019

 

Il treno dei bambini - Viola Ardone. Storia commovente di una drammatica separazione

Il treno dei bambini, mini riassunto di una drammatica separazione. 

Nel romanzo di Viola Ardone, Il treno dei bambini (Einaudi) - ispirato a una storia vera - si dipinge l'Italia del dopoguerra, con un'attenzione particolare alla Napoli povera. Gli abitanti cercano di ricostruire le loro vite, narrate attraverso gli occhi di un bambino di sette anni dal nome emblematico: Amerigo Speranza.





Tra il 1946 e il 1952, le condizioni di vita per molti bambini, specialmente nel Sud, erano estremamente difficili. Il Partito Comunista Italiano organizzò un'iniziativa di grande sensibilità chiamata "I treni della felicità". 

Bambini dai 4 ai 12 anni, provenienti da famiglie povere, orfani e che vivevano praticamente per strada, venivano portati per alcuni mesi nelle regioni del Centro Nord e affidati a famiglie contadine leggermente più agiate per superare l'inverno. Qui venivano vestiti, mandati a scuola e curati.

Tra questi c'è il piccolo Amerigo Speranza dei Quartieri spagnoli che vive solo con la madre analfabeta, un padre scomparso, un fratellino morto prima che lui nascesse, e ogni tanto si aggira un uomo per la casa che lo fa lavorare vendendo stracci e che spesso si chiude in camera da letto con la donna. 

Il bambino è ingenuo "mica si nasce imparati" ma molto intelligente, gli piacciono i numeri più che le parole. Già all'inizio del romanzo quando cammina con sua madre per strada, si mette a contare le scarpe: 
"Guardo le scarpe della gente. Scarpa sana: un punto; scarpa bucata: perdo un punto. Senza scarpe: zero punti. Scarpe nuove: stella premio. Io scarpe mie non ne ho avute mai, porto quelle degli altri e mi fanno sempre male.
Mia mamma dice che cammino storto. Non è colpa mia. Sono le scarpe degli altri. Hanno la forma dei piedi che le hanno usate prima di me.
Hanno pigliato le abitudini loro, hanno fatto altre strade, altri giochi. E quando arrivano a me, che ne sanno di come cammino io e di dove voglio andare? Si devono abituare mano mano, ma intanto il piede cresce, le scarpe si fanno piccole e stiamo punto e a capo.". 

Un giorno, la madre accompagna Amerigo al "palazzo dei comunisti" per un incontro con una cortese signorina, che gli regala una preziosa caramella al limone, facendogli pizzicare il naso. "Non è che mangio caramelle tutti i giorni." In questo luogo vengono completate le pratiche burocratiche per trasferire i bambini al Nord.

Poiché era un treno progettato dai comunisti, suscitava una certa diffidenza. Si raccontava che i comunisti mangiassero i bambini, e le famiglie povere temevano che li portassero in Russia, in Siberia, per tagliar loro mani e piedi e mangiarli a colazione.

Ma la speranza di avere un pasto assicurato e un cappotto caldo è più forte di altre cose, e vivere tra i vicoli in questa miseria tra le "zoccole" (i topi) affamate quanto i loro abitanti, non è considerato salutare.

Prima di partire ai bambini gli vengono dati dei cappotti nuovi, Amerigo è felice di avere anche delle scarpe nuove, ma gli sbagliano il numero, per paura di perderle evita di protestare e si tiene queste strette. 

Gli appuntano poi i nomi sul bavero, ma in una scena intensa al momento della partenza con le madri preoccupate davanti ai binari, i ragazzi si tolgono i cappotti e li lanciano alle madri, perché potrebbero servire ai loro fratelli che restano, oppure nel caso di Amerigo alla propria madre per farne una giacca e proteggersi dal freddo. 

All'arrivo Amerigo e gli altri bambini sono affascinati nel vedere una tavola imbandita con un formaggio puzzolente (il gorgonzola), uno strano prosciutto con le macchie bianche (la mortadella), poi la nebbia e la neve: 
"per strada e sopra gli alberi piove ricotta... è ' A neve, acqua congelata come quella che vende il carretto di don Mimì". 

Ma quando inizia lo smistamento, per il ragazzo diventa un tormento, poiché tutti trovano la loro famiglia affidataria e Amerigo resta da solo nel vagone, consolato da Maddalena, una militante del partito, che gli spiega che c'è stato un contrattempo e una sostituzione all'ultimo minuto.

Arriverà Derna, una donna indurita dal dolore di una perdita ma che non ha mai avuto bambini :
«La signora si avvicina e mi tocca la guancia con la mano, è un poco fredda.
– Sei a Modena, mica in Russia, tra persone che ti vogliono bene, hai trovato una casa, fidati…
Questa non è casa mia e poi mia mamma dice che non bisogna mai fidarsi di nessuno, penso, ma non dico niente».

Derna ha una cugina con alcuni figli piccoli, affiderà a lei Amerigo quando va a lavorare.
Qui il piccolo protagonista vivrà i mesi decisivi della sua esistenza: le amicizie, i dialetti diversi, la scuola dove non ti danno le "scoppole", qualcuno che gli insegna la musica.

Il giorno del compleanno gli regaleranno un violino, ma il regalo più gradito sarà la lettera della madre, dettata a un amica poiché lei ancora non sa scrivere e sta cercando di imparare.

Poi c'è la ribelle Rossana una coetanea che "parla già come una grande " seminando parole dure come accoglienza e carità durante un pranzo con il sindaco, confondendo così le idee di Amerigo.

Nuovi orizzonti si aprono per lui insieme a una nuova consapevolezza, ma poi "quando il grano sarà alto" tutto finisce: dovrà ritornare a casa da sua madre.

Lo attendono i vicoli malfamati e il microcosmo di personaggi bizzarri, il tutto ora sotto occhi diversi. Capisce che la madre si serve di lui per sopravvivere, capisce chi è quell'uomo che trova spesso in camera della madre, e anche se Amerigo fa parte di questo mondo o almeno ne faceva parte, ora è tutto malinconicamente diverso.

Forse per gelosia o paura, sua madre interrompe i contatti con la famiglia adottiva, gli nasconde le lettere che gli arrivano da Modena, mentre gli altri suoi amici che erano con lui ricevono lettere e pacchi dono. Scoprirà che la madre gli ha venduto il violino che gli avevano regalato a Modena e che vi era nata una passione per la musica.  

Ritorna a fare il garzone e non riceve più notizie da Derna. Ogni giorno Amerigo va alla stazione per vedere i treni in partenza e immagina di salire su uno di essi e di tornare da Derna e toccare i suoi soffici capelli biondi. Un giorno lo farà davvero.

Poi ci spostiamo al 1994 trovando un Amerigo adulto. Ora è diventato un violinista di successo, partecipa al funerale della madre, qui incontra un anziana Maddalena la militante, che gli mostra una foto di quando era partito, dopo altri malinconici incontri si reca al cimitero per dare un ultimo addio alla madre. Partirà da Napoli lasciandosi dietro le spalle il suo passato. 

Nella prima parte, c'è la Napoli povera, i ragazzi piccoli ma già adulti, il linguaggio misto dialettale, una certa ironia di fondo nei giochi di parole. 

Nel complesso è una storia di formazione toccante, narrata in modo appassionante dal punto di vista del ragazzo, poi diventato adulto, un personaggio immaginario ma tratto dalla vita reale di tanti bambini che viaggiarono nei "treni della felicità", prendendo il lettore per mano e accompagnandolo fino all'ultima pagina.

Il romanzo affronta temi importanti come la povertà, l'emigrazione, l'educazione, la solidarietà e la resilienza dei personaggi, e offre una visione commovente e realistica della vita dei bambini dell'Italia del dopoguerra. Attraverso le sue esperienze, Amerigo imparerà il valore della solidarietà, dell'amicizia e del potere della musica come strumento di speranza e di riscatto.

Presentato alla Fiera di Francoforte è stato venduto in diversi paesi, qualcuno ha affermato che gli ricorda il film  Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, c'è infatti il distacco dalla povertà, poi il ritorno dopo tanti anni al Sud, la malinconia del passato, in una sorta di neorealismo magico su un bambino che cresce e vuole andare oltre la sua misera vita di borgata e Il treno dei bambini è una storia intensa che non può fare a meno di suscitare un qualche sentimento.

- Il treno dei bambini sarà anche un film di prossima uscita per il 2024 su Netflix con la regia di Cristina Comencini.  





Il libro lo potete ora ascoltare anche in audiolibro.  


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Il libro su Amazon 

Titolo: IL TRENO DEI BAMBINI

Autore:  Viola Ardone

Editore:  Einaudi

Anno: 2019

Pagine:  248







Altre letture per approfondire l'argomento


 LA STORIA VERA DEI BAMBINI CHE UNIRONO L'ITALIA






I treni dei bambini (immagine Istituto Luce)



La vera storia dei bambini che unirono l'Italia
di Giovanni Rinaldi























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3 commenti :

Giovanni ha detto...

grazie Gioacchino Di Maio per aver ricordato il mio vecchio libro "I treni della felicità" e aver linkato il mio blog.
La storia di Amerigo e Derna de "Il treno dei bambini" è appunto 'ispirata' alla storia di Americo Marino (di San Severo) e Derna Scandali (di Ancona) protagonisti del mio libro. Un saluto

Gioacchino Di Maio ha detto...

@Giovanni, una vicenda che merita di essere ricordata, grazie anche al tuo lavoro e al documentario Pasta nera di Alessandro Piva.

Giovanni ha detto...

per approfondire ancora di più https://www.facebook.com/giorinaldi/posts/10218394532446593