Il romanzo breve La casa natale (The Birthplace) venne pubblicato per la prima volta nel 1903. In apparenza questo scritto sembra essere uno spunto satirico lievemente divertente su quello che oggi chiamiamo "turismo culturale" poiché prende in esame la casa natale di William Shakespeare, di cui si sa poco, e il suo onesto e dubbioso custode.
I turisti e in particolare gli stranieri si affollano per vedere i luoghi di nascita di un personaggio famoso nella speranza che dopo aver visto un oggetto o essere stati nella stessa stanza di quella persona, avranno così una sorta di esperienza trascendentale che fornirà loro una profonda comprensione dell'arte, scrittura, filosofia o altro valore culturale.
Henry James esplora il fascino del pubblico verso il drammaturgo e la necessità di creare una storia della vita di Shakespeare dove altrimenti non esisterebbe.
Questi turisti hanno un'aspettativa su ciò che i custodi, i Gedges, diranno di ogni stanza della casa, delle circostanze della nascita e dell'educazione di Shakespeare al punto che si arrabbieranno se c'è qualche deviazione dal "copione".
Nel racconto Morris Gedge fa il bibliotecario in una noiosa biblioteca provinciale in Inghilterra, dove per la maggior parte vengono presi in prestito romanzetti femminili.
Un giorno riceverà un'offerta insieme alla moglie per diventare il custode della casa di Shakespeare a Stratford-upon-Avon. Sebbene il nome di Shakespeare non sia mai menzionato nella storia è ovvio a chi è devota "la Mecca suprema della razza di lingua inglese ".
Morris Gedge è sconvolto dal fatto che i precedenti custodi rappresentati da Miss Putchin che gli spiegherà il lavoro, e i "pellegrini" (Loro) in visita, siano interessati al luogo ma non all'Opera.
Desiderano vedere il luogo di nascita, ma non sono interessati a ciò che la persona nata lì ha creato. E nel caso di Shakespeare, anche l'autenticità del luogo di nascita è messa in dubbio, poiché di lui si sa molto poco, tanto ancora oggi di essere oggetto di dibattito tra i critici.
E Loro vogliono anche vedere dove Lui consumava il pranzo e dove prendeva il tè?». «Tutto, vogliono», disse Morris Gedge. «Vogliono vedere dove appendeva il Suo cappello e dove teneva gli stivali e dove Sua madre metteva a bollire la pentola». «E se lei non glielo mostra...?». «Lo mostrano Loro a me. C’è in tutti i loro librettini».
Nonostante si sappia molto poco della vita di Shakespeare, gli amministratori desiderano spremere ogni grammo di capitale culturale con i curiosi turisti che periodicamente arrivano numerosi (ogni anno circa due milioni di turisti visitano la Casa natale).
Una volta insediatosi come custode, Morris appare entusiasta del lavoro, un compito nobile, lavorare in quello che per il popolo inglese appare un dio.
Questa sorta di idolatria piano piano cambia in un senso di inadeguatezza, Morris non si sente degno di questo compito. Nella casa natale egli dovrà accogliere i turisti che fanno molte domande e questi vogliono risposte.
Nel suo carattere è molto onesto e leale, vorrebbe dire la verità, una verità che presto si trasforma in dubbio: ma il Bardo è davvero nato qui ? E in quale stanza ? Dove giocava da bambino ?
Finché inizia a dubitare delle chiacchiere che è costretto a dare ai turisti che visitano la casa. Perché quando il nostro protagonista prova a dire la verità, e cioè che non sa dare le giuste risposte che i visitatori vogliono sentire, rischia di essere licenziato.
Ciò porterà angoscia a sua moglie e un avvertimento da parte dei proprietari del luogo. Gedge alla fine deciderà che se la gente vuole la menzogna, la fornirà in abbondanza.
Darà quindi ai visitatori ciò per cui sono venuti, risposte culturali e mezze verità, tra miti romantici e luoghi comuni.
Questo piacerà ai visitatori che accorreranno sempre più numerosi, e piacerà finanziariamente anche all’amministratore del posto. Morris diventerà famoso, specie in America, anche perché molti sono americani in visita, conservando il lavoro e avendo anche un aumento di stipendio.
La casa natale di Shakespeare oggi (Wikipedia) |
La storia contiene al suo interno anche un elemento abbastanza serio di teoria letteraria. È nota come "la morte dell'autore" ed è stata resa famosa per la prima volta nel 1967 dal critico letterario francese Roland Barthes.
La teoria, messa in una forma molto semplificata, è quella per cui non c'è modo possibile di provare alcun nesso causale tra la vita degli autori e le opere che producono. Pertanto dovremmo concentrare la nostra attenzione critica sulle opere stesse, non sui loro autori.
Il romanziere D.H. Lawrence l'ha messa in un altro modo quando disse "Fidati della storia, non del narratore".
Questa è anche la teoria discussa tra Gedge e il signor BD Hayes, un turista americano in occasione della sua prima visita. Hayes cita da Amleto : « 'La commedia è la cosa'. Lascia stare l'autore ».
L'origine della storia
Henry James ammirava William Shakespeare e in una lettera alla sua amica Violet Hunt dell'agosto 1903 dice scherzosamente : "...sono una sorta di ossessionato dalla convinzione che il divino William sia la più grande e la più riuscita frode mai praticata su un mondo tollerante. Più lo rigiro e più lui mi colpisce ... trovo quasi altrettanto impossibile concepire che Bacon abbia scritto le opere teatrali come concepire che l'uomo di Stratford (-upon-Avon), come sappiamo, abbia fatto."
James in questa storia mette in guardia contro la mitizzazione di qualsiasi figura venerata, ma certamente e soprattutto contro Shakespeare. Lo stesso James ha combattuto i propri desideri per trovare prove dell'uomo dietro il drammaturgo e ha preso provvedimenti, come il rogo di una buona quantità delle sue stesse carte personali, per impedire a fan e critici allo stesso modo di conoscere dettagli intimi.
Se il pubblico si concentra troppo sulla vita privata dell'artista, in questo caso su quella di Shakespeare, allora esiste la grave possibilità di creare un culto della personalità costruita sulla finzione.
A James venne raccontata la storia di come il poeta Joseph Skipsey, nato nel Northumberland, e sua moglie, nominati custodi della casa natale di Shakespeare nel 1889, fossero rimasti delusi e se ne fossero andati dopo solo un paio d'anni.
Skipsey fu uno dei 132 candidati sostenuto da alcune delle figure culturali più importanti dell'epoca fra cui Oscar Wilde. Dopo meno di due anni fu disilluso dall'incarico che (confidò in una lettera che non sarebbe stata aperta fino a dopo la sua morte) prevedeva di occuparsi di reliquie che non avevano "una storia definita" e di dover "perpetuare errori e frodi" sui visitatori e il pubblico in generale.
James registrò questa storia nel 1901 nel suo taccuino: "gli Skipsey avevano scoperto che il loro lavoro era "pieno di bugie, e superstizioni imposte loro dal grande corpo di visitatori, che vogliono la storia positiva e impressionante su ogni oggetto, ogni caratteristica della casa, ogni cosa dubbia – il racconto semplificato, senza scrupoli, ..e finirono per contrarre un feroce disgusto intellettuale e morale per il modo in cui dovevano incontrare il pubblico”
Fu questa storia, con al centro il conflitto tra arte e commercio, che divenne, nel 1903, La casa natale. Nella storia di James, Shakespeare non è nominato e la coppia, i Gedge, non scappano di casa ma abbracciano invece il mito adeguandosi al volere dei visitatori.
I documenti
La prima prova documentaria che lega la famiglia Shakespeare alla casa di Henley Street risale al 29 aprile 1552. In questa data John Shakespeare, il padre di William, fu multato per aver lasciato un mucchio di spazzatura fuori dalla sua proprietà in Henley Street.
Da questo è seguito un documento del 26 gennaio 1597, un atto che riconosce la vendita di una stretta striscia di proprietà sul lato ovest della proprietà di John Shakespeare a John Badger, suo vicino. Questo trasferimento di terreno, insieme ad altri documenti dell'epoca colloca definitivamente la proprietà di John Shakespeare nel sito su cui oggi sorge la casa natale.
Proprio come molti dei dettagli della sua giovane vita, la data esatta della nascita di William Shakespeare è sconosciuta, anche se è ampiamente accettato che sia il 23 aprile 1564. È noto, tuttavia, che fu battezzato nella Chiesa della Santissima Trinità a Stratford-upon-Avon il 26 aprile 1564 .
Nel Registro composito di battesimi, matrimoni e sepolture le voci relative a William Shakespeare, alla sua famiglia, ai parenti e ai discendenti sono contrassegnate da una "x". Focolaio di peste registrato l'11 luglio 1564.
Sebbene si sappia relativamente poco della giovinezza di Shakespeare e delle sue interazioni con le proprietà di Henley Street nei suoi anni formativi o nella sua vita adulta, sappiamo che ha ereditato la proprietà alla morte di suo padre. Egli, a sua volta, lasciò in eredità le proprietà a sua figlia Susan, continuando il passaggio familiare fino alla messa all'asta nel 1847 da quello che sarebbe poi diventato lo Shakespeare Birthplace Trust, un'associazione per la conservazione come monumento nazionale.
Altri articoli su Henry James presenti in questo blog:
RITRATTO DI SIGNORA IN VIAGGIO
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Titolo: LA CASA NATALE
Autore: Henry James
Editore: Spartaco edizioni
Anno: 2022
Pagine: 152
Traduzione: Sergio Perosa
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