6 nov 2017

 

Il giro di vite – Henry James. Una piccola storia ambigua e velenosa

Una giovane donna risponde a un piccolo annuncio: dovrà tutelare due ragazzi Flora e Miles nella tenuta di campagna di Bly, di cui lo zio non può prendersi cura, causa la morte dei genitori in India. La giovane governante ha avuto un educazione circoscritta e poca esperienza di vita e il suo nuovo lavoro oltre all'eccitazione le mette una grossa responsabilità sulle spalle. La precedente governante era morta in modo misterioso e la giovane sostituta si troverà di fronte una domestica, l’ingenua signora Grose insieme a due apparenti bambini adorabili. Ma non tutto pare essere come dovrebbe e si scoprirà che altri due componenti della servitù sono entrambi deceduti in circostante poco chiare.




Nella vita reale Henry James (1843-1916) era un solitario, nonostante i tanti amici intorno a lui. Era una persona riservata che amava mantenere la sua distanza dalle persone. Così come anche i personaggi dei suoi romanzi sembrano rispecchiare questa idea. 

Scrive nella prefazione a Il giro di vite (Feltrinelli) il curatore e traduttore Luigi Lunari: "La società che egli dipinge non ha – letteralmente – problemi di danaro: tutti i suoi personaggi sono i ricchissimi membri di un esclusivo “jet set” ante litteram e godono di quella libertà che nella nostra civiltà solo il danaro può dare."

La classe più bassa, servitù, i prestatori d'opera e camerieri che circondano i protagonisti, non hanno mai né un nome o un volto, se non la descrizione delle loro funzioni: «...gli “altri” si confondono con uno sfondo nebbioso, da cui non emerge che un braccio che porge un biglietto da visita su un vassoio o una tazza di tè, per poi immediatamente scomparire, riassorbiti da quella nebbia senza volto e senza vita» .

E' per questo che Il giro di vite (1898) fa eccezione dato che ci racconta la storia di una governante, una de "gli altri". Bollato come storia di fantasmi, ha dato vita a molte interpretazioni tanto che qualcuno vi ha visto uno studio in chiave freudiana sulla repressione sessuale, dato che la trama ruota intorno alla psicologia del personaggio centrale, la giovane governante, che vede delle apparizioni o fantasmi, ma solo quando è sola o preoccupata delle sue fantasie allucinatorie.

James scrisse il romanzo in un periodo in cui c'era una passione per le storie di fantasmi. C’era chi credeva nelle storie vere e chi leggeva solo per il gusto dell’inverosimile. C'erano scrittori scettici che si divertivano a far credere a ciò che nel profondo dubitano, (come Dickens), e altri che confidavano al lettore nell’esistenza di un altro mondo meno credibile del nostro. Nel mezzo si inserisce James prediligendo invece l’ambiguità e la sperimentazione.

L'interesse dello scrittore non era nello stereotipo di genere. Non era attratto da quei classici fantasmi che appaiono terrorizzando i malcapitati. Era più interessato ai fantasmi della vita reale, "l'insolito e il sinistro ornato dentro la naturale normalità", come scrisse nella prefazione della sua ultima storia di fantasmi The Jolly Corner o L'angolo felice.  


Il giro di vite: l'idea iniziale 


Era usuale raccontare storie di fantasmi alla vigilia di Natale e in una prefazione all'edizione del 1908 James ci indica la fonte della sua storia in un ricordo raccontato da Edward White Benson, arcivescovo di Canterbury: un racconto di bambini tormentati dai fantasmi e di un paio di servitori che non gli vogliono bene. 

Il 12 gennaio 1895 nel suo taccuino scrive: «I domestici, sono malvagi e depravati, corrotti e corrompono i giovani; i bambini sono cattivi, pieni di malvagità a un livello sinistro. I domestici muoiono (il modo è vago) e con le loro apparizioni, ritornano a perseguitare la casa e i bambini. Sembrano essere invitati e sollecitati, verso luoghi pericolosi: un fosso profondo, una  recinzione scoperta, ecc., in modo che i bambini possano distruggere se stessi, entrando nel loro potere...È tutto oscuro e imperfetto, l'immagine, la storia, ma c'è un suggerimento di un strano effetto raccapricciante. La storia andrebbe narrata - ovviamente - da uno spettatore esterno». * 


Il racconto del racconto


Nel capitolo zero il narratore introduce il lettore in una storia che aveva tenuto tutti senza fiato intorno al focolare, una strana storia in una vecchia casa alla vigilia di Natale, un apparizione terrificante avuta da un bambino in camera con la madre, svegliata per lo spavento, lei invece di fargli passare la paura risulta anch’essa terrorizzata quanto il piccolo. Ma non era l'unica storia. 

Da parte di un ospite si fa presente che questo non era il primo caso di una storia in cui vi era coinvolto un bambino. Se d'altronde la figura di un solo bambino dà alla narrazione "un altro giro di vite" che succede se ci sono due bambini? "Diremmo naturalmente", esclamò qualcuno, "che i giri di vite sono due! E poi che vorremmo saperne qualcosa.”

James con abilità verso il lettore e i personaggi stessi che vogliono sentire la storia, mette un tono di suspense rinviando il racconto, perché questo si trova in un vecchio quaderno dai bordi dorati con la copertina rossa, chiuso a chiave dentro un cassetto, da dove non esce da anni e scritto da una donna morta venti anni prima, "la più gradevole donna che io avessi mai conosciuto in quel suo ruolo". 


L'ambiguità


Il tema del soprannaturale nelle mani di Henry James fa riflettere. Esso è importante perché porta alla storia un elemento essenziale e ricco di ambiguità: è possibile che i fantasmi ci siano, ma è altrettanto possibile che non esistano affatto.  La governante sostiene che li vede, ma nessun altro personaggio ammette di vederli. 

Se crediamo al racconto della governante, gli altri personaggi sembrano nascondere delle importanti verità su Bly e la sua storia. Ma se cambiamo punto di vista e crediamo agli altri personaggi della storia, allora non ci sono fantasmi, e la governante appare ignara di avere una sua personale ossessione. 

Oscar Wilde a proposito del libro in una lettera del 1899 a Robert Ross scrisse: «Penso che sia una piccola storia meravigliosa, lurida e velenosa, come una tragedia elisabettiana. Sono molto impressionato da essa. James sta sviluppandosi, ma non arriverà mai alla passione, temo».

Il giro di vite forse non ci dice tutto quello che dobbiamo sapere sul mondo fittizio di James e di Bly e se lo troviamo incompleto, oppure insoddisfacente (Lunari ci consiglia che una sola lettura potrebbe non bastare), dobbiamo apprendere un importante lezione da questa narrazione.




L'autore


Henry James (New York, 1843 - Londra, 1916) è stato scrittore di insuperata finezza psicologica e di grande prolificità, vero ponte fra Europa e Stati Uniti. Fra le sue opere più importanti ricordiamo, oltre a  Ritratto di signora (1881), i romanzi Washington Square (1880), I bostoniani (1886), La coppa d’oro (1904).




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Autore: Henry James
Titolo: IL GIRO DI VITE
Editore: Feltrinelli 2017
Pagine: 202




*henryjames.org.uk










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