Una sensibile storia d'amore di libertà e riscatto che nasce dal confronto di due solitudini
Arthur Opp negli anni '80 insegnava all'università prima di abbandonarla a causa, si diceva, di una relazione con una delle sue allieve. Da allora si è chiuso in casa, non esce più, e si è messo a mangiare diventando molto grasso tanto da non voler più salire al piano di sopra della sua casa. Il cibo è quasi tutto ciò che conta per lui e ne mangia in grandi quantità, soprattutto se qualcosa gli sconvolge la giornata.
È sempre stato grassoccio, ma ora pesa più di duecento chili. La sua amica che viveva nell'appartamento della porta accanto, è morta, e vive sul ricordo della relazione platonica che ha avuto con Charlene una sua allieva. Non la sente da molti anni, ma poi un giorno viene stabilito un contatto e Charlene malata vuole che Arthur aiuti suo figlio Kell.
Arthur Opp è il protagonista del romanzo Il peso dell'americana Liz Moore, pubblicato da NN editore. Egli vive solo nella sua grande casa a Brooklyn, dove in pratica vi ha abitato tutta la vita, non esce da più di un decennio, e si fa portare tutto ordinando on line, a malapena mette i piedi sull'uscio di casa e scambia qualche battuta con il fattorino.
Nelle giornate buie resta seduto sul suo divano disfatto dall'alba al tramonto, e nei giorni peggiori resta disteso sul letto. Tranne quando mangia. Per lui il cibo è qualcosa che riempie di gioia la sua vita.
"Ogni sera mi ripeto che domani sarà diverso e nuovo, che domani sarà meno brutto, anche di poco. Domani forse andrò a fare una passeggiata, o farò jogging in casa, oppure tirerò fuori da sotto il letto quel maledetto e polveroso step che ho ordinato una volta su un catalogo e farò ginnastica agli ordini del primo esperto di fitness in tutina che comparirà sul televisore.
Ma non lo faccio mai. Ogni sera a letto mi ripeto la stessa promessa. Mi premo le mani giunte sul petto perché sullo stomaco non ci stanno, il mio stomaco si appiattisce e si espande quando mi sdraio, e arriva quasi ai bordi del letto matrimoniale, e prego lo stesso Dio che prego da quand'ero un Arthur molto piccolo. "
Non esce in pratica da quando è stato accusato di aver avuto una relazione con una studentessa e il giorno in cui doveva apparire alla commissione per esaminare il caso, non si è presentato e si è chiuso in casa.
Si affatica quando sale appena sette gradini e si sente come "imprigionato dentro una custodia, come un violoncello o un fucile costoso", così scriverà a Charlene.
Lui l'ha sempre amata, specie quando la prima volta la incontrò al corso serale con indosso i suoi abiti colorati come un semaforo "le guance rosa come un tulipano, il viso rotondo come una moneta. Bassa e minuta, simile a un coniglietto, la più giovane del gruppo di dieci anni."
Charlene Turner è goffa, la sua frangia in uno stile che non è "in", nemmeno negli anni '80. Non capisce la letteratura, discute dei personaggi come se fossero amici che disapprova .
Spinta a considerare il significato di una tragedia greca, scrive su un giornale insistendo sul fatto che Medea era egoista : "Non avrebbe dovuto uccidere i suoi figli. Avrebbe dovuto suicidarsi".
I ricordi di Arthur su una breve e cara amicizia con Charlene, lo sostengono e allo stesso tempo lo rattristano poiché ora è un'altra cosa persa per lui.
Separati non solo da decenni di distanza, ma da strati su strati di vergogna, ognuno per suo modo, Arthur e Charlene brancolano troppo lentamente l'uno verso l'altro mentre il figlio di Charlene, Kel, affronta i suoi stessi demoni travolgenti.
Non la sente da molti anni, solo per alcune lettere, ma poi un giorno viene stabilito un contatto. Charlene gli telefona vuole che lui aiuti suo figlio Kel.
Il romanzo si sposta anche nella vita del ragazzo raccontando la sua passione per il baseball. Arthur si ritrova la foto che gli ha mandato Charlene, in posa c'è un ragazzo coi capelli chiari, sedici o forse diciassette anni, con in mano una mazza da baseball.
" In lui c'era qualcosa di familiare, ma ero certo di non conoscerlo". Questa frase "qualcosa di familiare" insinuerà un dubbio al lettore fino alla fine del romanzo per sapere se Kell sia figlio suo.
Kel Keller è il figlio di Charlene. È anche il ragazzo povero che frequenta una scuola a nord dove vanno i ragazzi ricchi. Non è molto intelligente, ma è un bravo ragazzo e uno sportivo. Sta anche cercando di far fronte a una vita familiare a pezzi, il padre non lo ha mai conosciuto, mentre sua madre ora malata e depressa fa sempre più affidamento a ciò che scivola da una bottiglia.
Il suo imbarazzo nell'avere una madre strana e sempre più turbata ma che ama, è rappresentato in modo molto commovente. Il divario tra la sua vita familiare e la ricchezza del quartiere crea un ritratto sfumato e una diversità di classe. Nonostante tutta la sua abilità nel farsi degli amici, Kel è un altro pesce fuor d'acqua.
Non consiglierei di leggere "Il peso" mentre sei a dieta. Il libro, pur descrivendo la vergogna di Arthur, non ha paura di trasmettere la sua gioia per il cibo:
"...le persone, quando mangiano, fanno davvero tenerezza. Le labbra piene di desiderio, le mascelle rilassate, il tremito e la perdita di controllo, gli sguardi colpevoli al compagno o agli sconosciuti. La concentrazione, la grande concentrazione del mangiare. E il piacere che comporta. Ricordo, al tempo in cui uscivo di più, ricordo che guardavo la gente nei ristoranti. Persone che mangiavano sole, perse nel piacere del cibo, e che piacere."
Il suo legame con Charlene, basato principalmente sul riconoscimento che lei, come lui, sono dei disadattati, rimane il momento clou della sua vita, anche se ha posto fine alla sua carriera di insegnante.
Quando lei chiama dopo decenni di corrispondenza, Arthur si osserva, guarda il suo corpo, la sua casa disordinata, la sua mancanza di amici e li confronta con tutte le bugie che ha scritto a Charlene.
Decide che deve apportare alcune modifiche prima di incontrarla (forse) di nuovo. Chiamerà un' agenzia per far le pulizie in casa - dopo decenni c'è molto da fare - gli mandano Yolanda una ragazza risoluta, ma lui non è abituato a ricevere visite, quindi si trova in imbarazzo con qualcuno in casa che passa l'aspirapolvere e sposta le sue cose immobili da anni.
Tra i due nasce una certa intesa, specie quando un giorno Yolanda incinta viene lasciata dal suo ragazzo. Come un padre o un fratello Arthur l'accoglie in casa per qualche tempo e la sua solitudine si allontana. Yolanda riuscirà anche a farlo uscire di casa, sebbene per lui sia faticoso camminare. Ma una tragedia incombe.
Quando un atto di disperazione lascerà sia Kel che Arthur bloccati, il libro rivela la sua vera intensità. La spiegazione dell'autrice sulla psicologia di Arthur è forse troppo chiara, ma il calore, l'umanità e la speranza in questo romanzo lo rendono avvincente e piacevole.
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Titolo: IL PESO
Autore: Liz Moore
Editore: NN editore
Anno: 2022
Pagine: 364
Traduzione: Ada Arduini
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