Il gioiello da lutto vittoriano contiene una iscrizione e un piccolo incavo con alcuni capelli intrecciati dell'autrice di Jane Eyre.
Molto spesso quando si mette mano nelle vecchie soffitte o nelle cantine si possono trovare oggetti personali che dovrebbero rimanere tali. Non è questo il caso di una donna del Regno Unito che durante la sistemazione di una soffitta del defunto suocero, si è imbattuta in un gioiello che conteneva una ciocca di capelli appartenuta, probabilmente, alla scrittrice Charlotte Brontë.
L'anello è venuto alla luce nel mese di aprile durante l'ultimo episodio di Antiques Roadshow, girato a Erddig, Galles del Nord, popolare trasmissione inglese della BBC dove le persone portano a valutare vecchie cose trovate nelle loro case.
foto BBC |
Dopo aver esaminato in varie cassette di chiavi è riuscita a trovare quella giusta ma è rimasta delusa nel vedere che dentro c'era solo un anello. Tuttavia non ha potuto fare a meno di notare un'iscrizione all'interno.
Usando una lente d'ingrandimento per dare un'occhiata più da vicino, trova il nome di C. Brontë e una data del marzo 1855. Cercando su internet si è resa conto che era la data di morte della scrittrice.
Usando una lente d'ingrandimento per dare un'occhiata più da vicino, trova il nome di C. Brontë e una data del marzo 1855. Cercando su internet si è resa conto che era la data di morte della scrittrice.
All'interno c'è una specie di coperchio con una cerniera e dentro una ciocca di capelli intrecciati. L'esperto gioielliere dello show Geoffrey Munn ha detto che c'era poco motivo per dubitarne, poiché era normale nell'epoca vittoriana fare gioielli da lutto con dei capelli che ricordavano il defunto. Ancora non c'era la fotografia e i familiari avevano il terrore di dimenticare il viso o il carattere della persona deceduta.
Foto BBC |
Dall'anello si apre una sorta di coperchio e vengono alla luce questi filamenti di capelli molto finemente lavorati e intrecciati, simile a un braccialetto che Charlotte portava con i capelli delle sue sorelle.
Ann Dinsdale, principale curatrice presso la Brontë Society & Brontë Parsonage Museum, ha detto che è possibile che l'anello sia stato fatto usando i capelli dell'autrice, anche se la sua provenienza è sconosciuta.
Dinsdale riferisce che l'anello sarebbe una "graziosa aggiunta" alla collezione del Museo, fondi permettendo. "Abbiamo già una considerevole collezione di capelli di Charlotte Brontë al Museo".
Senza i capelli, l'esperto Munn ha detto che l'anello sarebbe stato valutato appena 25 sterline, invece con i capelli e la scritta l'ha stimato a 20.000.
Martha Brown (1828-1880) fu la domestica di fiducia di casa Brontë. Dopo la morte di Charlotte conservò una ciocca di capelli, che poi passò all'amica di Charlotte, Ellen Nussey.
Martha custodiva una grande collezione di cimeli di Brontë che era felice di mostrare, ma era riluttante a vendere. Alla sua morte questa collezione è stata divisa tra le sue sorelle e gradualmente dispersa.
Scrive Lindall Gordon in Charlotte Brontë: una vita appassionata (Fazi editore) :
«I suoi lucidi capelli, divisi da una riga in mezzo, sono raffigurati con soffici tratti al di sopra delle orecchie. L’ampiezza della fronte è bilanciata da un collo di cigno che forse deve in parte la sua lunghezza all’estro artistico. Ma al cuore del ritratto c’è il suo sguardo deciso, irradiato da due grandi occhi castani: uno sguardo a un tempo capace di osservare, rivolto al mondo davanti a sé e visionario».
Martha Brown (1828-1880) fu la domestica di fiducia di casa Brontë. Dopo la morte di Charlotte conservò una ciocca di capelli, che poi passò all'amica di Charlotte, Ellen Nussey.
Martha custodiva una grande collezione di cimeli di Brontë che era felice di mostrare, ma era riluttante a vendere. Alla sua morte questa collezione è stata divisa tra le sue sorelle e gradualmente dispersa.
Charlotte Brontë nel 1850 ritratta a carboncino dal pittore George Richmond |
Scrive Lindall Gordon in Charlotte Brontë: una vita appassionata (Fazi editore) :
«I suoi lucidi capelli, divisi da una riga in mezzo, sono raffigurati con soffici tratti al di sopra delle orecchie. L’ampiezza della fronte è bilanciata da un collo di cigno che forse deve in parte la sua lunghezza all’estro artistico. Ma al cuore del ritratto c’è il suo sguardo deciso, irradiato da due grandi occhi castani: uno sguardo a un tempo capace di osservare, rivolto al mondo davanti a sé e visionario».
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L'amore oltre la morte
Meredith Woerner in un articolo su io9gizmodo intitolato: "Love after Death: The Beautiful, Macabre World of Mourning Jewelry", spiega che per secoli le persone hanno sempre indossato gioielli di lutto per commemorare i loro cari, oltre che con capelli anche pezzetti d'ossa incastonati, può sembrare macabro ma era normale ricordare i defunti prima delle fotografie, e in seguito ci fu la moda di fotografare i morti (fotografie post mortem), di cui il cinema horror ha preso qualche spunto.
Gli oggetti non erano limitati alle donne, anche gli uomini potevano avere gemelli commemorativi o catenelle da taschino con parti di capelli intrecciati della persona deceduta.
Per quanto riguarda i materiali, il nero era il segno distintivo di molti pezzi di lutto. Ma diversi metalli e gemme hanno significati diversi. Il bianco era dedicato a una donna morta non sposata e vergine. Le perle indicavano la perdita di un bambino.
La regina Vittoria, rese popolare la tradizione per la tristezza dovuta alla perdita di suo marito, il principe Alberto, indossando l'anello di lutto del marito (il Mourning ring) per il resto della sua vita.
Il bracciale di Charlotte Brontë da cui non si separava mai.
Oltre alle pietre di ametista, il cinturino è composto dai capelli
intrecciati delle sue sorelle morte, Emily e Anne.
Fonte: The Guardian
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