Shirley è stato il secondo romanzo scritto da Charlotte Brontë dopo Jane Eyre. Qui la
Brontë abbandona la narrazione in prima persona da parte del personaggio
principale femminile, che aveva impiegato con successo nel precedente libro e che
sarebbe riapparso in Villette, in favore di una terza persona onnisciente che
narra la storia. I personaggi principali sono due donne Shirley Keeldar e
Caroline Helstone. Shirley una giovane donna testarda, indipendente e determinata che si ritroverà proprietaria di terreni e Caroline donna timida e incerta, ma anche saggia e capace. Protagonisti sentimentali anche due uomini l'industriale Robert Gérard Moore e il fratello insegnante Louis.
Il romanzo inizia con Robert Moore, un industriale dello Yorkshire, che
attende una spedizione di macchinari tessili distrutti dai lavoratori arrabbiati che
protestano la perdita dei posti di lavoro alla fabbrica. Robert è un tipo insensibile verso coloro che hanno perso il lavoro, concentrato più sui
profitti dell'azienda. Rifiuterà una proposta di matrimonio da parte della lontana cugina Caroline Helstone, attratto da
Shirley una ricca ereditiera, forte donna indipendente proprietaria di
terreni, che a sua volta respingerà la proposta definitiva di
Robert.
Caroline, povera ma rispettabile,
non ha altre prospettive sia di matrimonio che di lavoro, dal momento che
tutte le professioni diverse da quella di governante sono precluse alle donne.
Figlia di una madre assente e un padre violento, Caroline vive presso lo zio
sacerdote, uomo cui il matrimonio lo ha reso diffidente verso le donne in
generale. Dopo il rifiuto di Robert, Caroline si ritira in
questa casa senza amore, cominciando a deperire finché incontrata Shirley le restituirà la
salute diventando sua amica.
Shirley nel frattempo ha un infatuazione per Louis il
fratello di Robert e un tempo suo precettore di francese, un uomo indigente ma il suo orgoglio le impedisce di
esprimere quei sentimenti, Louis, a sua volta, è altrettanto trattenuto dal
dichiarare il suo amore verso di lei per paura del rifiuto dato da una donna i cui mezzi
economici sono notevolmente superiori dei suoi. Ma d'altronde quasi ogni uomo
non sposato intorno per chilometri sta cercando di ottenere la mano di
Shirley.

L'idea della Brontë era quella di scrivere una grande storia d'amore su uno sfondo sociale industriale ma fu costretta a modificare le sue intenzioni originali più volte durante il corso della stesura del romanzo. Basato su alcuni riferimenti autobiografici questo poteva essere di imbarazzo nell'ambientarlo nel suo presente (1849), quindi concentrò la sua storia fra il 1811 e il 1812 durante la depressione industriale causate dalle guerre napoleoniche, nell'episodio storico delle rivolte sociali luddiste sul settore tessile dello Yorkshire, con i lavoratori disperati di perdere il posto a causa della meccanizzazione degli stabilimenti.
Nonostante il lieto fine convenzionale del romanzo,
Shirley (che esce ora per l'editore Fazi) è comunque un
potente atto d'accusa contro la posizione delle donne nel diciannovesimo secolo.
Il loro status di indipendenza rappresenta una fonte di miseria nel destino iniziale di
Caroline Helstone, che, come le stesse sorelle Brontë, non ha né la dote con cui
assicurare un marito né un qualsiasi mezzo rispettabile per guadagnarsi da
vivere.
La condizione delle altre donne che dipendono dagli uomini per la
loro sopravvivenza è simile alla situazione dei lavoratori soggetti al loro padrone. Charlotte raccontava la società inglese disorientata dalla rivoluzione industriale e dagli effetti nella cultura e nel sociale, e per un certo verso si può considerare un romanzo storico sullo sfondo delle guerre napoleoniche, anticipando di qualche anno i
Tempi difficili di Dickens il quale affermava di non aver mai letto la Brontè anche se nei suoi romanzi
David Copperfield e
Casa desolata ci possono essere analogie con
Jane Eyre.
Gran parte degli avvenimenti e personaggi reali ispirarono Charlotte alla
stesura del romanzo ascoltati dalle narrazioni degli abitanti della
regione, documentandosi sui giornali dell'epoca per capire meglio lo spirito che
aleggiava in quei tempi turbolenti.
Per Shirley si ispirò dal vivo su
molti dei suoi compaesani, ma inventò i fatti: pensava che, essendo questi
fittizi, potevano ritrarre la realtà delle persone senza che venissero
riconosciute. Ma si sbagliò.
Ci furono persone che si riconobbero: chi venne
riconosciuto da altri, sia nella descrizione che nel comportamento, chi nel linguaggio e modo di pensare, nonostante nel romanzo i personaggi agiscono in situazioni
differenti. I curati descritti con una sottile ironia e umorismo, erano
tre uomini realmente vissuti ad Haworth e nelle sue vicinanze, dotati di una percezione ottusa della realtà.
Il carattere energico della stessa Shirley è, secondo Charlotte, il ritratto della sorella Emily. "
I personaggi di questo libro sono soltanto creature imperfette (la mia penna si rifiuterebbe di proporre personaggi modello)" scrive nel libro l'autrice.
Durante la stesura del
secondo tomo gli morì il fratello, e la sorella Emily già malata lo seguì poco
dopo. L'altra sorella Anne morì l'anno successivo. E' comprensibile che il tono
del romanzo dopo queste tragedie subì delle variazioni, in particolare sul
destino di Caroline Helstone, liberamente ispirato a Anne.
Il capitolo XXIV lo
intitolerà
La valle dell’ombra della morte che risente la sofferenza patita da Charlotte, in un momento di malattia nel personaggio di Caroline, così come l'apertura del capitolo successivo
"Non sempre vince colui
che tenta questo divino combattimento. Notte dopo notte, il nero sudore
dell’agonia può zampillare sulla povera fronte, e colui che assiste invano
supplica con quella voce senza suono che spira dall’anima nel colloquio con
l’Invisibile. - Risparmia l’oggetto del mio amore-, implora, - guarisci la vita
della mia vita! Non strappare da me quel lungo affetto che s’intreccia con la
mia natura tutta! Dio dei cieli, chinati su di noi... ascoltaci... sii
clemente!-".

Per quei critici che avevano elogiato Jane Eyre, Shirley fu una delusione. La
stessa Charlotte ne era poco convinta "Standomene appartata, ora aspetto di
vedere quel che ne sarà di "Shirley". Le mie aspettative sono molto poche, le
mie previsioni alquanto tristi e amare, tuttavia la scongiuro di esprimere
onestamente la sua opinione; l'adulazione sarebbe peggio che vana" scrive in una
lettera a G. H. Lewes, critico letterario della Edinburgh Review.
Anche se
pubblicò sotto lo pseudonimo di Currer Bell, pensando che in questo scritto non
si potesse intravedere una mano femminile, venne scoperta da un lettore che si
era stabilito a Liverpool, il quale quando lesse il libro fu colpito dal nome di
alcuni luoghi che vi erano menzionati e dai modi della lingua dialettale usata, giungendo alla conclusione che l'autore era di Haworth e l'unica persona in quel
villaggio in grado di avere scritto il romanzo era Miss Brontë, rendendo così pubblicamente in un giornale le sue deduzioni. A quel punto Charlotte lo dovette
ammettere durante una visita a Londra nel 1849.
La vita di Charlotte Brontë
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Ma se fuori dall'Inghilterra
gli elogi all'opera si sprecavano, nel suo paese veniva aspramente criticata
tanto che ospite dei Thackeray, la moglie dello scrittore gli nascose il Times che conteneva una
severa critica per non addolorarla. "La signora Smith riprese il suo lavoro di
cucito sforzandosi di non osservare l'espressione dell'altra che tentava di
nascondersi dietro le pagine; ma non poté non accorgersi delle lacrime che le
rigavano le guance cadendo sul grembo" scrive Elizabeth Gaskell nella sua
biografia. Lewes criticò i personaggi di Shirley come innaturali e poco
realistici, nonostante l'affermazione dell'autrice che essi erano tratti dalla
vita reale.
Sotto certi aspetti però la critica negativa funzionò da cassa di
risonanza per la scrittrice dando al romanzo un altra chance.
Shirley, pur considerata un opera minore, differisce notevolmente da Jane Eyre,
avendo affinità con
Mary Barton e
Nord e Sud di Elizabeth Gaskell, e anche qualcosa con l'eroina di Hardy in
Via dalla pazza folla.
Il romanzo
contiene un esplicita requisitoria sulla condizione della donna in Inghilterra volta ad
evidenziare le classi e le divisioni sociali con le possibili conseguenze. Il personaggio di Shirley Keeldar, comunque, diverrà una delle prime eroine
indipendenti e risolute della letteratura inglese anticipando la nuova figura della donna
alla fine dell'epoca vittoriana.
Curiosità
Nonostante l'autrice sia ben nota e amata, a livello cinematografico e televisivo, solo
Jane Eyre è stato adatto più volte se si eccettua
Villette una miniserie del 1970, e un film su
Shirley nel 1922.
Anello con i capelli di Charlotte Brontë trovato in una soffitta
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