Il Sentiero Tra le Risaie: Quando l'Amore si Intreccia tra Fatica e Tradizione
Un romanzo che ti porta nel cuore dell'Italia rurale del dopoguerra, tra mondine valorose , risaie brumose e segreti di paese.
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| Charles Dickens e Turk |
"Improvvisamente mi trovai davanti un cartello di cartone, scritto in bella calligrafia, che stava su di una scrivania e recava queste parole: «Attenti. Morde.» Saltai subito sulla scrivania, temendo che ci fosse sotto perlomeno un grosso cane. Ma, sebbene guardassi in giro con occhi sgomenti, non potei scorgere alcuna traccia di esso. Stavo ancora scrutando da ogni parte, quando tornò il signor Mell e mi domandò che cosa facessi là sopra.
«Chiedo scusa, signore,» dico io, «ma, se non vi dispiace, sto
cercando il cane.»«Il cane?» dice lui. «Quale cane?»
«Non è un cane, signore?»
«Che cosa non è un cane?»
«Quello a cui bisogna stare attenti; quello che morde.»
«No, Copperfield,» dice lui gravemente, «non è un cane. È un
ragazzo. Ho avuto ordine, Copperfield, di attaccarti questo cartello alla schiena. Mi dispiace di cominciare con te in questo modo, ma devo farlo.»"
Mio caro signor Fitzgerald,
Sono stato gratificato dalla lettura del vostro articolo sui miei cani. Mi ha dato una sorta di piacere molto particolare, cosa per il quale vi ringrazio sinceramente. Il proprietario della rivista "Il famoso cane Caesar", è così comprensivo, che mi fido con perfetta fiducia del suo sentimento su quello che voglio dire in queste poche parole. Mi interessa molto una vostra promessa cioè di inviarmi la vostra biografia di Sterne quando uscirà. Se sarò in Inghilterra prima di questo, sarei felice di vedervi qui sulla cima della collina di Gad a Falstaff. E' una campagna molto bella ad appena 30 miglia da Londra; e se potessimo dedicare un giorno o due per le sue belle passeggiate, io e miei due ultimi cani, un San Bernardo e un segugio, saremmo felici della vostra compagnia.
Molto fedelmente il vostro Charles Dickens
10 luglio 1863
"Penso che il suo amore più forte, tra gli animali, era per i cani. Trovo delizioso un aneddoto raccontato da lui di un cane appartenente a una signora che conosceva bene, "Of" si chiamava un grande terranova dal pelo nero ma molto simpatico. Veniva da Oxford e aveva vissuto tutta la sua vita in una fabbrica di birra.
Le istruzioni che gli erano state impartite se fosse stato lasciato solo erano che ogni mattina doveva, regolarmente fare il bagno nel fiume e venire subito a casa. Egli lo fece con la massima puntualità, ma dopo un po' di tempo venne notato che puzzava di birra.
La sua proprietaria era così sicura dall'odore di birra che decise di dargli un occhiata e seguirlo. Il cane dopo la sua nuotata girava l'angolo e saliva su una rampa di scale di un negozio di birra.
Il negoziante lo vide e prese un piatto di peltro. La proprietaria gli senti dire: "Be ', vecchio mio, vieni per la birra, come al solito, vero?». Al che gliene mise un poco nel piatto a il cane bevve. Essendo necessaria una spiegazione su questo l'uomo poi disse alla padrona:
«Sì, signora. So che è il vostro cane. Non è la prima volta che viene. Ho visto che scodinzolava vicino ai vasi, e annusare, così ho capito che era abituato alla birra. Allora gli ho dato una goccia, e lui non l'ha rifiutata. La mattina dopo è venuto puntuale come un orologio e gli ho versato una pinta, da allora è sempre venuto a prendere la sua pinta regolarmente. "
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Un cane sagace nel Il circolo Pickwick (ill. Robert Seymour 1836 ) |
"Questo barboncino portava in testa un chepì da soldato (inutile aggiungere che lo portava di sghimbescio e che gli copriva un occhio), un cappottino pure da soldato e stivaletti bianchi d’ordinanza.
Era armato di moschetto e baionetta in miniatura e faceva un perfetto Presentat’arm, con l’occhio disponibile rivolto verso il padrone o superiore che fosse, in piedi vicino a lui. La sua disciplina era talmente ammirevole che, allorché il treno si mosse, e il cane fu raggiunto dagli urrà di commiato delle reclute, nonché da una pioggia di monetine, diverse delle quali colpirono il suo chepì, egli nonostante tutto non si scompose e rimase fermo al suo posto finché il convoglio non scomparve alla vista.
A questo punto, consegnò le armi al proprio superiore, si tolse il chepì con la zampetta, si mise a quattro zampe, facendo sì che il cappotto dell’uniforme diventasse la cosa più assurda sotto questo cielo, e si mise a correre per la banchina con i suoi stivaletti bianchi, dimenando la coda oltre ogni misura."
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Bill Sikes e il suo cane in Oliver Twist |
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