7 set 2020

 

Annette e la signora bionda. Otto racconti a risvolto psicologico di Georges Simenon

Otto racconti a risvolto psicologico di Georges Simenon del 1940 tra cui spicca l'innamorata Annette

Annette e la signora bionda (Adelphi) raccoglie otto racconti di Georges Simenon pubblicati sul settimanale Gringoire nel 1940. Sono racconti brevi con personaggi che si muovono tra modeste pensioni, caffè con forte odore di calvados dal "retrogusto di salamoia che caratterizza tutti i caffè dei porti", il gelo invernale della Norvegia, oppure per contrasto i quarantasette gradi dell'Africa equatoriale, la turistica Costa Azzurra, le stradine acciottolate immerse nella penombra, moglie e mariti traditi, gente di mare, bambini giocosi e coscienti, affittuari reticenti, e infine l'innamorata del titolo la nostra vivace Annette (l'unico racconto pubblicato sulla rivista Pour Elle nel gennaio 1941), che per amore ne combina di tutti i colori. Insomma, l'umanità del Simenon senza Maigret è molto concreta in queste piccole grandi storie.

 

pour elle 1941


I racconti in breve


Il buffone del Saint-Antoine ci presenta un marinaio, Petit-Louis, che dopo sette mesi di mare arriva al porto di Fecamp in Normandia. Ha calcolato tutto: alle otto è a terra, alle nove meno dieci prenderà il treno per Bréauté dove prende la corrispondenza, e la sera, cambiando altre due volte, sarà a Concarneau per sposare Marguerite. 

Ma Petit-Louis ha un difetto: gli piace bere e una volta a terra il suo piano non va nella direzione giusta.



Il medico di Kirkenes ci porta nella gelida e buia Norvegia dove il termometro a dicembre segna meno ventotto gradi. La monotona vita del pacato dottor Joachim Troms viene sconvolta dall' arrivo di Stor-Anders, un caposquadra della miniera vicina. Tossisce, indica il petto e la gola, tossisce di nuovo, troppo perché sia ​​naturale; dice di aver preso un raffreddore e vuole del whisky o qualcos'altro di forte. 

A Kirkenes, le bevande alcoliche sono disponibili solo su prescrizione medica. Il dottor Tromps le vende nella sua farmacia. Ma cosa succederebbe se i minatori, che vivono lì per mesi e mesi, senza vedere nessuno, lontano dalle loro famiglie che vivono a Oslo o altrove, un giorno si ubriacassero? D'altra parte Stor-Anders avrebbe un buon motivo familiare per gettarsi tra i fumi dell'alcol. 




cote azur


Dalla gelida Norvegia alla luminosa Costa Azzurra ne Il delitto dello scorbutico. 

Pierre Chincholle cerca di affittare delle case ai turisti. Non se la passa molto bene: la moglie malata, il figlio che si messo in un brutto guaio, per fortuna arriva una famiglia olandese a cui si può appioppare "Les Rochers Pourpres", una villa enorme costruita una cinquantina d’anni addietro, in stile rococò, con grandi vetrate, tende polverose, caloriferi che non funzionano e, a causa della sua esposizione, piuttosto umida anche in piena estate". Ma nella dispensa c'è un cadavere di cui sbarazzarsi al più presto. 



Il capitano del Vasco è ambientato nell'Africa equatoriale e il Vasco è una nave per il trasporto del legname. «Parola mia, Verbe, lei è sempre più disgustoso» chi parla è il capitano Josse, sulla cinquantina rivolto al suo indolente capo-ingegnere che dalla mattina alla sera, si trascina con il suo pigiama a righe con i pantaloni che gli scivolano sotto la pancia. I coniugi possono divorziare, ma loro no. La Compagnia, che possiede una trentina di navi come il Vasco, non ha mai accettato di separarli e poi il lascivo Verbe si porta spesso in cabina delle donne del luogo. 

Mentre il capitano Josse sogna un ingegnere capo con cui avrebbe familiarizzato e con il quale avrebbe parlato ... pensa alla sua bella casa a La Rochelle,  a Elise, la sua giovane moglie (ventiquattro anni); a Colette, sua cugina, ancora più giovane (diciotto anni). A proposito di Colette… Josse rivive il suo ultimo ritorno a riva, giunto un giorno prima del previsto, senza avvisare la moglie.  

Questa storia, l'ha raccontata molte volte anche davanti a Verbe, ma senza rivolgersi veramente a lui, che non aveva mai detto niente. Ma ad un tratto quando il cuoco della nave gli porta una torta alla crema con il tè, Josse ci ripensa e capisce.

Sembrava diventata un’ossessione: pasticcino alla crema!... pasticcino alla crema!..». Elise però ha sempre detestato la crema. In casa c'erano la moglie, la giovane cugina e quello che viene fatto passare per il fidanzato della cugina, ma se invece fosse stato l'amante della moglie ?



La mattina dei tre funerali vede un ragazzino di undici anni, Georget, che come le altre mattine, si sveglia alle cinque e mezza. È buio, fa freddo. C'è brina sulle finestre. Conta i secondi per vestirsi e lanciarsi in strada. Georget cammina veloce radente i muri, conosce tutti nel quartiere e non ha paura. Georget si reca all'ospedale Edith-Cavell dove serve la messa delle sei per i funerali e raccogliere alcuni franchi da portare a casa. A meno di dieci metri da lui, addossato davanti a un portone c'è qualcuno in piedi ... qualcuno che non conosce. Lo sconosciuto lo chiama, il ragazzo trema di paura. Lo sconosciuto lo osserva da tre giorni, ha un favore da chiedergli, in cambio del quale gli offrirà un magnifico regalo: una bicicletta. Ma per averla dovrà aprire una porta che precede l'ingresso alla cappella... 

Il racconto venne pubblicato nel marzo del 1940 sul settimanale Gringoire con il titolo Le velò de l'enfant de choeur poi modificato. Simenon qualche anno dopo riprenderà parte della storia e del personaggio nel racconto La testimonianza del chierichetto nella raccolta La pipa di Maigret. 




         foto di George Brassai 1930 

Tre bambini, Albert, René e Bilot giocano sul marciapiede ne La strada dei tre pulcini chini come tre pulcini raschiano la terra tra le pietre del selciato, per creare dei canaletti dopo che Madame Romond, una donna grassa e trascurata, ha appena lavato la sua soglia di due gradini e la sua porzione di marciapiede. Arriva Cendron, ha quindici anni, ma i ragazzi pensano che sia già un uomo e ha un piede deforme. Conosce alcune cose, ma solo la metà le rivela, fra queste dice a Bilot di aver visto suo padre uscire da una casa dove vive una donna che gira seminuda sempre con una vestaglia celeste. Si dice che sia mantenuta da un avvocato di quartiere e anche che riceva altri uomini. 

La sera a cena Bilot con tutta la sua innocenza ne parla a tavola. La moglie Hélène sospetta. Charles spiega. O meglio, tenta di spiegare. Sua moglie non vuole sentire niente, offesa che dopo sei anni di matrimonio, lui abbia osato andare a trovare questa donna. Probabilmente un malinteso. La famiglia però si trasferirà in un altro quartiere. Bilot non giocherà mai più accovacciato come un pulcino sul marciapiede con i suoi amici. Ora maggiorenne però si troverà nei guai per delle donne e dovrà chiedere aiuto a suo padre... 



La moglie del pilota è Madeleine, fino a tre anni addietro era la moglie di Porel, pilota navale. Lo sguardo provocante e le labbra carnose, più giovane di lui di una decina d'anni, lo chiamava "cocchino mio" in lei c'era una sorta di volgarità sensuale, che trapelava persino dalla voce. Fino al giorno in cui l’aveva sorpresa insieme al suo collega il capitano Popinga, con grande imbarazzo di tutti. 

Porel aveva divorziato conducendo una vita tranquilla in una solitaria pensione.  Il 29 di ogni mese però c'è il turno di guidare l'Ada, di cui il signor Popinga, un olandese, è il capitano. I due uomini non si sono più parlati. 

Si accorge che un dipinto sostituisce la fotografia di Madeleine che Popinga teneva su uno scaffale. La fotografia non c'è più. Madeleine ha quindi lasciato Popinga, che l'ha informato dicendogli che ora vive ad Anversa. Porel gli scrive e gli propone di tornare a vivere con lui a Rouen. Madeleine risponde che accetta, ammettendo di essere cambiata e non lo ha mai dimenticato, ma quel "cocchino mio" che continua a ripetere, a Porel proprio non gli va giù, e potrebbe essere la sua disgrazia...








Annette e la signora bionda. Annette Barnavon, diciassette anni vive a La Rochelle con i suoi genitori. Sua madre dà lezioni di pianoforte e canto. Suo padre insegna violino, violoncello, clarinetto, e chissà cos'altro. Ogni domenica Annette incontra le sue amiche - Lucette, Gigi e Marie-Louise -  sulla terrazza del Café Français.  Non importa dove e quando si incontrano, sulla bocca di Annette c'è sempre un nome : Maurice ... Maurice Camage è per lei l'uomo ideale, un ragazzone che probabilmente non ha idea dell'ammirazione di cui è oggetto.  

È un giovane avvocato che ancora non ha difeso nessuno. Maurice però ha una relazione con una signora bionda di trentacinque anni, paffuta, divorziata da un diplomatico. Non sappiamo da dove venga, ma sono passate poche settimane da quando si è trasferita all'Hotel Trianon, con tanti bauli come una viaggiatrice di lusso. 

Annette è gelosa e racconta alle amiche di essersi intrufolata nella camera della donna, facendo a pezzi il suo guardaroba, compresa una costosa pelliccia, poi si è presa una foto di Maurice. 

Ma prima di scivolare nella stanza della bionda signora, si è nascosta in un'altra camera vicina che non era vuota. C'era un uomo che si stava radendo con la faccia piena di sapone ... Il caso vuole che quest'uomo, un assicuratore di nome Bernard verrà presentato poco dopo ad Annette dal padre durante una cena; è un bravo ragazzo, sarebbe perfetto per una della sue amiche, ma non per lei, e poi è un testimone della sua bravata, bisogna tenerlo buono e raccontargli tutta un altra storia sul perché si trovava in quell'hotel. 

Intanto all'hotel scoppia un putiferio: tre auto della polizia sono davanti alla porta e un agente impedisce ai curiosi di entrare. La bionda signora, nella sua vestaglia mattutina semitrasparente recita la scena della sua vita per raccontare l'orribile scoperta che ha fatto quando è tornata nella sua stanza...

Dal racconto Annette et la Dame blond è stato tratto un film francese nel 1942 per la regia di Jean Dréville. 



Il libro consigliato


Titolo: ANNETTE E LA SIGNORA BIONDA

Autore: Georges Simenon

Editore: Adelphi

Anno: 2020

Pagine: 176

Traduzione: Marina Di Leo 


Immagini tratte dalla copertina della rivista  Pour Elle del 8 gennaio 1941 e 9 settembre 1940 

(credits palaisgalliera.paris.fr)


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