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Qualcosa per cui vivere di Richard Roper è un libro che scalda subito il cuore

Quando tutto sembra perduto nella vita di Andrew ecco che arriva l`amore, spazzando via la solitudine di un uomo rassegnato

Il bel romanzo di Richard Roper Qualcosa per cui vivere (Einaudi) è l`affascinante e toccante storia di un solitario uomo sulla quarantina che svolge un lavoro atipico e ha un debole per la musica di Ella Fitzgerald. Sarà Peggy, la sua nuova collega, a dare un incredibile svolta alla sua vita solitaria.


         The Meeting Place, St Pancras Station, London (wikipedia)


Il lavoro di Andrew non è certo dei più gioiosi. Il protagonista, impiegato presso il Comune di Londra, si occupa di organizzare i funerali per i cosiddetti "poveri", ovvero persone che muoiono sole, senza familiari o amici che possano occuparsi di loro. Gli appartamenti di queste anime solitarie hanno un odore inconfondibile, quello della solitudine. Andrew conosce bene questa sensazione, poiché anche lui conduce una vita isolata e teme profondamente di finire nello stesso modo.

Le loro vicende malinconiche incorniciano il libro, emergendo con forza in poche pagine essenziali. Sono per lo più uomini anziani, individui che, per motivi diversi, hanno scelto o subito l'isolamento dalla società. Come Terry, caduto nella vasca da bagno e ritrovato solo sette mesi dopo dal proprietario di casa, preoccupato per l'affitto non pagato. Nessuno, nel frattempo, si era accorto della sua assenza.

Particolarmente triste sarà la storia di Alan e Beryl, una coppia innamorata separata dalla depressione, Andrew e la sua collega rintracceranno l'amata Beryl distante 500 chilometri dalla capitale inglese, attraverso una vecchia fotografia, per dargli la triste notizia. 

La struttura del romanzo si sviluppa su più livelli. Andrew si presenta al lettore come una figura empatica, un’anima gentile che cerca di offrire un senso di dignità a coloro che sono stati emarginati dalla vita. 

Si dedica a ispezionare le loro modeste abitazioni, alla ricerca di indizi: denaro che possa coprire le spese per il funerale o contatti di amici e parenti da avvisare. Infine, partecipa alle esequie, spesso in solitaria insieme al prete, nonostante non sia tenuto a farlo. 

Le storie di questi individui rispecchiano anche i problemi della vita personale di Andrew, agendo come una sorta di racconto ammonitore sul suo futuro come egli potrebbe finire, a meno che qualcosa non cambi. 

Si porta dietro un retroscena infelice ma estremamente credibile di familiari defunti prima del tempo: un padre morto quando aveva tre anni, una madre emotivamente instabile appassionata di Ella Fitzgerald e una sorella maggiore semi-alienata, Andrew si trova chiaramente in una sorta di zona pericolo per una futura depressione. 

A parte il fatto che per gli altri ha una moglie e due bambini adorabili e una graziosa casa indipendente in un sobborgo elegante vicino al suo lavoro. Il lettore sa subito che non è vero, Andrew si è creata una famiglia immaginaria per ottenere il lavoro, nata da un desiderio malinconico e desideroso, dato che lo strambo capoufficio vuole che i suoi dipendenti siano una famiglia ma con famiglie a seguito. 

Il problema è che una bugia del genere regge fino ad un certo punto, dato che il capoufficio un giorno per armonizzare il gruppo, propone delle cene mensili a casa di ognuno.

Andrew dovrà escogitare qualcosa per far sembrare di essere sposato con Diana, la moglie immaginaria, d'altra parte sapremo alla fine, una vera Diana nella sua vita era esistita veramente. 

Richard Roper con questo esordio letterario crea un alone di mistero avvincente sin dall'inizio. Andrew discute spesso della sua famiglia con i colleghi, (si è creato una sorta di mappa con i possibili episodi che potrebbero accadere in una famiglia reale) ma quando torna dal lavoro la sera, nel suo spoglio appartamento mangiando pane tostato e fagioli, nessuno si preoccupa mai di salutarlo. Almeno non per venti anni. 

Quella che si dipana è una storia intensa e sorprendente, che scava nel cuore di una vita fuori rotta. Il protagonista trova conforto in un forum online dedicato agli appassionati di modellismo ferroviario, discutendo delle migliori locomotive, mentre i suoi unici rapporti umani, oltre ai colleghi di lavoro, rimangono virtuali. I social media possono attenuare il senso di solitudine, ma, come suggerisce Roper, è indispensabile avere persone reali accanto a noi per crescere, affrontare le sfide e ricevere consigli concreti.

Il romanzo è un esame creativo della solitudine, raccontata in un tono disinvolto, e anche con umorismo british, alleggerito dall'arrivo di una nuova collega di lavoro chiamata Peggy. 

Lei ha i suoi problemi coniugali da affrontare, il marito alcolista, le bambine irrequiete, troverà un confidente in Andrew tra pinte al pub e quiz da tavolo ma anche nel loro oscuro e bizzarro senso dell'umorismo. 

Tra i due, (che fra l'altro lavorano insieme andando ad esplorare le abitazioni dei poveri anziani defunti) inizia lentamente una sorta di affiatamento eccitante che mette in crisi il povero Andrew, con l'ostacolo della grossa bugia familiare. Vorrebbe dire la verità a Peggy e quello che sente per lei, ma come la prenderà ? 

Durante una gita, accolto in casa della sorella di Peggy, nascerà la scintilla: un furtivo bacio, che per lui appare la conferma di una possibile vita romantica con lei "Mi hai salvato la vita" mormorerà. 


«Vedere Peggy corrergli incontro in quel modo, capire che la sua presenza era importante nella vita di un altro, pensare che forse dopo tutto lui non era solo un mucchietto di carbonio destinato a una bara disadorna gli diede una scarica di felicità pura...»


Andrew adora la musica di Ella Fitzgerald e trascorre molto del suo tempo libero ad ascoltarla, ma ha una sorta di crisi viscerale travolgente che non può controllare quando una delle sue canzoni Blue Moon si infila nella sua testa. Qualcosa in lui non funziona, e nel corso del romanzo scopriamo gradualmente il suo passato, imparando di più su come è finito un anima solitaria che arriverà quasi fino al suicidio dentro la vasca finché una telefonata di Peggy gli salva la vita.

Il libro mostra davvero come possiamo avere due facce di fronte agli altri ma la realtà può essere molto diversa, affrontando con onore il tema della solitudine specie quella maschile che appare più fragile rispetto a quella femminile. 

La lettura coinvolge profondamente, spingendoci a scoprire come si concluderà la storia di Andrew e Peggy. L'autore rompe gli schemi del classico climax da commedia romantica zuccherosa, optando per un finale delicato e appagante, capace di riscaldare il cuore dei lettori.


L'autore

Richard Roper, ha 30 anni e vive a Londra, è stato ispirato a scrivere il romanzo dopo aver letto un articolo sugli impiegati comunali che si occupano dei funerali di persone che muoiono senza i propri cari.

«Sono rimasto colpito dal modo insolito di guadagnarsi da vivere: cercare i parenti più prossimi di qualcuno, cercare tra i loro beni. I funzionari dell'articolo erano dipinti come stoici e concreti - anche se, straziante, spesso partecipavano ai funerali del defunto solo per assicurarsi che qualcuno fosse presente. Non ho potuto fare a meno di chiedermi come doveva essere la loro vita. È stato allora che ho avuto l'idea di scrivere questo libro» (writing.ie)



VEDI ANCHE

L'uomo dimenticato, una storia vera in Norvegia 





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Titolo: QUALCOSA PER CUI VIVERE

Autore: Richard Roper

Editore: Einaudi

Anno: 2020

Pagine: 352

Traduzione: Manuela Francescon












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