6 mag 2019

 

Il castello dell’arsenico e altri racconti. Simenon e il dottor Jean Dollent

Ultimo volume di Simenon dedicato alle indagini del dottor Jean Dollent

Si conclude con questi cinque racconti Il castello dell'arsenico (Adelphi) la serie delle tredici storie dedicate a Jean Dollent alias "il dottorino" chiamato così per la sua bassa statura, che ha la passione per le indagini investigative. 
Pubblicati in una rivista tra il 1939 e 1941, poi in volume nel 1943, si può dire una sorta di divertissement, un divertimento frivolo ma intelligente da parte del noto autore di Maigret, su un personaggio che di professione fa il medico di provincia e viaggia con la sua amata 5 Cv chiamata  Ferblantine, un medico con un intuito infallibile per le indagini complicate che spesso riesce a sorprendere anche il commissario Lucas, in un altro contesto, fedele collaboratore di Maigret.
  



La pista dell'uomo con i capelli rossi (La piste de l'homme roux)

Il dottor Dollent a Parigi deve vedersela con l'omicidio di un antiquario in cui è sospettato un uomo dai capelli rossi messo nei guai da una donna affascinante come le dive americane, una cosiddetta vamp. Durante il suo soggiorno il provinciale Dollent si trova affascinato dalla grande metropoli, lo spettacolo dell'alba parigina lo metterà di buon umore facendolo canticchiare a quell'ora mentre si fa la barba, ma non tutti trovano inebrianti quei momenti mattutini, specie il commissario Lucas coinvolto nelle indagini che si sente essere messo da parte.





L'Ammiraglio è scomparso (L'Amiral a disparu)

In una assolata cittadina della Provenza di cui non si fa il nome "per non urtare la suscettibilità locale" durante la sua passeggiata quotidiana un uomo scompare davanti agli occhi di tutti: è l'Ammiraglio, un pezzo d'uomo di novanta chili con addome prominente. Il paese è il classico posto dove si conoscono tutti e tutti hanno qualcosa da mormorare, ed è strano che nessuno abbia visto nulla. Lo chiamavano Ammiraglio poiché da giovane aveva lavorato come aiuto cuoco in vari piroscafi e portava sempre un berretto da ufficiale di marina. Ma come può un uomo sparire in pieno giorno in mezzo a una strada di paese con i loro negozianti che si osservano dalle vetrine, senza lasciare tracce ?
Il dottor Jean affascinato da questo caso letto sui giornali, si precipita nella calda Provenza con la sua vecchia auto Ferblantine, a indagare "per raccogliere una sfida alquanto ridicola", anche perché qualcuno gli aveva mandato una lettera anonima.



Il campanello d'allarme (La sonnette d'alarme)


Il nostro dottore dovrà avere a che fare con Étienne Chaput, un classico testimone mendace, flaccido da mani a piedi con doppio mento e pancia che straborda dal gilet, e dire che possedeva una fabbrichetta di ceri, tanto che - pensa Dollett ironicamente  - se fosse stato più caldo si sarebbe sciolto.
Antipatico, avaro e vizioso almeno agli occhi del dottore, Chaput è accusato di comportamento poco corretto nei confronti di una donna a bordo del rapido Parigi-Marsiglia delle venti e quarantacinque, raccontando una storia ai limiti dell'assurdo cui il nostro dottorino con la sua esperienza sente puzza di menzogna. Si era rivolto al dottorino per evitare uno scandalo dato che la sua attività era di natura piuttosto particolare.
In questa avventura Dollett si troverà a indagare in un luogo di aperta campagna isolato, tra ruscelli, viottoli irti di rovi, con lo squallido scenario tipico delle strade ferrate: pali del telegrafo, pietrisco annerito e boscaglia spelacchiata, rischiando quasi la vita in una locanda gestita da loschi figuri chiamata «Au Rendez-vous des fins pêcheurs».



Il castello dell'arsenico (Le château de l'arsenic)

La dimora del titolo si trova nei pressi della foresta d'Orleans, un castello grande e scalcinato dove si presume che gran parte della famiglia sia stata uccisa con dell'arsenico e i sospetti sono rivolti verso il proprietario decaduto signor Moardaut.
Il dottor Dollent si presenta ai cancelli della vecchia dimora subito circondato da un orda di cani, con l'intenzione di vedere l'anziano proprietario il quale non si scompone minimamente quando il nostro dottore gli chiede garbatamente se lui è l'assassino, anzi lo riceve con cortesia.

Moardaut è un tipo triste e malinconico, convinto di avere una maledizione a cui tutti i suoi cari anno dopo anno periscono. Quelli rimasti sono ormai due domestiche e il figlio ritardato che subito si siede sulla Ferblantine di un Dollent abbastanza irritato scambiandola per un giocattolo.
Ma la faccenda si fa seria poiché il dottore viene invitato a pranzo, un pranzo semplice quasi povero e per poco non ci rimette la vita, dato che qualche ora dopo il figlio viene trovato morto con accanto una bottiglia di rum avvelenata con arsenico.






L'uomo delle pantofole (L'amoureux aux pantoufles)

L'ambiente di questo racconto è quello dei grandi magazzini. Un uomo corpulento arriva sempre alla solita ora - le sei e un quarto - un momento di grande affollamento e agitazione, poiché alle sei e mezzo il negozio chiude, fa il solito giro dei reparti tra i clienti sgomitanti, e si ferma nel reparto pantofole vicino a una porta d'uscita.

Gaby la commessa ormai è esasperata, perché il nostro uomo di mezza età, già da una settimana, gli chiede di provare decine di pantofole sempre diverse fino a quando la campanella di chiusura squilla e allora si reca alla cassa con la scatola sotto il braccio per pagare.
Finché un giorno mentre l'uomo si sta provando le solite pantofole viene colpito in pieno petto da qualcuno al piano di sopra con un arma nel reparto giocattoli, solo che il proiettile sarà mortale.
Il dottor Dollent insieme al commissario Lucas scoprirà che la vittima era un ex poliziotto in pensione, e in casa sua troveranno decine di scatole piene di pantofole e altri oggetti acquistati nel negozio ma mai scartati.
Rimane comunque il mistero da risolvere sul perché il placido pensionato è stato ucciso e sopratutto da chi.
Il dottorino come al solito lo scoprirà notando nelle sue indagini dentro il negozio una cassiera con in mano una busta gialla.




Villa Agnes a La Rochelle (a destra) 
( foto Google  Maps)

I racconti sono gradevoli con un pizzico di umorismo, descrizioni d'ambiente e d'epoca, tra le righe si nota quanto "il dottorino " adori la grande città di Parigi, lui che viene dalla provincia Charente-Maritime, dove fra l'altro risiedette per poco tempo lo scrittore all'epoca a La Rochelle presso Villa Agnes nel 1938, luogo dove scrisse questi racconti.

Al contrario del suo personaggio Simenon amava La Rochelle, i suoi portici, il porto, la luce, la gente e la sua villetta era a pochi passi dal mare. Durante i lavori di ristrutturazione si sistemerà in una pensione accanto, non scrivendo i romanzi che avrebbero richiesto troppa concentrazione tempo ma alcuni racconti brevi. 


  • Gli altri libri della serie del dottor Jean Dollent già usciti e segnalati nel blog


IL MORTO PIOVUTO DAL CIELO

IL FIUTO DEL DOTTOR JEAN 



Il libro su Amazon

Titolo: IL CASTELLO DELL'ARSENICO e altri racconti
Autore: GEORGES SIMENON
Editore: Adelphi
Anno: 2019
Pagine: 189
traduzione: Marina Di Leo

















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