Le protagoniste di questi tre libri novità sono donne di varie età e paesi diversi. Con L'isola delle anime la finlandese Johanna Holmström ci racconta una storia vera lungo l'arco di un secolo, un luogo isolato, l'isolotto di Själö in Finlandia su cui si erigeva un manicomio per sole donne con problemi mentali, la loro permanenza nell' istituto sarebbe stata senza un ritorno. L'americana Jen Beagin con Facciamo che ero morta ci regala una sorta di confessione di una donna delle pulizie che si innamora di un balordo nell'America odierna, ma lei custodisce un drammatico segreto familiare. L'altra donna del romanzo I due esorcisti è una sedicenne immacolata che all'improvviso si trasforma, specie quando un prete borderline arriva nella cittadina e viene accolto nella nuova comunità religiosa, agli occhi di molti la ragazza appare posseduta dal demonio, ma sarà proprio così ? Un romanzo del 1962 inedito in Italia che inaugurava un genere di successo un decennio dopo.
dipinto di Albert Edelfelt (1881) |
Johanna Holmström
L'ISOLA DELLE ANIME
Neri Pozza
Nella Finlandia del 1891 una giovane e incosciente contadina non si rende conto di aver ucciso i suoi piccoli figli calandoli nel fiume come zavorra di cui liberarsi. Viene mandata in una piccola isola dove si erge un edificio in stile liberty. È Själö, un manicomio per donne ritenute incurabili.
Un luogo di reclusione da cui in poche se ne vanno dopo esservi entrate. Quarant'anni dopo l'edificio accoglie ancora altre donne "incurabili" che vengono rasate e messe sotto custodia. Le infermiere registrano ogni cambiamento d’umore, con scrupolo seguono le variazioni di peso e il ciclo mestruale. Decidono se qualcuna è “insolente” o “aggressiva” o “capricciosa” o “incline al pianto” o “infantile”. Un giorno giungerà Elli, una giovane ladra che porterà lo scompiglio nell'intera comunità.
La scrittrice finlandese Johanna Holmström intreccia alcune storie ispirata da reali fatti accaduti: le storie di Kristina, Elli, Karin e Sigrid in una narrazione lunga oltre un secolo.
Un luogo di reclusione da cui in poche se ne vanno dopo esservi entrate. Quarant'anni dopo l'edificio accoglie ancora altre donne "incurabili" che vengono rasate e messe sotto custodia. Le infermiere registrano ogni cambiamento d’umore, con scrupolo seguono le variazioni di peso e il ciclo mestruale. Decidono se qualcuna è “insolente” o “aggressiva” o “capricciosa” o “incline al pianto” o “infantile”. Un giorno giungerà Elli, una giovane ladra che porterà lo scompiglio nell'intera comunità.
La scrittrice finlandese Johanna Holmström intreccia alcune storie ispirata da reali fatti accaduti: le storie di Kristina, Elli, Karin e Sigrid in una narrazione lunga oltre un secolo.
Kristina, una giovane contadina, diventa una emarginata nella sua comunità dopo che uno stupro ha avuto come risultato la nascita di una figlia e poi un altro bambino. Lascerà che i suoi bambini addormentati scivolino nelle acque nere di un fiume. Solo un decennio dopo si risveglia dal suo stato psicotico, per ritrovarsi prigioniera a Själö.
La storia di Elli inizia a metà degli anni '30, quando arriva al manicomio dopo un periodo passato in una casa di correzione. Un'adolescente ribelle affamata di amore nella sua famiglia borghese. A differenza di Kristina, Elli è determinata a lasciare l'isola. Lo farà alla fine - ma non senza pagare lo sconto richiesto dall'ideologia eugenetica del luogo. Il destino di Elli è legato a quello di Karin, il cui orientamento sessuale è una delle ragioni della sua incarcerazione.
Sigrid è un'infermiera sensibile e idealista con una vocazione per aiutare i malati di mente che collegano queste varie sezioni. La incontreremo in veneranda età all'inizio del romanzo, che si chiude con il suo funerale nel 1997, 100 anni dopo la prima apparizione di Kristina.
«Sotto l’alta erba bruna dietro la chiesa di Själö, quasi del tutto nascosta, c’è una lapide grigiastra, molto consumata. Giace piatta sul terreno e il suo testo è praticamente illeggibile. La lapide è diventata parte del prato. Ci inciampo in occasione della mia terza e ultima visita all’isola. Per poter decifrare la scritta devo far scorrere la punta delle dita sulla superficie ruvida e, quando leggo il nome, il cuore mi sprofonda nel petto»
Un romanzo ambizioso da cui emergono diversi temi forti. La malattia mentale è molto più diffusa di quanto sia spesso riconosciuta, afferma Holmström, mentre la divisione tra il folle e il sano può talvolta apparire arbitraria.
La storia di Elli inizia a metà degli anni '30, quando arriva al manicomio dopo un periodo passato in una casa di correzione. Un'adolescente ribelle affamata di amore nella sua famiglia borghese. A differenza di Kristina, Elli è determinata a lasciare l'isola. Lo farà alla fine - ma non senza pagare lo sconto richiesto dall'ideologia eugenetica del luogo. Il destino di Elli è legato a quello di Karin, il cui orientamento sessuale è una delle ragioni della sua incarcerazione.
Sigrid è un'infermiera sensibile e idealista con una vocazione per aiutare i malati di mente che collegano queste varie sezioni. La incontreremo in veneranda età all'inizio del romanzo, che si chiude con il suo funerale nel 1997, 100 anni dopo la prima apparizione di Kristina.
«Sotto l’alta erba bruna dietro la chiesa di Själö, quasi del tutto nascosta, c’è una lapide grigiastra, molto consumata. Giace piatta sul terreno e il suo testo è praticamente illeggibile. La lapide è diventata parte del prato. Ci inciampo in occasione della mia terza e ultima visita all’isola. Per poter decifrare la scritta devo far scorrere la punta delle dita sulla superficie ruvida e, quando leggo il nome, il cuore mi sprofonda nel petto»
Un romanzo ambizioso da cui emergono diversi temi forti. La malattia mentale è molto più diffusa di quanto sia spesso riconosciuta, afferma Holmström, mentre la divisione tra il folle e il sano può talvolta apparire arbitraria.
Nonostante lo squallore di fondo L'isola delle anime dimostra anche calore, affetto e compassione verso una comunità tutta al femminile di pazienti e infermieri (solo chi giudica è di sesso maschile) che offrono protezione da un mondo esterno spietato, così come un certo cameratismo e, in alcuni casi, la redenzione attraverso l'amore.
Jen Beagin
FACCIAMO CHE ERO MORTA
Einaudi
FACCIAMO CHE ERO MORTA
Einaudi
Ritratto di una bizzarra donna delle pulizie, il romanzo getta uno sguardo risoluto nella vita di una giovane donna che si sta riprendendosi da un trauma. La storia insolita di Mona, prima come pulitrice nel Massachusetts e poi nel New Mexico, è divertente e profondamente toccante quando vengono svelati gli abusi del passato.
Mona si innamora di un eroinomane mentre si offre volontario in un programma di scambio di siringhe nel Massachusetts. Mister Laido (così viene chiamato) ha un certo fascino. È a causa sua se la donna da un giorno all’altro lascia le sue case patinate a Lowell, per trasferirsi in una bislacca comunità di nullafacenti e hippy a Taos, nell’assolato New Mexico. Ma, come ogni professionista del pulito sa bene, spazzare la polvere sotto il tappeto non vuol dire liberarsene: prima o poi lo sporco torna a fare capolino.
«Di sua madre, nel portafoglio, invece di una foto, Mona conservava la lista delle fobie. Oltre a temere le solite cose – morire, essere picchiata, essere violentata, Satana – provava un’ansia generica nei confronti dei rapinatori, dei russi, degli specchi, della barba, del sangue, della rovina, del vomito, della solitudine e delle idee nuove. Aveva anche paura della paura, cosa che tecnicamente si chiamava fobofobia, una parola che Mona amava ripetere tra sé come se fosse il verso di una canzone hip hop. Di norma, quando sentiva nostalgia di sua madre, o le veniva voglia di andare a farle visita, le bastava dare un’occhiata a quella lista e pensare a tutte le pillole che sua madre prendeva, e a quello che le succedeva quando ne prendeva più del necessario, perché la nostalgia le passasse di colpo.»
La dipendenza di Mister Laido è anche legata ai segreti del passato di Mona con i suoi genitori, alcuni dettagli sono legati ad una oscura storia di abusi raccontata con molta cura e che Mona si porta ancora dietro. «Facciamo che ero morta», lo diceva Mona al padre, prima di buttarsi in piscina fingendo di annegare perché lui la salvasse. Ora che è cresciuta, Mona ancora attende di essere salvata.
Ray Russell
I DUE ESORCISTI
I DUE ESORCISTI
TEA
Scritto da Ray Russell (1924-1999) sceneggiatore e scrittore di horror e fantascienza (Mr. Sardonicus, 1961 e il film L'uomo dagli occhi a raggi X, 1963) I due esorcisti uscì nove anni prima (1962) del noto romanzo di William Peter Blatty. Apprezzato da Stephen King, Russell anticipò il filone dei posseduti, creando la storia di una ragazza che ha tutte le caratteristiche di una possessione demoniaca. Inedito in Italia, dopo un discreto successo venne messo in ombra nel suo paese per il più popolare Esorcista di Blatty.
Padre Gregory è appena stato inviato in una nuova parrocchia. Il suo compito è quello conoscere bene la sua congregazione e ottenere la loro fiducia. La questione diventa molto complicata quando il signor Garth il devoto padre di Susan viene da lui chiedendo aiuto per la strana condizione della figlia.
La sedicenne Susan era abbastanza normale qualche giorno prima che Padre Gregory arrivasse, All'improvviso diventa una persona diversa, perdendo la testa. Smette di frequentare la chiesa, rifiutandosi di partecipare alle funzioni. Comincia a maledire, lanciare attacchi blasfemi, avere convulsioni e altri comportamenti irregolari. Il nuovo prete coinvolto sarà la sua vittima predefinita: in una sessione con lui la ragazza si spoglia nuda e lo attacca senza alcun motivo apparente.
La trama oggi può sembrare familiare, molto sfruttata al cinema e in televisione, ma ricordiamo che negli anni sessanta era una novità.
Padre Gregory è un prete alcolizzato, borderline, fuori dagli schemi classici e si muove in una parrocchia di una piccola città che non viene mai nominata. Il vescovo superiore Crimmings intuisce che nella ragazza c'è qualcosa di diabolico specie quando un crocifisso appoggiato a un braccio gli brucia la pelle, (ma potrebbe essere una forma allergica). Tuttavia usa il caso come un'opportunità per valutare le capacità di Padre Gregory e la sua fede.
La trama oggi può sembrare familiare, molto sfruttata al cinema e in televisione, ma ricordiamo che negli anni sessanta era una novità.
Padre Gregory è un prete alcolizzato, borderline, fuori dagli schemi classici e si muove in una parrocchia di una piccola città che non viene mai nominata. Il vescovo superiore Crimmings intuisce che nella ragazza c'è qualcosa di diabolico specie quando un crocifisso appoggiato a un braccio gli brucia la pelle, (ma potrebbe essere una forma allergica). Tuttavia usa il caso come un'opportunità per valutare le capacità di Padre Gregory e la sua fede.
Lo scontro tra i due sacerdoti è inevitabile, poiché Gregory si rende conto che anche se crede in Dio egli non è così sicuro che possa approvare il concetto di un diavolo o entità vera e propria dentro il corpo della ragazza, anche se cita Baudelaire «la migliore astuzia del diavolo sta nel convincerci che non esiste». Verranno prese in esame molte spiegazioni razionali: dall'isteria, la schizofrenia, il turbamento dell’inconscio e infine l'insospettabile abuso familiare.
Russell punta su scienza e filosofia moderna contro tradizione e superstizione, affrontando tematiche impertinenti che hanno creato un certo clamore al suo tempo: incesto, stupro, preti alcolizzati, volgarità e lascivia, dove i fallimenti morali degli uomini con il colletto bianco sono affrontati a loro volta. Mentre il caso progredisce, lo scrittore introduce molti elementi, lasciando ai lettori decidere da soli se Susan è responsabile delle sue azioni o se lei è veramente posseduta.
Russell punta su scienza e filosofia moderna contro tradizione e superstizione, affrontando tematiche impertinenti che hanno creato un certo clamore al suo tempo: incesto, stupro, preti alcolizzati, volgarità e lascivia, dove i fallimenti morali degli uomini con il colletto bianco sono affrontati a loro volta. Mentre il caso progredisce, lo scrittore introduce molti elementi, lasciando ai lettori decidere da soli se Susan è responsabile delle sue azioni o se lei è veramente posseduta.
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