20 ago 2018

 

Ombre giapponesi. Il Giappone tra miti e leggende

Un europeo giramondo del XIX secolo si ferma nella terra del Sol Levante in un libro ci racconta un mondo fantastico e leggendario

Lafcadio Hearn, nato in Grecia nel 1850, cresciuto in Irlanda, vissuto in Francia, in Inghilterra, negli Stati Uniti, giornalista e traduttore, arrivò nel paese del Sol Levante nel 1890. Voleva scoprire e descrivere l'anima giapponese agli occidentali. Da quella cultura colse una nuova mitologia tra antichi racconti orali e testi classici, ridestando mitiche creature fantastiche, monaci e pellegrini, nobili fanciulle, ladri e avventurieri, riportandole nel libro Ombre giapponesi (Adelphi)

La leggenda de "La lanterna con le peonie" 




Lafcadio amava le cose bizzarre, in America cambierà svariati mestieri: da correttore di bozze, fattorino, traduttore e infine giornalista. Gli piacevano le cose strane e le scienze occulte, scriverà articoli intitolati Appunti sull’utilizzo dei resti umani, Teschi e scheletri, Cremazione violenta
Poi un giorno propone al suo editore un libro sul Giappone. Si trasferirà in quel paese come insegnante, troverà anche una moglie del posto, questo gli permetterà di conoscere a fondo il paese, raccontando il mondo degli  Yōkai  gli spiriti inquieti, come la storia del Ragno-Folletto.
"Negli antichissimi libri si dice che in Giappone c’erano un tempo molti ragni-folletto. Qualcuno sostiene che sussista tuttora qualche ragno-folletto. Durante il giorno sembrano solo comunissimi ragni; a notte fonda però, quando tutti dormono, e non c’è rumore, ecco che diventano molto, molto grossi e fanno cose atroci. Si ritiene altresì che i ragni-folletto abbiano il magico potere di assumer forma umana – per ingannare la gente. E c’è una famosa storia giapponese a proposito di un ragno del genere." 


E attacca poi con un "C'era una volta in un luogo solitario del paese, un tempio stregato..."


Ombre giapponesi (Adelphi) è in parte un libro di ghost-stories, ma anche una raccolta di storie fantastiche con finali a sorpresa, messe insieme dal punto di vista di un uomo affascinato da questa cultura, dove nel periodo Edo (1603-1868) si diffusero in Giappone alcune storie di fantasmi e folletti, qualcuna romantica con scene necrofile sfumate come appunto ombre orientali. Spesso ne vennero tratti spettacoli teatrali.

Quest'uomo dal nome esotico della sua isola natale Leucade in Grecia (Lefkàda in greco), fece conoscere al mondo i miti e le leggende, i costumi e il pensiero giapponese.
Primo europeo a divulgarle in occidente, tanto che verso la fine della sua vita, nel 1904, divenne cittadino giapponese. La ricchezza poetica dei suoi racconti va vista nella percezione del gusto dell'esotico che viene rilevato nella letteratura inglese tra la fine del 19º e l'inizio del 20º secolo.

Sposerà la figlia di un samurai e troverà nel suo Giappone l'incanto che cercava da tempo, sognando un giorno di essere sepolto in un cimitero buddista.
Alla fine  questo si avvererà, cambiando nome in Koizumi Yakumo, e questa terra che lo accolse gli ha dedicato un museo il  Lafcadio Hearn Memorial Museum



  • La lanterna con le peonie


Nel racconto Un karma passionale ci introduce alla famosa, (in Giappone), opera "La lanterna con le peonie", adattamento di un testo del romanziere San'yūtei Enchō, scritta in giapponese colloquiale e ispirata a un antico racconto cinese. 

Tsuyu, bella come il suo nome, che significa «Rugiada Mattutina» è la figlia di un importante samurai Shogun. Dopo la morte della madre e il secondo matrimonio del padre, si trova a vivere sola con la cameriera. Shinzaburo, un giovane samurai, si reca in visita da lei insieme al medico che la cura,  tra loro nascerà del sentimento. Shinzaburo attende che il medico lo porti di nuovo dalla ragazza, ma questo si è accorto di tutto e impaurito dalle conseguenze del padre sparisce. 

Tsuyu morirà per la disperazione e il suo fantasma si affaccia davanti alla casa di Shinzaburo assumendo le sembianze di quando era viva e bella. Si farà strada nel buio con una lanterna decorata di peonie, mentre i suoi zoccoli di legno risuonano nel silenzio sinistro (un po' come le catene dei nostri fantasmi occidentali).

Il servo del giovane samurai scoprirà i due amanti insieme: «Fu colto da un tremore diaccio e gli si rizzarono i capelli. Il volto era quello di una donna morta ormai da tempo – e le dita carezzevoli erano dita di ossa nude – e del corpo sotto la cintola non restava alcunché: si dissolveva in una scia d’ombra rarefatta. Dove gli occhi dell’innamorato illuso vedevano giovinezza, grazia e beltà, agli occhi dell’osservatore esterno si palesava solamente orrore».
Poiché lo spirito dei vivi è yōki, e puro; lo spirito dei morti è inki, e immondo: l’uno è Positivo, l’altro Negativo. Colui che ha in sposa un fantasma non può vivere...



  • Racconti sospesi fra antiche credenze e superstizioni

Ci sono trentanove storie raccolte in questo volume, talvolta con una breve introduzione dell'autore. Alcune molto brevi e di argomento diverso, altre malinconiche e divertenti con finali a sorpresa.

La fonte della giovinezza vede un vecchio boscaiolo dove un giorno nella foresta trova una sorgente mai vista prima. L'acqua è limpida, e il vecchio la beve assetato. Osservando poi il suo viso riflesso nell'acqua, si accorge che non è quello di un vecchio ma di un giovane con folti capelli.
Quella sorsata lo aveva ringiovanito di molti anni. Tornato dalla moglie che non lo riconosce, gli racconta il fatto. Lei invidiosa parte da sola alla ricerca della fonte. Il marito preoccupato quando non la vede ritornare s'incammina a cercarla. Vicino alla fonte trova i suoi vestiti e nel mezzo una neonata. La troppa ingordigia di acqua l'aveva riportata molto, molto prima della giovinezza.

In una tazza di tè c'è Sekinai un uomo che vede uno strano volto riflesso nelle sue tazze. Il volto lo tormenta, "Ma Sekinai non volle cedere alla paura. «Chiunque tu sia,» mormorò «non m’ingannerai più!». Alla fine decide di bere ingollando l’anima che lo osservava. La notte seguente vede apparire nella sua stanza un giovane che aveva lo stesso volto sinistro visto nella tazza.
Sekinai non lo riconosce, ma lo spettro gli dice di essere offeso dalla sua azione. Ad un certo punto il racconto s'interrompe poiché lo scrivente è deceduto prima di dargli un finale e Lafcadio lascia al lettore una probabile fine della storia sulle conseguenze spiacevoli di chi inghiotte un' Anima.


Lafcadio con la moglie Setsu Koizumi 

L'anima inquieta di Lafcadio si trovò a suo agio in quel luogo, lui che era un ammiratore di Edgar Allan Poe, si addentrò in un paese che si apriva da poco all'Occidente, un paese ancora rurale e feudale. Fu il primo occidentale a entrare nel più antico santuario shintoista. Scriverà una dozzina di libri in 14 anni, dedicati al folklore di quella terra, alle sue credenze e leggende.
Tra spettri e incantesimi, case umili e dimore principesche Lafcadio intuisce la bellezza del Giappone, pensando come loro, scrivendo come loro, con uno stile leggero, semplice e delicato. 

Alla notizia della sua scomparsa lo scrittore Hugo von Hofmannsthal che introduce il testo, scrive: "...il Giappone ha perso il suo figlio adottivo (...) Adesso è morto anche il forestiero, l’immigrato che tanto amava il Giappone. Forse l’unico europeo che abbia davvero conosciuto e amato quella terra. Non con l’amore dell’esteta o la passione dello studioso, ma con un sentimento più intenso, più raro e completo: con l’amore di chi prende parte alla vita interiore del paese ".





Il libro

Titolo: OMBRE GIAPPONESI
Autore: Lafcadio Hearn
Editore: Adelphi
Anno: 2018
Pagine: 302












Scopri altri libri da leggere