27 dic 2017

 

Viaggi con Charley – J. Steinbeck. Un cane e uno scrittore alla ricerca dell’America

Un uomo e il suo cane negli anni’60 si metteranno in viaggio per scoprire un paese in mutazione

Nel 1960 lo scrittore americano John Steinbeck, premio Nobel nel 1962, dopo tanti anni che scrive sul suo paese, si rende conto di non conoscerlo abbastanza: "Io, scrittore americano, che scrive sull'America, lavoravo a memoria, e la memoria, è al meglio una cisterna fallosa e contorta". 
Si farà costruire una casa mobile completa di cucina e accessori collocandola sopra un autocarro battezzandola Ronzinante come il cavallo di Don Chisciotte. Nel suo viaggio non sarà solo, l'accompagnerà Charley il suo speciale barboncino francese con l'intenzione di passare tre mesi attraversando il continente da una costa all'altra.

Steinbeck e Charley




John Steinbeck nel 1960 non è più giovane e in salute, come quando venti anni prima se ne andava in giro su un vecchio furgone con un materasso sul ripiano e per tetto le stelle, fermandosi dove si fermava la gente, ascoltando e osservando per aver un quadro del suo paese. 

Viaggi con Charley venne pubblicato nel 1962, uscito in Italia nel 1969 tradotto da Luciano Bianciardi, sparito per un decennio vede ora nuova luce per Bompiani in un edizione riveduta e corretta da Luigi Sampietro.

Il libro è un classico della scrittura di viaggi americana. Steinbeck si cimenta nell'impresa, viaggiando nell'anonimato, e con molte comodità, ammettendo di essersi portato troppa roba oltre ai generi alimentari e di conforto, un serbatoio d'acqua di cento litri poi " carta bianca e carbone, macchina per scrivere, matite, taccuini e non questo soltanto, ma anche dizionari, una piccola enciclopedia, una decina di altre opere di consultazione" e una settantina di chili "di quei libri che non si arriva mai a leggere". 

Unico compagno di viaggio  un  barboncino francese Charley, "un cane che legge nel pensiero" e che capisce la speciale partenza diventando irrequieto e isterico, appiattendosi all'inizio nel furgone/autocarro.

Charley come il padrone, non è più giovane, ha dei problemi all'anca "quando è stanco gli duole" essendo stato investito da un auto anni prima. La sua dote principale, oltre ad essere socievole, è di saper pronunciare la consonante F a causa degli incisivi superiori storti che urtano con il labbro inferiore. 

"La parola «Ftt» di solito significa che gli piacerebbe far visita a un cespuglio, o a un albero (...).Non sa leggere, non sa guidare e non ha disposizione alla matematica. Ma nel suo campo, quello appunto in cui si stava applicando, egli non aveva l'eguale nel lento e solenne annusamento della zona e nell'aspersione". 

Steinbeck partirà dalla sua casa di Sag Harbor vicino New York e non vuole che altri si preoccupino di lui, non vuole che la vecchiaia lo costringa a regredire all'infanzia, e stare soggiogato a moglie, figli e amici, tanto più che nella giovinezza, vagabondando per le strade, scrisse i suoi più importanti capolavori come Furore e Uomini e topi, con personaggi che viaggiano in lungo e largo alla ricerca di un posto dove vivere, insieme a una serie di articoli sulla condizione dei braccianti agricoli immigrati in California durante la grande depressione (I nomadi, ed. Il Saggiatore 2015).

Come scrittore forse il suo momento era in declino, anche perché l'America che aveva descritto tra gli anni '30 e 40 stava cambiando e questa mutazione viene annotata in questo libro, sebbene forse con un certo pessimismo. Egli cercava di riprendere la sua giovinezza perduta nello spirito del cavaliere errante (era appassionato della saga arturiana) sapendo forse che non gli sarebbe restato molto da vivere, il suo ultimo libro Le gesta di re Artù e dei suoi nobili cavalieri uscirà postumo negli anni '70.

Le sue percezioni sul capitalismo e la morte del localismo, la crescente omogeneità dell'America e la distruzione dell'ambiente hanno qualcosa di premonitorio. Passando per Salinas la sua città natale la troverà cambiata e in un momento di emozione incontrando alcuni vecchi amici in un bar scrive:  
"Dove sono Pilon, Johnny, Pom Pom, Miz Gragg, Stevie Field?» «Morto, morto, morto» ripeté.«Ed Ricketts, Whitey Primo e Secondo, dove sono Sonny Boy, Ankle Varney, Jesùs Marìa Corcoran, Joe Partagee, Shorty Lee, Flora Wood, e quella ragazza che teneva i ragni nel cappello?» «Morti, tutti morti»....«E' come se si fosse in un secchio di fantasmi» disse Johnny. «No. Non sono loro i veri fantasmi. I fantasmi siamo noi.»

Lo scrittore comunque non si perde d'animo e nonostante gli acciacchi e l'età (era un forte fumatore) si adatta a cucinare, cambiare nel fango una ruota, fronteggiare imprevisti, parla con gente sconosciuta e inventa un modo per lavare gli abiti. 

"Avevo una grande pattumiera di plastica, con coperchio e manico.Siccome il normale moto del furgone la faceva traboccare, io l'assicurai con un pezzo di fune elastica - gomma ricoperta di cotone - all'asta dei vestiti nel mio armadietto, dove la sentivo sciaguattare a piacimento senza versare (...) aggiunsi acqua calda e detersivo, e l'appesi con la fune elastica all'asta dei panni, dove per tutto il giorno ballò e sciaguattò. Quella sera io risciacquai i miei panni in un corso d'acqua, e voi non avete mai visto un bucato più pulito".

Cercherà di evitare le highway principali portandosi su strade secondarie dove avrà l'opportunità di vedere molte più cose interessanti che non, con un certo disprezzo, restare in coda e soffocare dai miasmi delle altre auto. Rivolgerà alcune critiche alla sterile plastica che tutto avvolge in un periodo in cui era il prodotto del momento "Tutto di plastica: pavimenti, tendine, tovaglie di plastica antimacchie e antincendio, paralume di plastica" così come in una tavola calda il cibo lo troverà avvolto nel cellophan, senza alcun sapore, anche la cameriera lo accoglierà con un grembiule di plastica, e il bagno di un motel gli appare troppo sterilizzato "Tutto mi dava sicurezza e questo era orrendo". 


Il Ronzinante esposto al National Steinbeck Center 

Oltre alle osservazioni di un paese in fase di cambiamento - come quando si ritroverà a New Orleans in piena crisi di segregazione razziale, tutti gli chiedono se chi ha a bordo è un nero, scambiando il barboncino dal pelo nero per un uomo - è naturale che gli avvenimenti più simpatici saranno quelli descritti con Charley, specie quando il cane starà male per via di una prostatite che un medico del posto leggermente alticcio scambia per influenza, e poi successivamente l'incontro con un veterinario gentile che lo cura. Il cane strigliato e pulito gli apparirà contento di se "come un uomo quando veste bene" dal pelo azzurrognolo con i baffi pettinati che gli danno un aria da vagheggino francese del secolo scorso. 

In modo ironico lo scrittore descrive il suo cane di fronte alle possenti sequoie del Parco Nazionale che potrebbero far felici un esponente canino nel lasciare le sue minzioni, ma se gli alberi millenari affascinano il narratore, lasciano indifferente Charley. Toccherà tagliare un ramoscello di salice a Y ben provvisto di foglie e infilarlo per terra vicino alla sequoia, affinché il barboncino, ignaro dell'espediente, e fiutando le foglie appena tagliate, girandosi intorno prenderà la mira e lascerà il suo segno. 





Non mancheranno alcuni inconvenienti bizzarri alle cascate del Niagara al confine tra Stati Uniti e Canada, sul possesso del certificato di vaccinazione per Charley, un funzionario lo avverte: «In Canada può portarlo, ma sono gli Stati Uniti che poi le impediranno di rientrare.», anche se tecnicamente si trova in territorio americano, al ritorno dal Canada gli americani gli chiederanno il certificato «La prego di capire; è il suo governo, non il nostro. Noi ci limitiamo a darle un consiglio. E' la regola.» Credo che sia per questo che io odio i governi, tutti i governi".

L'America di Viaggi con Charley appare profetica nel mutamento ancora attuale, in un ritratto raffinato della natura di un paese che dopo l'approvazione della legge sui diritti civili nel 1964 è radicalmente cambiato "al punto di sottrarre il lavoro stesso di Steinbeck all'ambito del reportage per consegnarlo a quello della letteratura".



Steinbeck e Charley a Sag Harbor nel 1962 (nyt/Bettmann/Corbis)




L'autore

John Steinbeck (1902-1968) è stato uno dei massimi esponenti della letteratura americana e mondiale. Vincitore del National Book Award e del Premio Pulitzer per Furore nel 1940, nel 1962 venne insignito del Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “Per le sue scritture realistiche e immaginative,che uniscono l'umore sensibile e la percezione sociale acuta.” Nel 1964 il Presidente Lyndon B. Johnson gli conferì la Medaglia presidenziale della libertà.


Il libro




VIAGGI CON CHARLEY
Bompiani 2017
272 pagine









Scopri altri libri da leggere