Nella Cornovaglia vittoriana di metà ottocento una storia d'amore, tra un giovane diffidente e una vedova enigmatica con dieci anni di più di lui; una donna che ha molto da nascondere a cominciare dalla morte di suo marito, tra gelosie ed ossessioni, trascinando nella sua rete chiunque si trovi davanti in un crescendo di inquietudine.
Mia cugina Rachele (Neri Pozza Editore) è raccontato in prima persona dal personaggio di Philip Ashley. Siamo nella Cornovaglia del 19° secolo. Philips ha ventiquattro anni è stato cresciuto da Ambrose, il cugino molto più anziano. Per certi versi Ambrose costituisce l'ideale della vita di scapolo nel cugino insieme a dosi pesanti di misoginia.
In fondo Ambrose era un felice scapolo, (dico era, perché già dall'inizio del racconto sappiamo che è morto), mentre invece molti pensano che Philip dovrebbe sposare Louise figlia del suo tutore, ma a quanto pare il nostro Philip non è di questo parere.
I due cugini nei ricordi del narratore trascorsero momenti piacevoli nella loro tenuta in Cornovaglia. Ambrose, benché fosse sempre gentile con le donne, era timido e diffidente nei loro confronti e trovava la loro presenza dannosa in una famiglia.
Per questo motivo assumeva al proprio servizio soltanto uomini e l'intera servitù era governata dal vecchio Seecombe, nonostante in tutta la casa mancasse un tocco di arredo femminile ed alcune stanze erano lasciate chiuse.
Un giorno ad Ambrose, a causa della sua salute, viene consigliato di passare del tempo in Italia a Firenze. Poco tempo dopo il cugino Philip da alcune lettere ricevute è stupito nel leggere che il misogino Ambrose si sia innamorato di una donna e l'abbia subito sposata.
Una donna che ama chiamare cugina Rachele, lontana parente, figlia di un padre inglese squattrinato cresciuta in Italia da madre italiana. Rachele si era sposata giovanissima con un nobiluomo italiano il quale venne ucciso in un duello, lasciandogli molti debiti e una grande villa nelle colline di Fiesole. Ambrose la troverà sensibile e piacevole nonché affascinante.
Ma con i mesi il tono delle lettere si farà sempre più angosciante fino a l'ultima: "Per l'amor di Dio, vieni appena puoi. Rachele, il mio tormento mi sta distruggendo. Sbrigati, o sarà troppo tardi. Ambrose."
Quando Philip giungerà a Firenze sarà davvero troppo tardi. Ambrose è già morto, di un tumore pare, e sepolto nel cimitero protestante. Mentre Rachele è partita verso l'Inghilterra con l'idea di vendere la sua villa in Italia, dato che Ambrose nel testamento, stranamente, non gli ha lasciato nulla.
Dopo aver visitato la villa a Fiesole e parlato con i custodi, Philip tornerà sconvolto e sospettoso in Cornovaglia. Qui saprà che Rachele sta per fargli visita e quindi dovrà affrontare questa misteriosa cugina, scoprendo che si è fatto un idea sbagliata, anche se il tarlo nella sua mente la ritiene colpevole della morte del cugino Ambrose.
Un giorno ad Ambrose, a causa della sua salute, viene consigliato di passare del tempo in Italia a Firenze. Poco tempo dopo il cugino Philip da alcune lettere ricevute è stupito nel leggere che il misogino Ambrose si sia innamorato di una donna e l'abbia subito sposata.
Una donna che ama chiamare cugina Rachele, lontana parente, figlia di un padre inglese squattrinato cresciuta in Italia da madre italiana. Rachele si era sposata giovanissima con un nobiluomo italiano il quale venne ucciso in un duello, lasciandogli molti debiti e una grande villa nelle colline di Fiesole. Ambrose la troverà sensibile e piacevole nonché affascinante.
Ma con i mesi il tono delle lettere si farà sempre più angosciante fino a l'ultima: "Per l'amor di Dio, vieni appena puoi. Rachele, il mio tormento mi sta distruggendo. Sbrigati, o sarà troppo tardi. Ambrose."
Quando Philip giungerà a Firenze sarà davvero troppo tardi. Ambrose è già morto, di un tumore pare, e sepolto nel cimitero protestante. Mentre Rachele è partita verso l'Inghilterra con l'idea di vendere la sua villa in Italia, dato che Ambrose nel testamento, stranamente, non gli ha lasciato nulla.
Dopo aver visitato la villa a Fiesole e parlato con i custodi, Philip tornerà sconvolto e sospettoso in Cornovaglia. Qui saprà che Rachele sta per fargli visita e quindi dovrà affrontare questa misteriosa cugina, scoprendo che si è fatto un idea sbagliata, anche se il tarlo nella sua mente la ritiene colpevole della morte del cugino Ambrose.
Il romanzo venne pubblicato nel luglio 1951 riscuotendo un successo eccezionale come quello del precedente Rebecca. Qualcuno lo giudicò ancora migliore, non importava se i personaggi fossero come si dice inaffidabili, o se l'ambigua Rachele fosse una femme fatale o una brava sposa, oppure che un giovane si era innamorato di una vedova più grande di lui, impulsiva e guidata da folli emozioni; questa come un ragno tesserà la sua tela per avvolgere il povero Philip, il quale cercherà di fare delle azioni talvolta stupide, talvolta intelligenti.
La realtà è che noi conosciamo Rachele solo dal punto di vista del narratore che può essere una visione falsata data da un giovane ancora non adulto con poca esperienza in questioni amorose.
La realtà è che noi conosciamo Rachele solo dal punto di vista del narratore che può essere una visione falsata data da un giovane ancora non adulto con poca esperienza in questioni amorose.
D'altra parte Rachele entra con forza nella vita di tutti, intelligente e divertente, abile nel giardinaggio, scherzosa, con l'eccentrica idea di insegnare l'italiano ai fittavoli. I servitori la amano come la maggior parte dei gentiluomini, eccetto chi la guarda con sospetto.
Ma è colpevole o innocente ? E quale era stata la fonte di rottura tra lei e Ambrose ?
Rachele racconta molte cose ma insieme a Philip non sappiamo se dice la verità. Le persone che dovrebbero consigliare Philip, il suo padrino e Louise, hanno i propri preconcetti e infine dovremo fidarci di ciò che racconta Philip.
Rachele racconta molte cose ma insieme a Philip non sappiamo se dice la verità. Le persone che dovrebbero consigliare Philip, il suo padrino e Louise, hanno i propri preconcetti e infine dovremo fidarci di ciò che racconta Philip.
La nascita del romanzo
Verso la fine degli anni '40 Daphne du Maurier aveva all'attivo una dozzina di romanzi e altri racconti, e si trovava nella sua tenuta di Menabilly in Cornovaglia quando passeggiando nei boschi scoprì un monumento di granito con inciso lo stemma della famiglia Rashleigh, (un antica famiglia del luogo), nascosto da una vegetazione spessa.
Sarà perfetto per il suo nuovo personaggio Philip, che qui verrà a sedersi e sognare, solitario, sotto gli alberi ascoltando il canto degli uccelli. Ancora una volta dopo Rebecca la sua Menabilly sarà la cornice di un romanzo, ancora senza titolo, con un maniero che apparterrà ad Ambrose Ashely il cui nome ricorda gli Rashleigh.
Sarà perfetto per il suo nuovo personaggio Philip, che qui verrà a sedersi e sognare, solitario, sotto gli alberi ascoltando il canto degli uccelli. Ancora una volta dopo Rebecca la sua Menabilly sarà la cornice di un romanzo, ancora senza titolo, con un maniero che apparterrà ad Ambrose Ashely il cui nome ricorda gli Rashleigh.
Ogni mattina la scrittrice si recherà nel suo rifugio in fondo al prato, con una lampada ad olio e una coperta per coprirsi dal freddo le ginocchia, un thermos di caffè, alcune caramelle alla menta. Con le sue dita quasi congelate ticchetterà nella tastiera della sua Underwood con lo sguardo oltre la piccola finestra. Consulterà raramente il dizionario per paura di perdere il flusso delle parole.
La storia prenderà forma esplorando gelosie e ossessioni. Rachele piccola e bruna con grandi occhi nocciola, forse un angelo o un demone, prende lentamente vita. Nella sua idea la scrittrice desidera creare un atmosfera inquietante come Jamaica Inn o Rebecca, fra carrozze e crinoline e abiti di fine ottocento. Rachele è una specie di donna per cui un uomo potrebbe fare qualunque cosa. Una donna che fa perdere la testa.
Dalla sua "capanna", impermeabile al mondo circostante, Daphne scriverà febbrilmente cercando di perfezionare il personaggio di Rachele, eroina enigmatica tanto incantevole quanto inquietante, ispirandosi a Ellen Doubleday, moglie del suo editore americano, con gli occhi di velluto scuro, la sua passione segreta.
Dopo il successo del libro vennero venduti i diritti cinematografici. Sarà Richard Burton a interpretare nel 1952 il ruolo di Philip Ashley e Olivia de Havilland l'enigmatica Rachele in Mia cugina Rachele.
Oltre mezzo secolo dopo, (il film uscirà a marzo 2018) un altra versione del romanzo fa rivivere il personaggio con Rachel Weisz, una Rachele intensa e femminile, ambientata in un Inghilterra pre-dickensiana dove il paesaggio naturale, spazi aperti e verdissimi contrastano con le sontuose proprietà illuminate solo dalle luci delle candele.
L'autrice
Daphne du Maurier (1907-1989) è stata una importante scrittrice di romanzi d'atmosfera, anche se venne classificata come romanziera romantica, raramente però le sue storie avevano un finale felice o convenzionale. Molti dei suoi romanzi sono ambientati nella sua Cornovaglia fra le brughiere e le ripide scogliere battute dai venti.
Era una romantica che si avvicinava a uno stile Wordsworthiano di solitudine, una solitudine che sta al cuore delle sue eroine.
Fra i suoi numerosi romanzi, più noti e non privi di efficacia nel genere popolare, ricordiamo: Jamaica Inn, 1936 da cui fu tratto nel 1939 un film di Alfred Hitchcock; Rebecca (Rebecca, 1938) trasposto sul grande schermo sempre da Hitchcock nel 1940 con protagonisti Laurence Olivier e Joan Fontaine; Mia cugina Rachele (My cousin Rachel, 1951) film di Henry Koster del 1952 con Olivia de Havilland e Richard Burton; il celeberrimo racconto The Birds (Gli Uccelli), ancora film nel 1963 sempre per la regia di Hitchcock.
Sulla biografia di Daphne du Maurier vedi anche l'articolo :
Daphne di Tatiana de Rosnay. Il romanzo di una vita
Il libro
Autore: Daphne du Maurier
Titolo: MIA CUGINA RACHELE
Editore: Neri Pozza 2017
Pagine: 383
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