11 set 2017

 

Lo zaffiro viola – Christopher Blayre. Storia di una pietra maledetta

Lo zaffiro viola (ed. Mattioli 1885) è un racconto ispirato da una storia vera, tratto da una serie di documenti raccolti sotto il titolo di The Purple Sapphire and other Posthumous Papers pubblicati nel 1921 da Edward Heron-Allen, sotto lo pseudonimo di Christopher Blayre. Nato nel 1861, verso gli anni '20 questo singolare autore inglese scrisse una serie di racconti divertenti e spesso molto originali che comprendevano elementi soprannaturali e fantastici. 





Tuttavia, gli interessi di Edward Heron-Allen furono molteplici poiché si dedicò a studi sul violino, era storico e archeologo locale, oltre che esperto di chiromanzia. 

Diventerà amico di Oscar Wilde e della moglie Costance entrando così nella società intellettuale. I suoi interessi scientifici erano sorprendenti considerando che Heron-Allen non aveva alcuna formazione scientifica di fondo. 

Tra il 1908 e il 1911 si trasferirà a Selsey Bill in West Sussex pubblicando una serie di studi sulla foraminifera (minuscoli animali o protozoi con guscio perforato). 

Queste pubblicazioni lo faranno eleggere membro nella Royal Society. Nel 1918 entrerà nell'MI7 britannico dove si occuperà di propaganda aerea. 

Dopo la guerra pubblicherà sotto lo pseudonimo di Christopher Blayre alcuni racconti, fra cui appunto Lo Zaffiro Viola

La storia inizia il 24 giugno del 1920 dove il narratore, che ha una cattedra di mineralogia presso l'università di Cosmopoli, riceve in dono, in circostanze spiacevoli, un pacchetto da un certo Clement Arkwright. 

Sir George Amboyne, il Regius professore di medicina, gli dirà che questo pacchetto l'aveva un uomo anziano investito da un automobile appena davanti all'istituto. Portato all'ospedale quando riprese coscienza, chiese con difficoltà del pacchetto, assicurandosi che fosse consegnato al mineralogista dell'università. 

Sotto l'imballaggio esterno vi era un foglio di carta con una nota dove vi si augurava che il pacchetto doveva essere aperto almeno dopo venticinque anni dalla morte del proprietario. Poi sarebbe passato all'erede maschio diretto.

Contiene - dice la nota - lo zaffiro viola donato dal figlio più giovane del colonnello George Cardew. Non saprei dire se dopo quel tempo il suo potere malefico sarà decaduto, ma con sincerità raccomando al mio erede di sbarazzarsene al più presto. Firmato Clement Arkwright.

La rimozione dell’imbottitura rivelò una scatola in legno di sandalo. Dentro, perfettamente aderente, ce n’era un’altra. Ne contammo sette, una dentro l’altra. Nell’ultima, la più piccola, c’era lo Zaffiro Viola. Si trattava senza dubbio della più perfetta pietra che avessi mai visto.

Il narratore descriverà il gioiello come la pietra più bella che avesse mai visto, con un taglio perfetto, un colore ametista-porpora, le dimensioni di un uovo di Bantam piatto, con due serpenti d'argento tenuti insieme da una placca d'argento con incisi simboli dello zodiaco, due anelli d'argento che gli ricorderanno l'occultismo e i Rosacrociani come il Tau greco inciso, circondato da una scritta mistica ABRACADABRA

Per qualche inspiegabile ragione, o forse suggestione, il narratore sentirà una sensazione di nausea e debolezza. D'accordo con il collega decideranno di liberarsene e riporlo in una cassetta per le recenti acquisizioni ancora non classificate. Quel pomeriggio l'ala di mineralogia del museo verrà colpita da un fulmine. 

Un anno dopo la pietra aveva già un aurea leggendaria e giravano storie fantastiche fra gli studenti, i quali la chiamavano la pietra della sfortuna. Gli assistenti e le donne di servizio la odiavano e si diceva che la notte avesse una brillantezza irreale. 

Un giorno si presenterà un giovane affascinante come nipote del povero Clement Arkwright, il quale spiegherà che a nessuno della famiglia era mai stato permesso di vederla e veniva chiamata la "maledizione di Cardew". 

Consegnerà un libro con una copertina di tela, il titolo era Lo zaffiro di Naghpur, datato 1885, con entusiasmo il narratore ringrazierà il giovane e dopo cena si metterà a leggere la storia dello zaffiro maledetto. 




Lo zaffiro viola al Natural History Museum London



Lo Zaffiro Viola tra fantasia e realtà 


La fantasia del racconto si mescola con la realtà e l'affascinate storia del Purple Sapphire, era praticamente sconosciuta finché un curatore del Museo di Storia Naturale di Londra scoprì una nota conservata con la gemma, incastonata in un anello d'argento poco attraente, decorato con dei segni alchemici e astrologici. 

Gli zaffiri viola sono delle gemme spesso fraintese e poco apprezzate, alcune credenze portano a credere che gli zaffiri abbiano poteri spirituali, illuminazione e pace interiore insieme a proprietà curative. Ma nonostante il suo nome il Purple Sapphire è in realtà un' ametista, un gioiello che non ha mai portato vantaggi ai suoi proprietari. 

Omicidio, suicidio, fallimento e rovina sono stati associati alla gemma. L'ametista, secondo Edward Heron-Allen, che lavorò anche al Museo di Storia Naturale, era stata maledetta e macchiata di sangue. 

La pietra venne sottratta da un tempio durante le rivolte indiane del 1855 e portata in Inghilterra da un ufficiale della Cavalleria del Bengala, W. Ferris. 

Dopo il ritorno in Inghilterra, tutta la famiglia dell' ufficiale sembrava afflitta da problemi di salute e finanziari. Davano la colpa ai loro problemi su una serie di investimenti falliti fatti da Ferris e suo figlio, investimenti che lasciarono la famiglia in una rovina finanziaria. 

Le cose presero una piega grave quando un amico della famiglia si suicidò mentre era in possesso dell' ametista. 


Edward Heron-Allen nel 1922
(The Heron-Allen Society)

Edward Heron-Allen ricevette l'ametista dal figlio del cavaliere nel 1890 e anche lui ebbe una serie di disgrazie e di sfortune, portandolo a credere che lo zaffiro fosse maledetto. Cercò di disfarsi della pietra cedendola a degli amici interessati ma questi dopo poco la restituirono. 

Heron-Allen affermò di aver gettato lo zaffiro in un canale oscuro e sporco, ma tre mesi dopo un commerciante di Wardour Street, che lo aveva acquistato da un dragatore, lo riconobbe e lo restituì allo stupito proprietario, ancor più convinto che vi fosse una potente maledizione.

Alla fine Heron-Allen imballò la pietra sigillandola in sette piccole scatole (da prendere nota della simbologia numerica) e la diede alla sua banca con istruzioni precise: non doveva essere aperto fino a trentatré anni dopo la sua morte avvenuta nel 1943. 

La pietra venne poi donata alle collezioni del Museo di Storia Naturale dalla figlia di Heron-Allen, insieme a una lettera che accompagnava la pietra, avvertendo chiunque di non toccarlo: 

"Questa pietra è maledetta, macchiata con il sangue e il disonore di chiunque la possieda...è stata imballata in sette scatole e depositata presso i miei banchieri con le indicazioni di non aprirla dopo la mia morte per trentatré anni. Chiunque apra il pacchetto dovrà leggere prima questo avvertimento, poi farà quello che vuole con il gioiello. Il mio consiglio a lui o a lei, e quello di gettarlo in mare".   

Nel 2004 la gemma era in possesso di John Whittaker, membro del Museo di Storia Naturale che aveva il compito di trasportare lo zaffiro alla Heron-Allen Society per un evento. 

Durante il viaggio, Mr Whittaker e sua moglie si sono trovati al centro di un drammatico temporale, che li ha intrappolati nella loro macchina. Whittaker  affermò di avere avuto l'esperienza più orrenda della sua vita.

La maledizione continua ?




L'autore

Christopher Blayre è uno dei tanti pseudonimi di Edward Heron-Allen (Londra, 1861 - Selsey, 1943) incredibile personaggio inglese che ha dedicato la sua vita ai più disparati interessi. Scienziato di primissimo piano, biologo marino, esperto nell’arte della fabbricazione di strumenti musicali ad arco, autore di numerosi saggi sull’arte della lettura della mano, membro dei servizi segreti britannici durante la seconda guerra mondiale, autore di vari scritti sull’archeologia e la storia locale del suo paese, coltivatore di asparagi dalle incomparabili virtù nonché primo traduttore del Rubaiyat of Omar Khayyam in lingua inglese.


(Riferimenti 
Edward Heron-Allen Society
GemSelect.com)



Il libro

lo zaffiro viola

Autore:  Christopher Blayre
Titolo:  LO ZAFFIRO VIOLA
a cura di Gianluca Salvatori
Editore: Mattioli 1885
Anno: 2017
Pagine: 80
















Scopri altri libri da leggere