14 set 2017

 

La civiltà in bagno. Dall'antichità ai giorni nostri – Lawrence Wright

Un libro curioso esplora in maniera divulgativa e divertente l'evoluzione di bagni, bidet, lavandini e water nel corso dei secoli 


E' difficile trovare dei libri di saggistica che nello stesso tempo riescano ad essere divulgativi e divertenti senza apparire noiosi. In passato in questo blog ho segnalato alcuni saggi, ma in genere questi mi pare non vengano molto apprezzati dai lettori. Nella mia personale ricerca mi lascio incantare da titoli su argomenti insoliti e curiosi che possono appassionare, ma forse l'idea di saggio ai lettori continua a far pensare a noiosi testi scolastici poco apprezzati .

La stanza da bagno è una stanza che tutti noi usiamo insieme ai loro accessori, fra vasca, bidet, lavandini e water. Oggi basta sedersi e tirare l'acqua, oppure immergersi in una vasca, o stare sotto un getto d'acqua per la doccia, ma in passato non era così semplice.

Lawrence  Wright (1906-1983) architetto e pittore nel suo libro La civiltà in bagno. Dall'antichità ai giorni nostri (Odoya) ci racconta con sottile ironia come "la storia dei popoli si impara meglio dalle loro stanze da bagno che dai campi di battaglia".



Lo studio prese forma su richiesta della signora Montgomery, responsabile di una mostra sull'edilizia all'Olympia Exhibition Hall di Londra negli anni '60, per allestire una specie di rassegna sulla storia della stanza da bagno.

In apparenza un argomento insolito "Via via che le ricerche proseguivano, l’argomento si rivelò più interessante di quanto non mi fossi aspettato" nella prefazione Wright dichiarerà apertamente che questo non è il suo campo, "non sono ne idraulico, ne storico sociale" eppure le sue ricerche divennero sempre più coinvolgenti. Tanto che dopo la mostra nel 1961 un editore propose di farne un libro.

Chi può immaginare che la Regina Elisabetta I avesse il suo water a valvola, che Luigi XIV aveva i bagni nascosti in divani e pianoforti, che il whisky poteva essere aggiunto all'acqua del bagno, ma non si poteva mangiare nel bagno. 

Che il Palazzo di Cnosso avesse un sistema idraulico oggi considerato moderno, una civiltà minoica più avanzata di quella egizia o greca, con tubazioni in terracotta e scarico indipendente in collettori di pietra, (sorta di fosse biologiche), da permettere il passaggio di un incaricato alla manutenzione. I water appaiono moderni con sedili in legno e tazze di ceramica con serbatoio da cui defluisce lo scarico.

I bagni della Regina avevano la stanza della toeletta con vasca da bagno e altre vasche per abluzioni più intime. "Pure i bagni della Regina di Mari, in Siria si fanno risalire al 2000 a.C., però Cnosso, alla stessa data, aveva già impianti per il suo rifornimento idrico ancora più antichi.

L'Inghilterra non vide mai nulla di simile (salvo l'apparizione di uno speciale WC in epoca elisabettiana) fino al diciottesimo secolo."



Vasca da bagno pieghevole con riscaldatore a benzina del 1895


L'opera è una specie di compendio di storia sociale e del costume che si fermerà alla metà del Novecento, un opera, come scrive l'autore, che vuole divertire e intrattenere, con curiosità e aneddoti oltre che con illustrazioni.

Suddiviso in diciotto capitoli esplora i vari significati del bagno fra Greci e Romani, per i primi un aggiunta agli esercizi ginnici, breve, freddo e tonificante, mentre per Romani e anche in Islam significava rilassamento, ristoro corporeo e benessere, con vapore e temperature variabili (vedi le Terme). 

Nei monasteri medievali il bagno era una routine di pulizia ordinaria, da non trascurare e da non godere, talvolta imposto gelidamente come penitenza.

Il signore del Quattrocento usava il bagno, ma quello del Seicento non lo faceva. Il monaco del 1350 godeva di un impianto idraulico più ordinato, e aveva abitudini più dolci, rispetto al londinese del 1850. Il "selvaggio" polinesiano era il più pulito di tutti.

Con il capitolo Odore di santità l'autore affronta chiese, monasteri, bagni di penitenza. 

In risposta alla disgregazione dei bagni romani, la chiesa cristiana spesso scoraggiava la pulizia. "A coloro che stanno bene, e soprattutto ai giovani", spiegava San Benedetto nel VI secolo, "il bagno sarà raramente permesso".

Un pellegrino cristiano del quarto secolo a Gerusalemme si vantava di non aver lavato il suo volto per diciotto anni per paura di togliere la santa croce del battesimo.  

Il beato San Girolamo rimproverava i suoi seguaci di essere troppo puliti. Ma Gregorio Magno, che fu il primo monaco a diventare papa abituato alla routine sanitaria monastica, permise la domenica dedicata al lavaggio del corpo e raccomandava bagni fino a quando non diventassero "lusinghi del tempo".




Water cilindrico con lavandino a scomparsa del 1907

Il medioevo


Il capitolo Ogni sabato sera ci porta nelle corti medievali. Nel castello e nella casa padronale, sebbene la routine del bagno fosse meno rigorosa che nel monastero, le abitudini erano più pulite di quanto si è generalmente supposto.

L’acqua poteva essere profumata o disseminata di petali di rosa, ma il sapone (prodotto in Inghilterra nel XIV secolo) non veniva portato in tavola per lavare le mani, per quello veniva usata la cenere.

Si passa poi alle latrine private e pubbliche, e quella inventata da Leonardo da Vinci, sorta di sedile ribaltabile che si girava come una finestra dei monasteri, ritornando poi alla sua posizione originale con dei contrappesi. 

Questo, però come i suoi progetti per le macchine di volo, i paracadute, i carri armati, le mitragliatrici e i sottomarini, sebbene fosse stato un vantaggio per l'umanità, rimase solo un progetto.

Wright non tralascerà l'ordine del bagno, i bordelli e le regole sanitarie, oltre a catini, bidet e vasi da notte. 

Poi arriva il progresso e la "benedetta acqua calda" nell'800 con la prima caldaia in ghisa del 1806, i WC portatili con pompe e secchi di rame nel 1882. 

Quelli compostabili del reverendo Henry Moule del 1860, erano semplici, con un sedile in legno e un secchio sotto,  nella parte posteriore una cassetta piena di terra secca fine, carbone o cenere. Quando una maniglia veniva tirata la terra cadeva nel secchio rendendo il "prodotto finale" sterile, a parte di svuotare poi il secchio.

Il water a secco di Henry Moule
(Wikipedia)

Immancabile il capitolo dedicato a saponi e dentifrici, saponi da barba e asciugamani, e il "pennello per i denti". 

Così come negli anni '20 l'alta produzione in serie di vasche da bagno divenne problematica per chi le voleva acquistare e aveva una casa piccola. 

Molte case in Inghilterra non avevano posto, gli appartamenti erano composti da camere singole cui gli inquilini dovevano passare furtivamente sulle scale brontolando quando trovavano la porta chiusa del bagno o del water. Diverse famiglie perciò adoperavano vasche portatili, fatta eccezione per le grandi case suburbane che si potevano permettere un intera stanza per il bagno.

Arrivando agli anni '50 l'autore lamenta che ancora il 30% delle case condividevano con gli inquilini un gabinetto. A Glasgow nel 1958 meno di una casa su quattro aveva un gabinetto per non parlare dei bagni, augurandosi che i "posteri siano più puliti e decenti".

Essendo l'autore inglese è evidente che si sofferma su descrizioni e aneddoti fra Inghilterra, Francia e Stati uniti, con una nota finale, quasi di rimprovero, verso le istituzioni nel poter fare qualcosa di rilevante, probabilmente all'epoca una problematica sottovalutata.

Ma nel complesso l'interessante libro di Wright ci fa scoprire che dietro un semplice gesto abituale come tirare lo sciacquone del water o aprire un rubinetto ci sono voluti molti secoli per arrivare a una società forse più pulita e con molte comodità, ma che però talvolta spreca dell'acqua preziosa.  


L'autore

Lawrence Wright, nato a Bristol, è stato scrittore per passione, famoso pittore e architetto. Per molti anni ha esposto alla Royal Academy prospettive urbane e altri dipinti e disegni e ha scritto per numerose riviste di architettura.

Il suo grandioso Panorama di Londra, eseguito su commissione del London Museum è attualmente esposto a Kensington Palace, è uno splendido documento artistico della capitale inglese ferita dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Altre sue opere sono esposte alla Guildhall Art Gallery. Oltre a una storia della stanza da bagno scrisse anche una storia della camera da letto Warm and Snug: The History of the Bed (1962) inedita in Italia.


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Autore: Lawrence Wright

Editore: Odoya 2017

Pagine: 320 con ill.































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