Tre libri novità inediti in apparenza diversi che mi limito a segnalare. Una storia sospesa fra infanzia e adolescenza di una scrittrice inglese Rumer Godden Bambole giapponesi libro del 1961. Natasha Pulley è un altra autrice inglese che debutta col suo romanzo ambientato nella Londra vittoriana L'orologiaio di Filigree Street protagonista un impiegato e un orologio d'oro rosa speciale. L'insolito titolo del romanzo di Tom Drury, scrittore americano dello Iowa, La fine dei vandalismi forse non attrae particolarmente, ma la sua storia di amore e sentimento minimalista fra le cittadine di un immaginario Midwest è un romanzo sulla bellezza e il dolore della vita odierna.
Rumer Godden BAMBOLE GIAPPONESI Bompiani 2017 112 pagine |
La protagonista di Bambole giapponesi è Nona una bambina strappata dalle calde atmosfere indiane per la fredda Inghilterra dentro la casa della zia. Qui cercherà di inserirsi nella nuova vita fra dei cuginetti ostili e un libraio eccentrico, immergendosi nella sua passione: la lettura. Ma lei è infelice e un giorno una scatola arriva per lei, al suo interno vi sono due bamboline giapponesi Fiore e Felicità. Nona sente una connessione immediata con queste: anche loro hanno fatto un lungo viaggio per arrivare in Inghilterra, anche loro si perdono in una strana, nuova cultura. Ma forse c'è la possibilità che Nona possa farle sentire a casa. Se costruisce una vera e propria casa giapponese loro saranno felici. Ma come è fatta una casa giapponese ? E Nona potrà diventare amica dei suoi cugini, Anna, Tom, e Belinda? Saranno le sue bambole che pensano e parlano ad aiutarla (solo al lettore, naturalmente). Questa casa per bambole non sarà solo per loro, ma anche un rifugio per Nona. Una storia toccante e commovente dove anche un desiderio di una bambola può essere influente. La Godden è famosa nel mondo anglosassone, una scrittrice che amava l’India luogo dove vi trascorse gran parte della sua infanzia. Evita sentimentalismi e i suoi personaggi sono diretti, specie la perfida cuginetta Belinda, cosa che può mettere a disagio nel suo mondo apparentemente reale, le tematiche descritte sono per certi versi autobiografiche fra bambini che cercando di adattarsi ad una cultura straniera.
"Potete immaginare come si sentirono spaventate e smarrite Fiore e Felicità quando si ritrovarono sul grande tavolo liscio, li stese a guardare Nona e Belinda sopra di loro. Se Nona e Belinda fossero state bambine giapponesi, una delle due, Fiore ne era certa, avrebbe fatto fare un inchino a lei e a Felicità. “Non possiamo nemmeno essere educate,” disse Fiore disperata, e gridò: “Una di loro può essere la bambina gentile e intelligente?” “Spero di si,” disse Felicità. “Lo desidero tanto."
Natasha Pulley L'OROLOGIAIO DI FILIGREE STREET Bompiani 2017 384 pagine |
Nel 1883 l’umile impiegato Thaniel Steepleton dopo una giornata di lavoro torna a casa nel suo piccolo appartamento di Londra per trovare la porta di casa aperta e un orologio da tasca d'oro sul suo cuscino. Sei mesi dopo, il misterioso segnatempo gli salva la vita, attirandolo lontano da un'esplosione che distrugge Scotland Yard. Alla fine andrà in cerca del creatore dell'orologio Keita Mori, un artigiano solitario giapponese. Anche se Mori sembra innocuo, una catena di eventi inspiegabili suggeriscono che l’uomo gli nasconde qualcosa. Quando Grace Carrow, un fisico di Oxford, interferisce involontariamente, Thaniel è diviso tra fedeltà opposte. L'orologiaio di Filigree Street è romanzo d’atmosfera quasi steampunk che accompagna il lettore in un viaggio fra la Londra vittoriana e il Giappone in mezzo alla sua guerra civile e tradizioni di lunga data. Unendo eventi storici e fantasia apre le porte ad un passato sconosciuto e magico, un analisi affascinante sulla predestinazione, il caso e il destino.
"La ragazza, una certa Miss Collins, stava versando i due brandy quando Thaniel sentì ticchettare l’orologio in tasca. Aprendolo, vide che il fitto meccanismo dietro il movimento andava sempre più veloce. Ebbe giusto il tempo di chiedersi cosa stesse succedendo che l’orologio si mise a urlare. Più che una sveglia, uno sgradevole, lamentoso ululato di sirena. Se lo rigirò tra le mani alla ricerca di un pulsante, qualcosa, imbarazzato dagli sguardi sorpresi che sentiva provenire dalle persone intorno e con la mezza sensazione che potessero spintonarlo e prenderlo a pistolettate. Non c’era nessun pulsante di arresto."
Tom Drury LA FINE DEI VANDALISMI NN editore 2017 240 pagine |
La fine dei vandalismi è un romanzo del 1994 uscito a puntate sul New Yorker, appena tradotto in Italia da NN editore. Non si può fare a meno di accostare Tom Drury a Kent Haruf, (vedi la recensione Le nostre anime di notte) autori di due trilogie (La fine dei vandalismi fa parte della Trilogia di Grouse County di prossima pubblicazione) dove viene descritta un America odierna nelle loro storie semplici, narranti lo scorrere delle stagioni in un paesaggio aspro della provincia americana oltre i campi di grano del Midwest, in modo divertente ed eccentrico, dove una donna sola si dipinge le unghie dei piedi in una fattoria piena di spifferi, e un uomo insonne guarda la sua sposa inquieta disperdere le loro bollette sotto le stelle. Al centro di tutto questo nella contea immaginaria di Grouse County, lo sceriffo Dan e il burbero Tiny, il vandalo, i due si contendono l’amore di Louise. Fra iniziative di beneficenza, vecchi barbecue e fattorie, anche i piccoli oggetti hanno un loro simbolismo: una macchina per fare i pop corn regalata a Louise, un aspirapolvere, sedie a dondolo in veranda, e una tragedia si annuncia dopo del pop corn bruciato sul fondo di una pentola. Il New York Magazine lo ha definito un libro leggero che ti avvolge come fresche lenzuola di cotone.
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"Camminarono tra gli alberi e lungo il fiume, sbucando sulla distesa erbosa che pareva dorata alla luce del sole. Quindi raggiunsero in auto il lago Walleye e parcheggiarono sulla spiaggia, per poi restare a guardare il vento che soffiava sulla superficie dell’acqua. Non dissero nulla; si tennero soltanto per mano tra i sedili anteriori della Vega, i colori erano vividi e veri, ma in qualche modo loro due sentivano che stavano osservando il panorama senza più riuscire a farne parte"
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