Zorba un greco ottimista dai mille mestieri farà riscoprire la vita a
un riservato e malinconico narratore
Il romanzo Zorba il greco di Nikos Kazantzakis racconta l'incontro e
l'amicizia del narratore con un vivace uomo di mezza età, combattente nato,
avventuriero, musicista, chef, minatore, narratore di antiche storie,
ballerino, amatore e altro. A Creta il narratore affiderà a Zorba la gestione
di una miniera di lignite che egli sta finanziando, un progetto per tenersi in
stretto contatto con gli uomini della classe operaia il cui stile di vita
semplice, cui l'onesto scrittore ammira, non può emulare.
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Isola di Creta
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Il racconto oscillerà fra seduzione e fascino - Zorba verrà attratto da Madame
Hortense, una vecchia cocotte dal grosso deretano pesantemente truccata
una che ne ha combinate di cotte e di crude, e ora ch’è invecchiata si è
fermata qui e ha aperto una locanda, offrendo ospitalità ai due uomini - insieme a una latente malinconia per la
vita e la morte, fra i pensieri del narratore che cercherà di scrivere un
resoconto sulla figura del Buddha nei momenti vuoti della giornata.
Zorba con il suo buon umore cercherà fra balli e suonate di
salterio (uno strumento musicale a corde a cui tiene molto) di allontanare la
malinconia e indulgere il buon umore nel narratore, nonostante durante la
narrazione accadano alcuni disastri, fra cui la morte cruenta di una giovane
vedova creduta portatrice del male fra i paesani.
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Un immagine di Creta nel 1906
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Nella
Creta dello scrivente aleggiano i venti, i suoni della natura e
del mare, in specie gli odori: la salvia selvaggia, la menta, il timo, il
profumo di fiori d'arancio indossato da Madame Hortense, gli alberi di agrumi
e mandorli, il vino bevuto in abbondanza.
"È un bel villaggio, padrone; ha ogni ben di Dio: carrube, senape, olio,
vino. E laggiú sulla spiaggia ci sono i cetrioli più precoci di Creta. È
il vento che soffia dall’Arabia che li fa crescere; se di notte dormi
nei campi li senti crepitare, crr, crr, crr!, mentre s’ingrossano”
.
Eppure, anche se mare, sabbia e passionalità abbondano nelle pagine, una
nuvola grigia passa davanti al caldo sole cretese nel finale del romanzo. Si
apre con il narratore angosciato per la partenza del suo amico, Stavridaki,
che è andato via per combattere in Caucaso e si conclude con il narratore in
lutto ancora per l'amico combattente, e per altre perdite.
In questo romanzo la morte ha molte sfaccettature allegoriche, dalla farfalla
costretta a lasciare il suo bozzolo troppo presto per morire sul palmo del
narratore, alla brutalità inattesa dell'esecuzione di amanti e vedove nella
follia degli abitanti.
Kazantzakis sembra anche dirci che si può uscire e godersi la vita,
disapprovando la passività del narratore, spesso seduto a fumare riflettendo
fra una manciata di granelli di sabbia che gli scorrono tra le dita, in
contrasto con l'ardore e la passione della vita semplicistica di Zorba, una
incarnazione vivente della convinzione che i libri non possono dare
umanità.
Proprio mentre si legge, si può percepire l'esultanza di Zorba che grida:
« E non dar retta a quello che ti raccontano i libri; da’ retta a me! (...)
Tu dai ascolto ai libri, ma prova a pensare a quelli che li scrivono! Pff!
Maestrini! E cosa capiscono i maestrini di donne e donnaioli? Accidenti a
loro!»
Aggiungerei che leggendo questo libro non si può fare a meno di stare dalla
parte del narratore quando rievoca gli antenati e gli dei, la bellezza
dell'Egeo, Cnosso e la civiltà minoica, fra il profumo di agrumi, seduto sulla
spiaggia ad ascoltare le onde del mare, osservare le rondini libere nel cielo
e le cutrettole che svolazzano nei campi.
Scrivono Ella Berthoud, Susan Elderkin autrici di
Curarsi con i libri
"Zorba è un uomo dalle mille risorse e che ne ha passate parecchie, con due
occhi brillanti e lo sguardo penetrante, il volto segnato dalle intemperie e
il dono di esprimere se stesso attraverso la danza. Zorba usa la danza per
raccontare le sue storie, per definire la propria identità, per spiegare il
mondo e per tirarsi su di morale quando è abbacchiato"
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Anthony Quinn e Alan Bates in Zorba (1964)
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La riduzione cinematografica
Vita e imprese di Alexis Zorbas venne pubblicato ad Atene nel 1946
nel totale disinteresse della critica. In Francia venne tradotto l'anno dopo e
nel 1954 venne premiato come migliore libro straniero. In Italia uscì nel 1955
da una traduzione dall'inglese.
Ma doveva essere un
film a rilanciarlo nel 1964 diretto da Michael Cacoyannis e magistralmente
interpretato da Anthony Quinn, Alan Bates e Irene Papas. Vinse tre Oscar e fu
nominato per altri numerosi premi. Il film venne girato a Creta, con una
famosa
scena di ballo
Sirtaki, così come la colonna sonora che venne musicata dal compositore
Mikīs Theodōrakīs
rimasta in classifica per mesi in tutta Europa.
L' edizione del romanzo di Kazantzakis pubblicata da Crocetti Editore è la
prima traduzione italiana condotta direttamente dal greco, basata
sull’edizione pubblicata ad Atene nel 2007 dalle Ekdosis Kazantzakis di
Patroklos Stavrou.
Il libro
Autore: Nikos Kazantzakis
Titolo:
Zorba il greco
Editore: Crocetti
Pagine: 382
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