9 gen 2015

 

Flaubert, Madame Bovary e il processo

Il processo e la genesi di Madame Bovary

Gustave Flaubert nel settembre del 1851 ha già deciso di scrivere la storia di un'adultera. In una lettera a Louise Colbert, scrive:

"Ieri sera ho iniziato il romanzo. Intravedo molte difficoltà di stile che mi spaventano. Non è cosa da poco essere semplici. Temo di fare Balzac alla Chateaubriand."

Il suo studio si trasforma in un rifugio contro gli assalti della vita, nonché in una camera di tortura dalla quale non vuole evadere. 

Tra momenti di esaltazione, sofferenza e meticolosità maniacale, lo studio è disseminato di fogli sparsi sul tavolo, un calamaio a forma di rospo, una collezione di piume d'oca - disprezzava le penne d'acciaio - un busto della sorella Caroline e una statua del Buddha.

Egli si immerge nei suoi personaggi, esprimendo così intensamente i loro sentimenti da non riuscire a trattenere le lacrime: "…Le lacrime mi scorrevano sul volto. Mi ero commosso da solo scrivendo e gioivo per le frasi che avevo trovato con soddisfazione."
Immedesimandosi nella protagonista Emma Bovary, questa lo possedette a tal punto da fargli pronunciare la celebre frase: "La Bovary sono io".



Sargent-Lady-Agnew-of-Lochnaw-1893 part.


Aveva l'abitudine, dopo aver scritto una frase, di recitarla ad alta voce per valutarne la musicalità e accertarsi che fosse quella giusta. Sempre all'amata Louise Colbert scrive nel 1852:
"Sapessi quante volte sono caduto a faccia in giù, proprio quando mi illudevo di averlo finalmente in pugno . Eppure sento di non poter morire prima di essermi accertato che lo stile, quale io lo avverto nel pensiero, è in grado di irrompere fuori di me, soffocando gli strilli dei pappagalli e delle cicale"


Per completare la sua Bovary, si rivolgerà al fratello Achille per informazioni mediche e al compagno di classe Louis Bouilhet per i termini giuridici. Successivamente, invierà il manoscritto a Maxime Du Camp e, spinto dal vento dell'avventura, aspetterà la risposta da Parigi.

Insicuro di quello che ha scritto si domanderà a chi potrà interessare la storia di una piccola borghese adultera con delusioni che la porteranno al suicido. Pieno di dubbi e turbamenti Flaubert avvertirà una certa negatività, dovuta al timore che la storia provochi uno scandalo.


Nell'ottobre del 1856 la Revue de Paris pubblicava la prima parte di Madame Bovary, il romanzo uscì a puntate fino al 15 dicembre 1856. 

Basato sulle illusioni romantiche della moglie di un medico di campagna e dei suoi legami adulteri, turbò molto i tradizionalisti francesi, e per alcune descrizioni, all'epoca giudicate scandalose, subirà un processo per oscenità qualche mese dopo.


Quando Flaubert iniziò a lavorare su Madame Bovary vi lavorò per cinque anni e dopo aver scritto il romanzo, disse: "Ho trovato tutte le mie radici nel libro che conoscevo a memoria: il Don Chisciotte, Alonso Quijano e Emma Bovary sono simili e portano l'eroe e l'eroina alla distruzione, alla disillusione e alla morte.”




Le Pavillon Flaubert à Croisset

Le Pavillon Flaubert à Croisset


Il processo


Flaubert venne processato per oscenità nel gennaio del 1857 da Ernest Pinard, un legale che aveva già la misera fama di aver promosso un procedimento penale contro Les fleurs du mal di Baudelaire.

Qualche anno dopo l'assoluzione della Bovary, venne fuori che Pinard era l'autore anonimo di una raccolta di poesie oscene. La cosa divertì molto Flaubert.

Ma ecco un estratto della sentenza di assoluzione:
"...per vari frammenti contenuti nelle pagine 73, 77, 78, 272, 273, considerati come reati di disprezzo della morale pubblica e religiosa. Il tribunale, dopo aver sentito la difesa sollevata dal signor Sénard per Flaubert, il signor Desmarest per il signor e la signora Pichat Faverie (gli stampatori), ha presentato l'udienza il giorno 7 febbraio e la sentenza, che è stata redatta come segue (...) considerando che l'autore in prima persona ha esposto i pericoli che derivano da un uso improprio nell'ambiente in cui debbano vivere l'istruzione, e il perseguimento di questa idea, ha mostrato la donna, il personaggio principale del suo romanzo, bramante di un mondo e di una società dove la modesta condizione infelice cui il destino l'avrebbe portata, facendo dimenticare i suoi doveri di madre, e come moglie l'omissione dei suoi compiti, introducendo successivamente il suo adulterio in casa e la distruzione, e finendo miseramente nel suicidio, dopo aver attraversato tutte le fasi della dissoluzione più completa. 
Egli ha sbagliato solo alcune volte perdendo di vista le regole che come ogni scrittore che si rispetti non dovrebbe mai aver compiuto, dimenticando che la letteratura, come l'arte, per fare del bene non deve solo essere casta e pura nella sua forma e nella sua espressione (...) In queste circostanze dal momento che non è sufficientemente provato che Pichat, Gustave Flaubert e Pillet sono colpevoli dei reati loro imputati il tribunale li assolve". (Gazette des tribunaux 9 Febbraio 1857) 



Flaubert dessin E. Girard_ BNF



Il processo viene vinto e Madame Bovary diventa un successo editoriale. In un certo senso, questo funge da veicolo pubblicitario, attirando immediatamente l'attenzione del pubblico, sebbene non raggiunga la popolarità dei romanzi di Zola che seguiranno.

In Inghilterra uscirà nel 1886 tradotto da Eleanor Marx figlia del filosofo Karl.

A Mademoiselle Leroyer de Chantepie - un'ammiratrice del suo romanzo che avendolo letto nella rivista è in attesa dell'uscita in volume - scriverà dopo il processo scusandosi del ritardo :

" Questa Bovary, che voi amate, è stata trascinata come l’ultima delle donne perdute sul banco dei furfanti. L’hanno assolta, è vero, ma io resto ciononostante nello stato di autore sospetto, che è ben misera gloria. Mi sarà impossibile pubblicare il mio romanzo in volume prima dell’inizio di aprile".


Il successo letterario determinerà automaticamente l'ingresso di Flaubert nella società e nell'ambiente letterario incontrando i fratelli Goncourt, Saint-Beuve, e Baudelaire. Incoraggiato poi da Victor Hugo e da George Sand.



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