Luoghi etruschi ci racconta una delle più importanti escursioni di D.H. Lawrence, alla ricerca di una concezione dell'esistenza umana, nel suo viaggio compiuto in marzo e aprile del 1927 negli antichi luoghi di sepoltura etrusca dell'Italia centrale con il suo amico Earl Brewster.
Questa esperienza è stata forse l'idea più influente nella mente di Lawrence negli ultimi anni della sua vita, che comprese due viaggi con vaste riflessioni, l'anno prima aveva visitato Firenze e nelle sue lettere esprimeva già le intenzioni di visitare questi luoghi etruschi. Nel frattempo Lawrence si era molto documentato su questo popolo, ma rinunciò a quel viaggio per pubblicare L'amante di Lady Chatterly.
Luoghi etruschi uscì postumo, due anni dopo la sua morte. Il suo effetto è percepibile in quasi tutto quello che scrisse dopo il 1926, sul suo atteggiamento verso l'imminente morte e sulla sua salute precaria: si rendeva conto di non avere molti anni davanti.
Questa esperienza è stata forse l'idea più influente nella mente di Lawrence negli ultimi anni della sua vita, che comprese due viaggi con vaste riflessioni, l'anno prima aveva visitato Firenze e nelle sue lettere esprimeva già le intenzioni di visitare questi luoghi etruschi. Nel frattempo Lawrence si era molto documentato su questo popolo, ma rinunciò a quel viaggio per pubblicare L'amante di Lady Chatterly.
Luoghi etruschi uscì postumo, due anni dopo la sua morte. Il suo effetto è percepibile in quasi tutto quello che scrisse dopo il 1926, sul suo atteggiamento verso l'imminente morte e sulla sua salute precaria: si rendeva conto di non avere molti anni davanti.
Questa cronaca di viaggio si identifica con parte delle sue idee, che univano un sentimento religioso universale con gli dei e le divinità, la natura e gli uomini, osservando esuberanza e impeto selvaggio.
Per Lawrence gli etruschi erano un popolo con un aspetto positivo verso la vita nel loro rifiuto di cedere alla malinconia. Nelle tombe vede una testimonianza di una realtà felice e spensierata, e la morte gli appare come una continuazione del meraviglioso viaggio della vita, fatto di percezioni e di piaceri.
"Poichè la vita sulla terra era così bella, la vita sottoterra non poteva esserne che la continuazione"
Gli etruschi nelle sue riflessioni gli sembrano quasi reali come se li avesse incontrati e fosse vissuto con loro.
Seduto in un caffè di Tarquinia, gli pare per un momento di vederli rientrare dai campi dopo una lunga giornata sui carri, guidati da un auriga con la barba a punta, i gioielli d'oro intorno al collo, fra suoni di flauti e canti festosi.
Le descrizioni in queste pagine delle tombe etrusche sono per lui come abitazioni sepolte con pitture allegre e intense, come quelle dei vivi " animate da figure dipinte in rilievo...da facce che facevano le smorfie e mettevano fuori un palmo di lingua...mantenendo intatto il senso giocondo della vita."
Lawrence interpreta queste immagini con una certa complicità emotiva intuendo delicati rapporti tra i defunti nobili dentro i sarcofagi o nelle raffigurazioni con i loro schiavi.
Dagli affreschi deduce che gli Etruschi fossero gioiosi e spensierati nella loro esistenza. Scorge in loro l'energia della natura vigorosa umiliata ma non distrutta dagli arroganti antichi romani come i fascisti di quegli anni. Vista l'epoca, l'autore si sofferma varie volte nel confronto critico tra fascisti, romani ed etruschi.
Prova con un certo snobismo un disgusto per la plebe incolta, il 'gregge proletario' come lo chiama, idealizza un governo di anime elette, aristocratiche come nei loro re che erano in possesso del sapere divino iniziatico, redigendo testi contenenti nozioni di astronomia e divinazioni, comunicando al popolo il loro sapere attraverso metafore mentre il popolo stesso gioiva senza capire il contenuto.
Tra divagazioni storiche ed escursioni archeologiche, l'autore ci guida verso questi luoghi a lui cari di una civiltà minore rispetto a quella romana severa e brutale, che detestava, o a quella greca in cui odiava la perfezione e l'armoniosità.
Quando entra a Volterra racconta che alcune ragazze gli fanno il saluto romano con una certa sfrontatezza, un saluto che non gli riguarda e che perciò non restituisce, ritenendo questo un gesto fuori posto da una città che in passato tenne testa a Roma per tanto tempo.
Non vagherà solo fra tombe e necropoli, il museo dell'alabastro per esempio gli apparirà freddo, triste e silenzioso anche se lo reputerà bello e interessante.
Per un uomo che lottava contro la morte, che sarebbe avvenuta pochi anni dopo, la parola "vita" in questo libro risulta molto abusata, come le pitture che racchiudono ''Il vivo scorrere della vita'', oppure le figure dipinte che sono ricche di una enorme vitalità e hanno "una fede profonda nella vita, un accettazione totale della vita". Così come noterà una coppia di innamorati dietro gli uliveti camminando tra i bastioni, annotando che almeno essi sono vivi contenti e pieni di ardore.
L'immagine vitale degli Etruschi qui, sembra contrastare la visione dell'autore denotando un certo rimpianto sulla sua forza interiore che lentamente gli veniva a mancare, della gioia di vivere che si dissolveva, e della sua vita che scivolava via ineluttabile.
D.H. Lawrence
LUOGHI ETRUSCHI
Passigli editore 1985
2023
1 commento :
E' interessante proprio il contrasto tra la figura di Lawrence che lottava contro la morte e le testimonianze degli etruschi col loro rapporto con la vita.
Ciao, alla prossima.
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