21 giu 2014

 

Il pianeta delle scimmie di Pierre Boulle

Da un romanzo poco noto degli anni '60 una saga cinematografica che continua ancora oggi


L'ultimo capitolo della saga cinematografica Planet of the Apes contiene piccoli indizi tratti dal libro di Pierre Boulle uscito nel 1963 Il pianeta delle scimmie ispirato dalle teorie naturalistiche di Charles Darwin. Nel suo romanzo Pierre Boulle immagina che l'evoluzione naturale faccia regredire la superiorità dell'uomo sulle altre specie viventi a favore delle scimmie. L'idea gli venne durante una visita allo zoo, osservando i gorilla. Egli dice in proposito in una intervista a Tf1:
"Sono rimasto impressionato dalle loro espressioni quasi umane. Questo mi ha portato a immaginare cosa sarebbe un rapporto uomo / scimmia . Alcuni pensano che avessi King Kong in mente quando ho scritto il mio libro ma questo non è vero."



La supremazia delle scimmie sul pianeta Soror, così come sulla Terra, è il risultato di una possibile evoluzione. " Oggi sappiamo che le specie si trasformano e che tutte probabilmente hanno avuto un ceppo comune. "La scimmia discenderebbe dunque dall’uomo? " chiede l'eroe,

Ulisse Grouper a uno scienziato scimpanzé. "Questa è stata l’opinione di alcuni; ma non è esattamente così. Scimmie e uomini sono rami diversi che, a partire da un certo punto, si sono evoluti in direzioni divergenti, le prime elevandosi a poco a poco fino al livello della coscienza, gli altri stagnando nella loro animalità. Molti orangutan, tuttavia, si ostinano ancora a negare questa evidenza "

In questa storia l'uomo scompare come essere civilizzato, viene ridotto al rango di animale, ad eccezione del narratore interno al racconto chiamato Ulisse. 
In breve la storia. Una coppia di innamorati viaggiando nello spazio interplanetario ripescano alla deriva una bottiglia che contiene un manoscritto datato tre secoli prima, di un certo Ulisse Mérou, giornalista e cosmonauta dilettante.

Nel manoscritto vi sono narrate le peripezie di alcuni uomini nel pianeta Soror, simile alla Terra, abitato da scimmie come razza dominante. In questo pianeta, gli uomini tenuti in schiavitù hanno dimenticato il linguaggio e vengono considerati dalle scimmie come oggetto di studio. Ulisse, rinchiuso insieme agli altri uomini nelle gabbie di un laboratorio di ricerca, riesce a farsi accettare come Homo sapiens  e dopo pericolose avventure fugge e ritorna sulla terra. 

Ma durante il suo vagare nello spazio, durato anni luce, passano circa mille anni del tempo terrestre e sul pianeta Terra molte cose sono cambiate. La fine dell’avventura spaziale per Ulisse Mérou, sarà l’inizio di un’altra paradossale avventura sulla Terra. Ma la storia ha un finale sorprendente. 

Boileau disse del romanzo: "E' solo una storia, la fantascienza è solo un pretesto. Non so nemmeno definire la fantascienza, anche se mi sono familiari gli scritti di Ray Bradbury, Isaac Asimov e Lovecraft. Penso che sia un genere in cui è possibile creare e giocare con i personaggi non umani, ma nei miei libri le scimmie sono esseri umani, non c'è dubbio."

Il pianeta delle scimmie - che ora viene considerato un classico della fantascienza - è il libro più importante dell'autore francese (in precedenza aveva scritto  Il ponte sul fiume Kwai   cui vi è stato tratto un altro adattamento cinematografico), ed stato un grande successo quando venne pubblicato nel 1963.


Planet of the Apes tv series 1974
Immagine tratta dalla serie Tv 1974


Riduzione cinematografica

Dal 1968, il libro ha avuto otto adattamenti cinematografici americani (l'ottavo Dawn of the Planet of the Apes, è uscito a luglio 2014), due serie televisive nel 1974 e 1975 e innumerevoli serie di fumetti  
Bisogna dire che nessuno adattamento è mai stato fedele al romanzo a parte il filo conduttore iniziale. La saga iniziata nel 1968  con Charlton Heston mette in evidenza i pericoli di una guerra nucleare e la fine di una civiltà, cosa molto popolare all'epoca nel cinema americano, con una frase shock finale del protagonista maledicendo gli stessi uomini.

Tim Burton nel 2001 ha cercato di avvicinarsi al romanzo con un make up interessante ma venne stroncato dalla critica che ancora aveva in mente il film del '68, mentre nell'edizione 2011 sparisce il viaggio temporale e si porta in rilievo la genetica, dove il protagonista, uno scienziato, sta cercando una cura per l' Alzheimer testandolo sugli scimpanzé, rendendoli intelligenti come l'uomo.
Il regista Rupert Wyatt disse che questo film era una storia originale, non una continuazione, il suo obiettivo era quello di attirare nuovi fans che non conoscevano l'originale.
E infatti con questo nuovo franchise anni dopo siamo alla seconda parte mentre esce una terza per il 2017:  War for the Planet of the Apes.





Il libro citato 











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