20 ago 2020

 

La casa delle streghe. H. P. Lovecraft e l'architettura del male

Per i 130 anni dalla nascita dello scrittore del fantastico esaminiamo un suo racconto gotico sconcertante

Nel racconto La casa delle streghe di H.P. Lovecraft, Walter Gilman è uno studente della (immaginaria) città di Arkham, studia matematica e fisica quantistica ma è anche appassionato di magia e folklore. Prenderà residenza nella camera abbastanza impopolare di un vecchio edificio dai tetti a grappoli con gli attici, dove le streghe un tempo si nascondevano nell’oscurità agli uomini, una stanza che persino il padrone di casa ha sempre diffidato di affittarla, poiché in precedenza nessuno era rimasto a lungo, e le storie della vecchia strega che una volta risiedeva lì, vivono ancora.





Il giovane Gilman dimostra una certa ostinazione nella sua ricerca di una "conoscenza proibita", un tema caro a Lovecraft, ed è questa persistenza, che si mescola allo stress e alla fatica quasi allucinante dello studente contagiando il lettore per tutto il tempo. Questa sete di sapere lo attira e lo tiene saldo, diventando sempre più grande e ossessiva. 

In quella casa e in quella specifica stanza, aveva preso dimora la vecchia Keziah Mason, la cui fuga dal carcere di Salem nessuno era mai riuscito a spiegare. Era accaduto nel 1692. La strega aveva al suo seguito un essere peloso chiamato Brown Jenkin, sorta di topo con zanne dal volto umano e zampette simili a piccole mani, allattato, si diceva con il sangue della megera.

Il giovane è cosciente di abitare in un luogo stregato, invogliato anche dalle dicerie dei paesani sulla presenza di impronte irregolari di denti lasciati su alcune persone durante il sonno, oppure dal tanfo nauseante che proviene dall'attico della vecchia casa, specie nelle ricorrenze di Ognissanti. 

Ma anche la strana architettura obliqua della camera è un elemento fondamentale che lo attrae, secondo lui nella stanza, con degli angoli particolari, la vecchia aveva viaggiato al di là dei limiti del mondo e dello spazio conosciuto, così cercherà tra le pareti dei segni e simboli segreti dove la strega aveva praticato gli incantesimi. D'altra parte invece il proprietario non riusciva mai a finire di tappare i buchi che i topi continuavano a creare nelle pareti dell'edificio, dopo che questi sgusciavano durante la notte in cerca di cibo.  

Tuttavia per qualche giorno non accadrà nulla, almeno finché Gilman si sentirà febbricitante. Il giovane studente era dotato di un udito straordinario quindi sentiva all'interno dei vecchi tramezzi il fastidioso passaggio dei pelosi animali. Gilman inizierà a sperimentare sogni bizzarri in cui gli sembra di fluttuare senza forma fisica attraverso uno spazio ultraterreno tra colori e suoni indescrivibili, con la presenza di un Uomo Nero, della strega e del suo Brown Jenkin, dal corpo di ratto e dal volto umano. Egli crede che non siano affatto dei sogni, specie quando viene costretto a trovarsi complice del rapimento di un bambino e svegliandosi si trova il pigiama sporco di fango. 

Nella notte di Valpurga si troverà nella stanza faccia a faccia con la terribile strega che sta per sacrificare il bambino, un crocifisso lo salverà in apparenza, ma il suo udito sensibile verrà compromesso da un suono soprannaturale che lo lascerà sordo insieme alla vendetta di Brown Jenkin. 



L'architettura del male

Su La casa delle  streghe si può parlare di racconto gotico che produce un effetto sconcertante e inquietante al lettore, mettendo alla prova i limiti di ciò che è tollerabile in quello spazio ostile che è la casa stessa, rappresentazione di uno luogo malevole, basata sullo sconvolgimento della proporzione architettonica come mezzo per la figurazione letteraria del male. 

Nella letteratura horror gli spazi fisici malvagi o infestati tendono spesso nello scombinare proporzioni e dimensioni, contribuendo all'inquietante rovina fisica e mentale del protagonista, (vedi anche L'incubo di Hill House), dove questa "architettura del male" contrasta con un luogo apparentemente sicuro, creando confusione ed elementi d'irregolarità, dove pure il protagonista non riesce a trovare la sua strada, con l’impressione che qualcosa di inquietante riguardo agli oggetti e agli eventi intorno ad esso possano provocare disagio, spaventare e infine turbare anche i lettori. 

Istinti ed emozioni caratterizzati possono derivare dalla risposta all’ambiente in cui le persone si trovano, (come scrive lo stesso Lovecraft ne L'orrore soprannaturale nella letteratura) l'architettura fatiscente tipica del gotico: castelli e vecchi monasteri in disfacimento, umide prigioni claustrofobiche e soffocanti, sotterranei, passaggi segreti e catacombe, tendono a far emergere anche il passato storico del luogo pieno di storie orribili di morti e torture, diventate argomento di leggenda e folklore. 

Così la natura malvagia della casa si riflette nel suo aspetto e costruzione sia esterno che interno, nonché nel suo effetto sulle stesse persone che vivono all’interno.

Il racconto è conosciuto anche come I sogni nella casa stregata, pubblicato nel 1933 sulla rivista Weird Tales. 


Questa iniziativa-anniversario  viene condivisa anche con i seguenti blog con articoli legati alle altre opere dello scrittore di Providence in rigoroso ordine alfabetico: 

  • Archivi di Uruk; le schede delle più recenti pubblicazioni di HPL in italiano
  • Citascacchi; copertina scaccosa del fumetto "Cthulhu Tales"
  • IPMP; locandine d'annata possibili di film ispirati ad HPL distribuiti in Italia.
  • Non Quel Marlowe; storia del Necronomicon, il più famoso dei libri che non esistono
  • Solaris; recensione film: L'isola degli uomini pesce
  • Zinefilo; recensione film: Necronomicon





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5 commenti :

Il Moro ha detto...

Una delle tematiche più usate da Lovecraft è proprio "l'orrore nella casa", declinato in diverse forme. In molti racconti il suo protagonista si trova per diversi motivi in una casa dove "qualcuno" ha combinato "qualcosa" di strano, che di solito implica l'invocazione di forze oscure.

Gioacchino Di Maio ha detto...

@ilMoro. La casa vista come quasi un essere vivente estraniante, in effetti, è un elemento che molti hanno usato per le loro opere.

Gioacchino Di Maio ha detto...

@Cassidy, sempre un benvenuto a te e al tuo blog Bara volante :)

Obsidian M ha detto...

Non ho un ricordo lucido di questo racconto, forse perché facente parte della sua produzione più tarda. Certo che ciò che viene descritto è un'atmosfera tipicamente lovecraftiana, difficile da immaginare per un lettore impreparato. Una casa dalle geometrie ingannevoli è tuttavia affascinante (chissà perché mi viene in mente la casa della vedova Winchester): nell'immaginario colletivo qualsiasi cosa in grado di tramutare in orrore qualcosa di normalmente confortevole è davvero disorientante e questo HPL l'aveva capito prima di tutti.

Gioacchino Di Maio ha detto...

La casa dovrebbe essere un elemento che infonde sicurezza, quando questa funzione non è più possibile, ecco che allora appare sconcertante e pericoloso abitarci.