31 ott 2022

 

La Cosa. Inferno di ghiaccio - John W. Campbell. Un classico della fantascienza

Un classico della fantascienza horror in una nuova edizione ampliata

Anno 1939. Una spedizione al Polo Sud porta alla luce un misterioso oggetto metallico di chiara fattura artificiale. Ma non umana… All’interno dell’antico UFO c’è una creatura, o almeno ciò che ne resta. L’essere sembra essere morto da milioni di anni, essendo precipitato tra i ghiacci in tempi remoti, in un’era in cui gli uomini non camminavano ancora sulla Terra. Ma la curiosità umana può provocare una catastrofe. 


frozen hell

particolare della copertina dell'edizione americana
con illustrazioni di Bob Eggleton



L’alieno ha una forma disturbante; con i suoi tre occhi e i capelli simili a lombrichi blu, sembra l’interpretazione data da un folle al male incarnato. Ma il problema non è tanto il suo aspetto, quanto il fatto che “La Cosa” è un alieno mutaforma, capace di sostituirsi volta volta a un membro diverso della spedizione per metterli l’uno contro l’altro e portarli all’annientamento reciproco.


Il manoscritto originale di Campbell, intitolato Frozen Hell, è rimasto sconosciuto e inedito per decenni, riscoperto solo di recente. Inferno di ghiaccio espande drammaticamente la storia de La Cosa, dando un retroscena e un contesto vitali a un'avventura incredibile nei ghiacci dell'Antartide. 

Nella prefazione a questo libro, Alec Nevala-Lee, biografo, romanziere e scrittore di fantascienza americano, spiega come ha trovato questo manoscritto mentre esaminava alcune scatole di materiale dell'autore ed editore John W. Campbell nella Biblioteca di Harvard. 

In fondo a una scatola c'erano 112 pagine di un manoscritto intitolato "Frozen Hell" e anche un altro intitolato "Pandora". I cultori della fantascienza classica potrebbero conoscere la versione più famosa che uscì nella rivista  Astounding Stories nel 1938, (da cui è tratta l'illustrazione sotto) intitolata solo "Who Goes There?" resa famosa poi dal film del 1951 "La Cosa da un altro mondo" e i successivi film. 


la cosa 1938


La storia ritrovata qui è una versione più lunga. Sembra che Campbell stesse puntando a scrivere la storia come un romanzo, ma quando non l'ha potuto vendere, ha rieditato tutto nella forma più breve conosciuta. Questo testo è rimasto sepolto negli archivi fino a quando non è stato riscoperto da Nevala-Lee.

Comprensibilmente, questa scoperta, annunciata nell'ottobre 2018, ha suscitato grande entusiasmo. 

Ora è stata tradotta in italiano per la collana Urania che già nel 1953 aveva pubblicato la vecchia versione. 

La trama vede un gruppo di scienziati in una base al Polo Sud che scoprono un velivolo alieno con dentro una creatura congelata da millenni.  Tentano di scongelare la navicella con una carica di termite, ma finiscono per distruggerla accidentalmente. 

Tuttavia riescono a recuperare una creatura aliena dal blocco di ghiaccio antico. Il disgelo precoce fa rivivere l'alieno, un essere che può assumere la forma, i ricordi e la personalità di qualsiasi cosa vivente che divora, pur mantenendo la sua massa corporea originale per un'ulteriore riproduzione. 


"McReady annuì. «Non è stata questa, la parte peggiore. Ho provato la dannatissima convinzione che quella creatura si trasformasse nel viso di Vane perché voleva farlo. Poteva tramutarsi in qualunque cosa, o in chiunque.
Pareva possedere una segreta, empia conoscenza della vita e della materia vitale, il protoplasma, acquisita tramite ere d’esperimenti e di studi.
Non sembrava legata a nessuna forma o dimensione o sembianza, ma riusciva a mutare la sua stessa carne e il suo stesso sangue fino alla più piccola cellula non semplicemente per imitare, ma per duplicare carne, sangue e cellule di qualsiasi cosa scegliesse. E poteva leggere i pensieri, le abitudini, la mente di ognuno.»"


Come si fa a distinguere un alieno sotto le spoglie di un umano, da un vero essere umano? Campbell elaborò una risposta che era allo stesso tempo ingegnosa e plausibile. 

Unirà l'espediente di un precedente racconto del 1936 "I ladri di cervelli di Marte" con l'ambientazione antartica, abbandonando il tocco leggero e scrivendo la storia come piena di minaccia e suspense,  creando una narrativa avvincente che mai la fantascienza aveva prodotto.

La storia inizia davvero nella parte che molti riconoscono, ma prima ci sono diverse descrizioni dell'ambiente per arrivare agli ultimi cinque capitoli inquietanti, paranoici e terribili come sempre. 

In particolare, è ancora forte il pressante senso di isolamento in un luogo isolato dove non ci si può fidare di nessuno e di niente. Anche quando i personaggi stessi sono semplici.  Le loro azioni  e le conseguenze delle loro azioni, sono come ci si aspetterebbe in un epoca come gli anni '30 dove la scienza aveva ovviamente i suoi limiti. 

Quando F. Orlin Tremaine, editore di Astounding Stories, fu promosso alla supervisione della divisione riviste di Street & Smith nel 1937, il suo successore scelto con cura fu uno dei suoi autori più famosi, un giovane di nome John W. Campbell, Jr. 

Nonostante fosse un scrittore popolare, Campbell stava lottando con il reddito precario di uno scrittore freelance, quindi accettò volentieri la direzione di Astounding (che ha prontamente ribattezzato Astounding Science Fiction). 

Da allora smise di scrivere storie dedicando i suoi sforzi alla costruzione di una delle carriere editoriali di maggior successo e controverse nella storia della fantascienza. Ricoprì l'incarico presso la rivista, successivamente ribattezzata Analog Science Fiction and Fact, fino alla sua morte nel 1971.

Come direttore affrontò l'enigma di cosa fare con un manoscritto che aveva presentato a Tremaine e ora ereditato con la direzione di Astounding. Non era insolito per gli editori pulp acquistare le proprie storie, ma una pratica comune era pubblicare quei pezzi sotto uno pseudonimo, e Campbell pubblicò la sua storia ereditata sotto la firma di "Don A. Stuart".

La storia, intitolata "Who Goes There?", fu un successo immediato tra i lettori. Negli oltre 80 anni dalla sua prima pubblicazione, “Who Goes There?” è stato inserito in molte raccolte di fantascienza. Diventando una pietra miliare di qualsiasi antologia di fantascienza classica.



la cosa carpenter

Una immagine dal film di John Carpenter La Cosa (1982)


Venne reso poi famoso da almeno tre film La cosa da un altro mondo (1951), poi La Cosa di Carpenter nel 1982 e un altro nel 2011. Ogni versione ha qualche difetto ma quella del 1982 è forse più vicina allo spirito originale del racconto. 


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I 40 anni de La Cosa di John Carpenter


Chi non ha mai letto il racconto originale può rimediare con questo Inferno di ghiaccio, dove è presente la massima Campbelliana di "raccontare, senza mostrare". Si parla molto qui, della "scienza", della natura dell'alieno e persino dell'identità umana ma nonostante questo la storia è così bella da elevarsi al di sopra di tutte le sue debolezze.


Completa il volume il racconto “La voce dell’ignoto” (1930).

All’interno, per i 70 anni di Urania, nella rubrica dedicata alla Storia del premio Urania, “I vincitori 2000–2002″, a cura di Mauro Gaffo.

E per la rubrica Interventi, “L’incubo di un letterato”, un approfondimento sull’autore a cura di Fabio Feminò.




la cosa inferno di ghiaccio cover





(essendo un periodico per il cartaceo rivolgersi alla propria edicola)


Il libro (disponibile solo in ebook) 

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e su Amazon


John W. Campbell, Jr 

Mondadori Urania Collezione n. 232, maggio 2022


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