13 ott 2021

 

Gli ultimi giorni - Raymond Queneau. La Parigi degli anni venti in un romanzo affabile

Nella Parigi degli anni Venti, del quartiere latino, dell'università della Sorbona e dei piccoli caffè, giovani e vecchi ingannano il tempo tra conversazioni di filosofia e letteratura. Il tempo è il vero protagonista di questo romanzo, inteso ciclicamente come ritorno e alternanza ma anche come unica e inevitabile direzione che consegna l’uomo alla vecchiaia e alla morte.


maurice brange 1922


Ciascuno dei personaggi ha la propria idea e la propria prospettiva: studenti carichi di speranza, anziani frequentatori del Café Soufflet, un barista astrologo perso nei suoi calcoli sulla fine imminente dell’universo, e il malinconico Tuquedenne. 

Gli ultimi giorni (1936) è per certi aspetti un romanzo autobiografico. Il personaggio principale, Vincent Tuquedenne, è uno studente, la cui vita accademica e carriera seguono da vicino quella di Queneau.

Studente di filosofia alla Sorbona, ragazzo intellettuale di campagna che negli anni '20 non si trova completamente a suo agio nella grande città, Vincent procede senza meta e senza chiare ambizioni conducendo un esistenza monotona con i suoi compagni. 

Vincent ha l'ambizione di imparare le lingue, leggere ancora più libri, ma questi piani ben preparati spesso falliscono. Se la cava comunque meglio di tanti altri vivendo una vita studentesca abbastanza tipica del periodo tra le due guerre. 

Molti personaggi ruotano intorno a questo romanzo come Brabbant, un piccolo truffatore  intelligente ma privo di immaginazione, che si è messo in testa di aprire una grande impresa e per questo coltiva rapporti di amicizia con Tolut, professore in pensione, roso dal rimorso per aver insegnato geografia senza aver mai viaggiato, e Brennuire, amico di Vincent che deve partire per il servizio militare. Poi Fabie la ragazza di Brabbant, carina sveglia e molto divertente, ma ha paura che gli porti sfortuna.   


Non faccia il timidino. Mi chiamo Fabie. E più corto di Fabienne. Mio padre fa il tipografo, mica stupido mio padre, capirà, con tutto quel che legge. E un buon diavolo, ma mia madre é una vipera. Non parliamone. E poi, ho due sorelle. Non indovina come si chiamano?


Come palle da biliardo questi individui si scontrano e poi ritornano dall'uno all'altro capo, non senza intoppi e catastrofi. Tutto gira, ma la giostra non è permanente. Morte, insuccesso, dimissioni, aspirazioni, quanto ne hanno gli sfortunati eroi del romanzo. Tranne Alfred, ma lui è fuori dai giochi, non spera in nulla, lui conosce i loro destini. 

Tutti questi personaggi si incontrano al Soufflet il café dove il cameriere, Alfred, appassionato di astrologia, dà uno sguardo lucido alle loro vite e predice il loro futuro con un suo metodo particolare. 


- Mi dica, Alfred, era un buon giorno ieri?-

- Per le faccende di cuore o per quelle di lavoro? -

- Di cuore, Alfred. Di cuore. Ma non lo dica in giro -

- Il signore sa quanto io sia discreto - 

Consultò un taccuino nuovo di zecca.

- Ho pensato a lei - disse - Le ho preparato i suoi calcoli in anticipo -

Brabbant sganciò venti franchi.

- Ieri era un giorno ottimo per lei - disse Alfred. - Soprattutto per quel che mi ha detto -.


Il libro è un interessante ritratto della Parigi negli anni Venti, seguiamo i percorsi di Tuquedenne e di molti dei suoi compagni di studio, così come di molti altri personaggi anche più anziani.

Raccontato in capitoli brevi, episodici, che coprono il corso di diversi anni, Queneau introduce il lettore a molti aspetti della vita studentesca e dei caffè parigini. 

La maggior parte di questo è abbastanza interessante, alcuni degli episodi sono piuttosto umoristici e altri commoventi. Certamente alla fine il libro avanza bene, poiché i percorsi dei personaggi sono stati chiaramente delineati, e i loro destini abbastanza ovvi. 

L'unica figura redentrice è Alfred il cameriere del caffè, lui stesso narra molti dei capitoli. È il periodo in cui la teoria della relatività di Einstein ha avuto un grande riscontro. Alfred però non è molto impressionato. Ha la sua scienza che gli permette di prevedere tutto.

Non basa la sua scienza su ipotesi e calcoli che consistono semplicemente di lettere, la basa su fatti reali e solidi, e su congetture che consistono esclusivamente di cifre. 

Cameriere attento, scruta anche tutti i tanti ospiti che frequentano il locale in cui lavora, e ogni tanto racconterà loro cosa c'è in serbo per loro. Ma non vuole trarre profitto dalla sua abilità di previsione.

Ha poche ambizioni, il suo unico obiettivo è quello di vincere i soldi che sono stati "rubati" a suo padre. Ha un sistema e quando sarà il momento andrà in pista per metterlo in atto.

Alfred non delude, e il capitolo finale, narrato da egli stesso è una bella conclusione di questa piccola storia. Ora ha nuovi clienti ma sa che anche per loro verrà la loro fine, come verrà, più tardi, quella dell'universo. 

"Io resto qui, gli servo bevande fredde d’estate, calde d’inverno, e alcol in ogni stagione. Non mi immischio in niente e lascio che tutto vada come vuole. “Passano i giorni e passano anche le notti, e gli anni e le stagioni, e si potrebbe credere che tutto continuerà a girare così per sempre, come continuano i clienti a venire a prendere il cappuccino o l’aperitivo quotidiano, ma verrà il momento che non ci saranno più stagioni né anni, e tanto meno giorni e notti, che i pianeti avranno completato le loro rivoluzioni, che i fenomeni non avranno più periodi, che tutto smetterà di esistere. L’intero universo svanirà, avendo compiuto il suo destino, come qui e ora si compie il destino degli uomini."


L'autore

Raymond Queneau (1906- 1976) è stato un romanziere, poeta e drammaturgo francese. Dopo il Bac, andò a Parigi per studiare filosofia alla Sorbona. Inizia ad interessarsi alle lingue (sanscrito, arabo, ebraico) e alla letteratura, ma anche all'antropologia, alla psicoanalisi, alla matematica e alle religioni.

Nel 1924 si unì al gruppo surrealista, a stretto contatto con autori come Philippe Soupault, Michel Leiris o André Breton,

Per guadagnarsi da vivere Queneau ha lavorato successivamente come impiegato di banca, insegnante di francese e giornalista. Nel 1954 subentrò all'editore Gallimard nella direzione della collana della Pléiade che mantenne fino alla fine della sua vita.

Scrittore erudito dallo spirito enciclopedico, è cofondatore del gruppo letterario Oulipo.

Tra i suoi libri: Esercizi di stile (1947), La domenica della vita (1952), Zazie nel metro (1959), I fiori blu (1965).  

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Titolo: GLI ULTIMI GIORNI


Autore: Raymond Queneau


Editore: Newton Compton 2007




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