1 feb 2021

 

Casa Lampedusa - Steven Price. Ritratto di un principe morente

Nel romanzo biografico di Steven Price si raccontano gli ultimi anni dell'autore del Gattopardo

La morte di un uomo e la nascita di un capolavoro sono i soggetti connessi nel romanzo biografico del canadese Steven Price, il quale immagina pensieri ed emozioni di Giuseppe Tomasi, "l'ultimo principe di Lampedusa" titolo nobiliare di una isola dove lo scrittore non aveva mai messo piede, mentre decide di comporre quello che sarà il suo unico capolavoro postumo "Il Gattopardo".

tomasi lampedusa

Giuseppe Tomasi di Lampedusa con il suo spaniel Crab


Price inizia il racconto negli ultimi anni di vita dello scrittore, tentando di emulare il linguaggio cortese della prosa di Tomasi, accostandosi a fatti biografici noti e anche a quelli meno noti, specie il rapporto con la moglie Alessandra detta Lucy, illuminando le complesse connessioni tra la vita e l'arte nei ricordi di un Giuseppe protagonista, il quale rappresenta con una certa tristezza la Sicilia del '900 tra dislocazioni, il palazzo bombardato ultima dimora e la sua lenta decadenza.

Discendente da una lunga stirpe di aristocratici siciliani, Giuseppe vive a Palermo con sua moglie Alessandra a qualche quartiere di distanza dall'antico palazzo della sua famiglia, "un franare di pietra spaccata e murature disfatte dal vento, per via di una bomba che aveva attraversato l’Atlantico, una bomba che aveva il solo scopo di cancellare il vecchio mondo". 

Era caduta nell’aprile del 1943. Ma anche l'ultima dimora in cui ora i Lampedusa vivono a via Butera, soffre di incuria, con alcune stanze chiuse e i mobili dell' altra casa ammassati per via delle precarie condizioni economiche.  

Vediamo l'ombra di un aristocratico che recandosi dal suo medico riceve la diagnosi di un enfisema avanzato. Poche pagine dopo viene consolidato uno stato d'animo di mesta nostalgia del suo passato: gli resta poco tempo da vivere e non cerca di non badare ai consigli del medico, smettere di fumare, mangiare cannoli e pasticcini di mandorle seduto in un tavolino nel suo caffè preferito. 

Echeggiano nella sua mente le parole di Stendhal "Ogni uomo, per quanto insignificante, dovrebbe lasciare qualche cronaca del tempo trascorso su questa terra" ed ecco che passa il suo ultimo tempo a scrivere la storia di un Principe in un mondo in evoluzione. 

Dopo aver bevuto un caffè con il cugino Lucio Piccolo, Giuseppe, 58 anni, riflette mestamente di essere "come le grandi case bombardate della vecchia Palermo: un cumulo di macerie della storia, un imbarazzante memento che era meglio sbarrare e lasciarsi alle spalle".

Probabilmente il rapporto competitivo con il cugino Lucio, poeta acclamato da Montale, spinge Giuseppe a mettersi a scrivere. I tre si ritroveranno a San Pellegrino Terme perché Lucio doveva fare una presentazione pubblica della sua poesia e un contratto con l'editore Mondadori. 

Ma Price chiarisce che la forza che guida la stesura del  "Il Gattopardo" è guidata dal desiderio di un uomo senza figli il cui titolo morirà con lui, lasciando dietro qualcosa che vivrà quando se ne sarà andato. 

Vediamo Giuseppe osservare e fare il confronto con l'Italia risorgimentale e quella attuale, apportando al suo magistrale e malinconico personaggio di don Fabrizio, la sensazione di affrontare un mondo in cui non ci sarebbe più posto per gente come lui. 

Il giovane Giò, ovvero Gioacchino Lanza Tomasi che frequenta la casa di Giuseppe (e che poi adotterà in un capitolo divertente, dato che Giò ha già dei nobili genitori), pare un modello parziale del lungimirante personaggio di Fabrizio Tancredi. Eppure spesso Giuseppe sente di non aveva creato questo romanzo, ma piuttosto lo abbia aiutato a crearsi da solo. 

Non solo gli ultimi anni, ma nel mezzo vagano dei ricordi come in flashback di Giuseppe e del suo passato anche tragico con il terremoto di Messina e i decessi familiari - tre sorelle morirono violentemente nel giro di pochi anni - ma anche note positive come l'incontro a Londra della futura moglie Alessandra psicoanalista originaria della Lettonia. 

C'è anche il rapporto ambiguo di una madre autoritaria: gli ci vollero sette anni per sposare Alessandra, e la coppia visse separata per più di un decennio perché non poteva lasciare la Sicilia o sua madre, che morirà dopo la guerra nel vecchio palazzo di famiglia diroccato. 

palazzo lanza tomasi

Palazzo Lanza Tomasi in via Butera (foto butera28.it)


Alessandra cercherà di aiutare il marito a venire a patti con questa eredità affrontando il suo passato, esortandolo convinta, che un viaggio a Palma possa neutralizzare la sua nostalgia. Lo sollecita a presentare il romanzo altrove se verrà rifiutato, infatti incaricherà il cugino che ha rapporti con Mondadori a Milano di fare leggere le bozze, e poi a Vittorini di Einaudi, ma come ben sappiamo verrà rifiutato e considerato antiquato.  

Alla fine, l'uomo che aveva sempre guardato la vita solo di lato lotterà per tenere gli occhi aperti, per vedere il mondo il più a lungo possibile, ascoltando il respiro della moglie, mentre lasciando questo mondo vede sorgere un mattino buio. 

Giuseppe Tomasi di Lampedusa morirà nel 1957 senza mai vedere pubblicata la sua opera. 

Solo l'anno dopo Giorgio Bassani, incaricato da Feltrinelli per creare una nuova collana, si interesserà al manoscritto e lo farà pubblicare, diventando così un bestseller e poi un film epico, un riconoscimento che sarebbe piaciuto a Giuseppe anche se pensava che "la scrittura non era un modo per conoscere, ma per essere conosciuto". 


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L'autore

Steven Price è un poeta e scrittore canadese più volte premiato per le sue raccolte di versi. Insegna poesia e scrittura all’università di Victoria, in British Columbia, dove vive con la sua famiglia. Nel 2018 Bompiani ha pubblicato il suo romanzo L’uomo di fumo.


casa lampedusa copertina

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Titolo: CASA LAMPEDUSA

Autore: Steven Price

Editore: Bompiani

Anno: 2020

Pagine: 304

Traduzione: Piernicola D'Ortona, Maristella Notaristefano









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