9 dic 2020

 

Racconti di Natale da scrittori classici

Il Natale raccontato e vissuto da alcuni autori classici della letteratura

Molto prima dell'istituzione del grande uomo barbuto in abito rosso divenuto indelebile icona, il Natale fece sospirare molti autori classici. Dalle idee sovversive di Maupassant all'amore incondizionato che Flaubert aveva per pantofole e vestaglie, qui una breve panoramica delle loro visioni di questa festività attraverso la letteratura.





Festa cristiana popolare da secoli, il Natale e il Capodanno hanno accompagnato molti scrittori che a volte ne hanno fatto una fonte di ispirazione. Alcuni autori classici del passato hanno così evocato direttamente la celebrazione, offrendo testi attorno alla festa e al suo folclore. 

Escludendo il famoso Canto di Natale di Dickens, altre produzioni acclamate e curiosità meritano la nostra attenzione.




Per iniziare con dolcezza  Le Lettere da Babbo Natale  di Tolkien. Dal 1920 e per quasi due decenni, l'autore del Signore degli Anelli prese in prestito i lineamenti (e la penna) del vecchio con la barba bianca per incantare i suoi figli .

Imitando l'ortografia di un uomo molto anziano che vive al Polo Nord, il famoso accademico si divideva ogni anno dai suoi epici personaggi, con una lettera scritta con caratteri tremolanti per raccontare la sua vita quotidiana come produttore di giocattoli. Come Babbo Natale rispondeva a domande che i bimbi gli ponevano, poi le infilava in buste bianche e timbrate con francobolli delle Poste Polari ideati dallo scrittore. 

Queste storie, a volte brevissime, venivano accompagnate da splendide illustrazioni, veri e propri pezzi grezzi di magia natalizia. L'autore non esitò di inserire gnomi, elfi e goblin che gli rubano i regali insieme al pan di zenzero. 

Dal dicembre 1920 fino al Natale del 1943 dell'ultima lettera per la figlia Priscilla ormai divenuta adolescente, dove uno stanco Orso Bianco non scrive nulla, ma non si scorda di mandare un saluto e un abbraccio con agrifoglio per disegno. Sarà l'ultima letterina poiché l'anno prossimo Priscilla, quindicenne, non avrà più l'età per appendere la calza al camino.    





Non sempre però il Natale è da considerarsi allegro. Sfortunatamente ci sono personaggi più cinici e decadenti nella letteratura che nonni premurosi. Passando a un tono più cupo ma satirico andiamo in Russia da Nicolaj Gogol che probabilmente si trovò a sopportare a lungo condizioni climatiche molto simili a quelle dell'uomo con la slitta. 

Lo scrittore russo meglio conosciuto per i suoi fantastici racconti come Il naso o il romanzo Le anime morte, scrisse in gioventù diversi racconti ispirati alla vita e al folklore dei contadini ucraini. Tra questi brevi testi troviamo La notte prima di Natale una farsa divertente e crepitante a Capodanno. 

In un piccolo villaggio, quando tutti si stanno preparando per celebrare Cristo, appare il diavolo, deciso a rovinare la festa. Presto la Luna scompare "Il damerino provvisto di coda e barba caprina partiva in volo, e poi di nuovo in volo rientrava dentro il comignolo, la bisaccia che gli pendeva legata al fianco, e in cui aveva riposto la luna rubata". Arriverà una tempesta e tutto sembra essere perduto.

Scritto molto prima che lo scrittore sprofondasse nel misticismo e nella follia, il racconto è estremamente allietante e ti permette di viaggiare attraverso il Natale nella vivace campagna russa tra torte, salsicce e bicchieri di vodka allo zafferano.  

Nella raccolta Notte di Natale (ed. Einaudi) oltre a questo di Gogol, ci sono anche racconti di Hoffmann, Andersen, Stifter, Gogol, Gaskell, Dickens, Dostoevskij, e altri autori. 




Gustave Flaubert e George Sand


Ogni autore ha le sue ossessioni, Gustave Flaubert, dal canto suo, è riuscito a convivere molto bene con il suo sfacciato feticismo per le scarpe. I lettori di di Flaubert troveranno così oltre cinquanta allusioni dirette alle scarpe in Madame Bovary, la maggior parte delle descrizioni di Emma inclusa una menzione dei suoi stivali.

La passione dello scrittore per le scarpe si avverte anche nelle parole amichevoli su un invito di Capodanno.  

La scrittrice sua amica George Sand andrà a trovare Flaubert a Croisset, e poi Flaubert ricambierà, passando da lei il Natale del 1869, a Nohant, a casa dell’amica George Sand.




La dimora di George Sand a Nohan


In una lettera datata 14 dicembre 1869 , la scrittrice chiede a Gustave di fare gentilmente il viaggio a Nohan, dove si trova la sua tenuta per il pasto del 25. 

Gli argomenti utilizzati dalla donna di lettere per portare a casa il suo collega scrittore, danno l'impressione di un Flaubert misantropico particolarmente attaccato alle sue comodità e alle sue pantofole.

«...Il tempo è bello, almeno a casa, e ci stiamo preparando per i festeggiamenti natalizi in famiglia accanto al fuoco.

Ho detto a Plauchut di provare a rapirti, lo stiamo aspettando.

Se non puoi venire con lui, almeno vieni a festeggiare e scappa dal capodanno a Parigi.

È così noioso! Lina mi chiede di dirti che ti permetteremo di non toglierti la vestaglia e le pantofole.

Non ci sono donne, né estranei.

Finalmente ci renderai molto felici, lo prometti da molto tempo.

Ti bacio e sono ancora più arrabbiata di te per questi attacchi, ma non sono stata sconfitta e se ti avessi avuto lì, staremmo insieme così bene che inizieresti subito  un nuovo romanzo.

Ti bacio. »

(Nota: gli attacchi di cui parla Sand erano dovuti a delle critiche per dei suoi articoli)


Flaubert risponderà il 17 dicembre sperando di essere da lei tra otto giorni. Partirà il 20 ma starà solo pochi giorni. Il 30 dicembre è già a Parigi e gli scrive : "...Per tutto il tempo ho pensato solo a Nohant. Non posso dirti quanto sono commosso dalla tua accoglienza. Che persone gentili siete tutti! Maurice mi sembra l'uomo felice per eccellenza. E non posso fare a meno di invidiarlo qui!". 


Oltre alle scarpe Flaubert era legato alle vestaglie come scrive Giuseppe Scaraffia nel suo saggio "Il demone della frivolezza": 

"Primo abito della giornata, la vestaglia afferma il primato della vita interiore su quella esteriore. È il costume di chi non vuole uscire all’esterno, di chi preferisce l’interno all’esterno. «Tu vivi nella tua vestaglia, il grande nemico della libertà e dell’attività», rimproverava la Sand a Flaubert ... Dopo averne a lungo portata una rossa, Flaubert era passato a una marrone che l’avvolgeva interamente.  "






Troviamo il motivo della calzatura natalizia anche in Victor Hugo, ma da una prospettiva leggermente meno borghese. In un passaggio de I Miserabili, seguiamo Jean Valjean, la vigilia di Natale che si sofferma nella locanda Thenardiers. Mentre si avvicina al camino, dietro le scarpe lucide dei figli dei locandieri, vede qualcosa di informe, coperto di fuliggine:

«L'uomo si rialzò e stava per andarsene quando scorse, in fondo, in disparte, nell'angolo più oscuro del focolare, uno zoccolo, un brutto zoccolo di legno più grossolano, mezzo rotto e tutto coperto di cenere e di fango secco.

Era lo zoccolo di Cosette.

Cosette, con quella commovente fiducia propria dei fanciulli, che può essere ingannata sempre senza scoraggiarsi mai, aveva messo, anche lei, il suo zoccolo nel camino.

È cosa sublime e dolce la speranza in una bimba che non ha mai conosciuto che la disperazione.

Nel suo zoccolo non c'era nulla.

Lo straniero cercò nel panciotto, si curvò, e mise nello zoccolo di Cosette un luigi d'oro.

Poi zitto zitto, ritornò in camera. » 






Per molti il Natale religioso è soprattutto una riunione di famiglia. Al contrario, altri scrittori, indubbiamente traumatizzati dal catechismo, furono felici di "sporcare" la tradizione che accompagna questa festa.

È il caso di Maupassant, che in Notte di Natale propone una variante riscrittura della natività 

(nella raccolta Giorni di Natale. I racconti delle feste) . 

Henri Templier racconta la brutta avventura che gli è capitata due anni fa durante la vigilia di Natale. 

Aveva scelto di restare a casa e lavorare, ma il rumore della festa dei vicini e il pensiero che tutti si divertissero gli fece cambiare idea. Si preparò un buon pasto e si recò in città alla ricerca di una prostituta per passare la sera e la notte. Ne cercava una paffuta, la troverà e la porterà a casa. 

Dopo aver cenato la signora si accascia contorcendosi dal dolore. I vicini accorrono e tutti si accorgono che la signora sta per partorire. Poche ore dopo nasce una bambina e per ordine del medico la signora deve rimanere a letto sei settimane. 

La bambina verrà sistemata presso dei contadini amici, e Templier  sarà costretto a pagare gli alimenti  per tutta la vita. Per colmo la ragazza guarita si innamora di lui. Tuttavia, Templier presto la scaccerà, perché secondo lui era diventata troppo magra "come un gatto randagio", mentre la povera donna lo continuerà a tormentare e ringraziare. 


VEDI ANCHE

ROMANZI ROMANTICI CONTEMPORANEI A TEMA NATALIZIO




I libri citati


LETTERE DA BABBO NATALE, Tolkien, Bompiani

 

NOTTE DI NATALE, AA.VV., Einaudi


GIORNI DI NATALE, AA.VV., Lindau 









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