Nel libro di Attilio Brilli le donne viaggiatrici protagoniste del Gran
        Tour, testimoni delle loro avventure nell'Italia tra Settecento e
        Ottocento
  L'idea del viaggio in Europa in nome del sapere e della curiosità inizierà nel
  '700 diventando una moda etichettata come Gran Tour cui molti
  aristocratici presero parte, ma saranno le donne le nuove protagoniste
  viaggiatrici, raccontando di se stesse e delle proprie esperienze nei loro
  diari a differenza degli uomini che però non riuscivano a cogliere
  nell'insieme ciò che la natura dei paesaggi e delle genti avrebbe incuriosito
  la sensibilità femminile. 
  
  
    
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      | Elisabeth Vigée Le Brun e Mary Graham | 
  
  
  
  Attilio Brilli nel suo bel libro Le viaggiatrici del Grand Tour. Storie, amori, avventure, ed. Il Mulino, ci racconta di queste turiste che sole (a parte la servitù)
  o con i loro mariti affrontavano chilometri in carrozze di lusso, su strade
  sterrate e poco accoglienti, per visitare paesi del continente, in particolar
  modo l'Italia. 
  Non era solo occasione di formazione culturale e di svago: per il mondo
  femminile il Grand Tour ha rappresentato quasi sempre un momento cruciale
  dell’esistenza incarnando spesso un
  drammatico gesto di liberazione dalla società snob e dai loro
  soffocanti mariti. 
  
  Il termine "Tour" che si differenzia da Travel o
  Voyage specifica un giro durevole e ampio, si parlava di anni in giro
  per le località europee e c'era sempre il rischio di non tornare sano e salvo. 
In genere erano gli anglosassoni che compivano questi tour per le capitali
  europee, il traguardo preferito, quasi irrinunciabile, era l'Italia con
  l'attrattiva delle sue bellezze artistiche. 
  
  
    
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      | Mary Wortley Montagu, dipinto di Charles Jervas, 1716
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  La poetessa inglese Mary Wortley Montagu (1689-1762) autorevole mente
  cosmopolita del XVIII secolo, rimprovererà la figlia sostenendo che non vale
  la pena basarsi sui resoconti dei viaggiatori maschi perché poi ritornano in
  patria meno informati del solito, i giovani ricorderebbero solo dove hanno
  trovato il vino migliore o le donne più disponibili, mentre i notabili
  avrebbero preso nota delle stazioni di posta migliori e le distanze tra un
  luogo e l'altro. 
  
  Dal punto di vista di Anna Miller (che vedremo più avanti) i viaggi
  inviterebbero a togliere i pregiudizi che impediscono di giudicare in maniera
  imparziale quelli che, vivendo in paesi lontani, sembrano essere
  diversi.  "Anche quando si soffermano, secondo la prassi, su istituzioni
  di tutela come ospedali, carceri, manicomi, le viaggiatrici hanno una
  comprensione e una disponibilità all’ascolto. " 
  
  Parlando delle loro esperienze di viaggio, queste dame settecentesche poi
  esponenti della borghesia, da Anne-Marie du Boccage, la pittrice
  Le Brun, le scrittrici Madame de Staël, Mary Shelley e
  tante altre, raccontano anche romantiche storie d’amore nei loro
  Journal, (de Staël nel 1807 ci scrisse un romanzo sui suoi viaggi
  intitolato Corinne o l'Italia, un romanzo cosmopolita e
  femminista che anticipava i tempi, ma anche una sorta di baedeker, che
  invitava i lettori a viaggiare)  narrando anche intrighi degni di un
  romanzo nero. 
  
Alcune storie presentate nel libro
  
  
  
    
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      | Mrs Mary Graham
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L'ultimo viaggio di Mary Graham
  
  Mary Graham si era sposata giovanissima allo scozzese Thomas Graham. La loro
  storia d’amore aveva avuto inizio in una gelida notte d’inverno durante un
  ballo. Al momento di lasciare la festa Thomas aveva sentito che Mary si era
  dimenticata un cofanetto con dei gioielli, quindi come un vero cavaliere monta
  a cavallo e si fa diversi chilometri per riprenderlo. 
  
  La ragazza rimane colpita dal gesto del giovane dieci anni più grande di lei.
  Mesi dopo il matrimonio la tisi era in agguato sul fragile corpo di Mary, e
  dopo aver soggiornato in varie località inglesi, l'idea di andare in Francia e
  in Italia, paesi dai climi favorevoli, prende sempre più consistenza. 
  
  L’Italia era il "paese della bellezza e della speranza dove molti loro
  connazionali sostenevano di aver ritrovato la salute". Giunti nei pressi di
  Nizza, Mary non arriverà mai in Italia, morirà nel giugno del 1792 a 35 anni.
  Thomas però è intenzionato a riportare in patria la salma, ma non è facile.
  Farà sigillare il corpo con una cerata e lo metterà in una cassa. 
  
  Sono tempi difficili, la Rivoluzione è al suo apice, non si trova una nave
  disponibile, e allora via terra si porterà la bara della moglie per arrivare a
  Bordeaux e poi imbarcarsi per l'Inghilterra. 
Ma a Tolosa viene bloccato da
  alcuni rivoluzionari, i quali diffidenti, pensano porti con se oro oppure
  armi, quindi aprono la bara e non contenti spogliano la defunta alla ricerca
  di gioielli inesistenti. 
  Se Thomas prima era un simpatizzante verso la Francia e la Rivoluzione, dopo
  quel gesto ignobile farà di tutto per dedicare il resto della sua esistenza a
  combatterla. Di Mary rimarrà quel ritratto di Thomas Gainsborough esposto oggi
  alla National Gallery of Scotland, che è anche l'immagine della copertina del
  libro.   
  
  
  
  
  
  
    
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      | Lady Holland, dipinto di Louis Gauffier
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Elizabeth Lady Holland salva un figlio illegittimo
  
  Nell' aprile del 1796, Elizabeth Webster si trovava in una locanda a Pavullo
  mentre metteva in atto una commedia che le avrebbe salvato la figlia di due
  anni. Le imprime con del colore rosso dei puntini sulle braccia e nelle
  spalle. 
Chiama poi una cameriera e si finge sconvolta dicendo che la bambina
  ha contratto il morbillo, in effetti in quel periodo la malattia non era
  insolita in varie parti del paese. 
Per evitare il contagio agli altri figli
  maschi costringe la servitù a farli proseguire per Modena e di
  aspettarla. 
  
  Rimasta sola con la piccola e la fidata bambinaia, elimina i puntini rossi dal
  corpicino della bimba che stava in buona salute. Poi avvolge un agnellino
  sgozzato in un panno e lo mette dentro la custodia della sua chitarra. Prima
  di chiudere appoggia sul "cadavere" una maschera bianca di cera, un segno che
  soleva significare la presenza della salma di un infante, questo per evitare
  ispezioni all'interno. 
Ordina di portare la finta bara al console inglese di
  Livorno per farla inumare nel cimitero della comunità britannica. 
  
  Il giorno dopo affida la bambina alla bambinaia per portarla segretamente in
  Inghilterra, mentre lei raggiungerà gli altri due figli a Modena comunicando
  amaramente che la piccola è morta. Invierà una lettera anche al crudele marito
  Godfrey Webster che si trova in Inghilterra. 
Tutto questo Elizabeth lo
  organizza in previsione della causa di divorzio per adulterio che le avrebbe
  sicuramente intentato il marito, dove la prima cosa che avrebbero fatto
  sarebbe stata quella di sottrarre la figlia illegittima. 
  Attilio Brilli ci racconta che in effetti Elizabeth non aveva tutti torti. Era
  stata data in sposa dalle famiglie, appena quindicenne, al marito baronetto e
  membro del parlamento, un classico matrimonio di convenienza. Godfrey si era
  rivelato un lussurioso schizofrenico con scatti d'ira e momenti
  ipocondriaci. 
  
  La giovane sposa invece era dotata di vitalità e ambizione nel voler conoscere
  il mondo, non voleva essere relegata a fare solo la moglie tra le quattro mura
  a Battle Abbey. Convincerà il marito a fare il Gran Tour europeo in
  particolare nel nostro paese. 
Partiranno con due carrozze colme di bagagli,
  due bambinaie, una cameriera, un servitore un cuoco e il cocchiere. Ma il Tour
  era stato abbastanza affrettato, evitando la Francia rivoluzionaria e passando
  per la Germania e l'Austria. 
  
  In Italia rimasero cinque anni tra ricevimenti e feste oltre che incontri con
  personalità eminenti, ma la coppia non andava d'accordo. 
Nel suo diario
  postumo Elizabeth annota di non aver potuto godere e apprezzare le visite
  culturali, perché c'era sempre qualcuno alle calcagna che la costringeva a
  passare oltre "mentre lei avrebbe voluto fermarsi a contemplare le singole
  opere con agio". «Il suo temperamento violento mi mette in agitazione, anche
  se l’esperienza mi porta oggi a prendere alla leggera le minacce che un tempo
  mi terrorizzavano» scriverà del marito che in alcuni casi vedendola leggere un
  libro non esitava a strapparglielo e lanciarglielo addosso.
  
  Il momento della rivincita arriverà nell'estate del 1792. Il marito si assenta
  per assicurarsi la rielezione in parlamento, la giovane moglie ventenne si
  sente sola in un paese straniero senza un vero amico «la gente deve avermi
  presa per una persona stravagante: giovane, carina e sola, in viaggio soltanto
  per visitare le cave di Carrara! Una bella stranezza, non c’è che dire». 
  
  Ma una giovane ragazza "sola" non sarebbe passata inosservata. Le malelingue
  la dipingono come una donna carina e dall’aria innocente, che frequenta
  persone poco raccomandabili. 
Incontra il giovane Henry Richard Fox, lord
  Holland, appena arrivato a Firenze dalla Spagna e sarà subito colpo di
  fulmine, egli è un giovane affabile e colto, un anima nobile con cui
  condividere i suoi pensieri e le curiosità culturali. 
  
  A Firenze frequenteranno l'anatomista Felice Fontana che dirigerà poi
  il Museo di scienza con le celebri cere anatomiche della Specola, politici e
  letterati come Vittorio Alfieri. Elizabeth e lord Holland viaggeranno
  insieme, a Napoli, a Roma, a Bagni di Lucca, a Genova, finché nell’aprile del
  1796, lei si accorge di essere incinta di due mesi. 
Non le resta che lasciare
  Firenze, «il luogo incantevole dove per un anno intero avevo assaporato una
  felicità troppo intensa per poter durare», e tornare in l’Inghilterra per
  affrontare il divorzio. 
  
  
  
    
      
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        | Spitzweg, Inglesi nella campagna romana
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  Queste sono solo due storie presenti nel libro, delle innumerevoli, che
  Attilio Brilli ci racconta, spulciando i diari e i resoconti di viaggio di
  queste donne speciali, e al grande pubblico pressoché sconosciute, che vedevano nel nostro paese una via di fuga dalla loro noiosa
  vita di società. 
  L'avventura e gli imprevisti nel Gran Tour erano sempre presenti in un paese
  frammentato come il nostro tra briganti, locande malfamate, talvolta gelide,
  con le pulci nei materassi, soste in solitarie e improbabili stazioni di
  posta, ma anche incontri galanti su carrozze con scomparti segreti dove le
  nobildonne tenevano denaro e altri illeciti.
  
  
  
  
    
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      | Hester Piozzi | 
  
  
Fastidiosi capelli profumati
  C'era chi come Hester Piozzi (1741-1821) sposata con un italiano -
  quindi già avvantaggiata nelle conoscenze locali - si cospargeva i capelli di
  profumo provocando scompiglio durante un ricevimento a Roma a chi era abituato
  a vivere con i fetori delle strade cittadine. 
Una locanda con lenzuola sospette
  
  Curiosità e gradevoli aneddoti oltre che critiche, risaltano nei racconti di
  queste viaggiatrici, Anna Miller poetessa (1741-1781) prende con le
  molle del camino alcune lenzuola di una locanda a Radicofani per gettarle in
  un angolo. 
Alla luce di candele le varie macchie sembrano comporre un
  mappamondo con mari, laghi e paesi incogniti da guardarsi bene dall'esplorare. 
Neanche la cena la convince con un indefinito volatile nero sul piatto che
  avrebbe messo in crisi un esperto ornitologo, ma per l'oste è un ottimo
  poularde (pollo). 
Con l'allusione a
  I viaggi di Gulliver afferma che preferirebbe sbocconcellare un
  tozzo di pane nella stalla con i cavalli piuttosto che stare a tavola con
  degli sconosciuti.  
Nozioni per i viaggiatori abbietti
  
  Mariana Starke (1762-1838) nel 1800 fa pubblicare
  Letters from Italy
  che contengono, le istruzioni per chi, sopratutto malati o gruppi familiari
  abbietti, non può permettersi un corriere tuttofare, illustrando un nuovo
  approccio "sociale" al viaggio, lontano dall'individualismo elitario e
  aristocratico. Mariana intuisce una sorta di cambiamento nella società e nei
  nuovi viaggiatori, non più nobili ma provenienti da estrazioni borghesi che
  hanno necessità di avere indicazioni e suggerimenti "sugli itinerari, i mezzi
  di trasporto pubblici, le stazioni di posta con i prezzi correnti, nonché di
  consigli su come cavarsi d’impaccio nelle situazioni più diverse". 
  
  
  
    
      
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        | René Théodore Berthon, ritratto di Lady Sidney Morgan
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  Critiche al sistema politico
  
 
  Non mancano critiche se si toccano argomenti politici. L'irlandese 
Sydney Owenson Morgan o Lady Morgan (1781-1859) pubblica nel 1821
  
Italy  narrando dei propri viaggi, il libro però verrà messo all'indice nel Regno di
  Sardegna, nel Lombardo-Veneto e nello Stato Pontificio, oltre che sequestrato
  nelle rare rivendite di libri e di gazzette. "un caso unico e singolare" su
  questo genere letterario ci dice Brilli "ci si rende conto che la rassegna
  degli itinerari e il commento degli eventi e dei luoghi è un duro, dettagliato
  atto d’accusa nei confronti delle politiche dispotiche e reazionarie messe in
  atto in Italia, come nel resto dell’Europa, al tempo della Restaurazione."
  Inevitabile al tempo se Lady Morgan tocca un argomento scottante come quello
  delle istituzioni ecclesiastiche.
  
  
Le lettere scandalose di Mary Shelley
  
    
  
  
    Mary Shelley da buon avventuriera era già fuggita in gioventù
    verso l' Europa col marito Percy, che fra l'altro morirà nel 1822 durante un
    naufragio nei pressi di Genova, Mary comunque tornerà quasi venti anni dopo
    nel continente con suo figlio e nel suo libro
    
A zonzo per la Germania e per l'Italia
      pubblicato nel 1844, sventerà quasi uno scandalo a sue spese da parte di un
    giovane scrittore squattrinato che la ricatta per delle presunte lettere
    d'amore molto hot, fortunatamente Mary aveva un amico con conoscenze nella
    polizia francese e riuscirà a recuperare e bruciare le lettere.
  
 
  
    
    Tra le altre cose nel libro suggerirà ai viaggiatori di metter da parte gli
    stereotipi, tentando di diventare parte del paese che si visita o nel quale
    si risiede, mescolandosi con gli abitanti e vivere la loro vita, come aveva
    scritto sua madre Mary Wollstonecraft «Quei viaggiatori che pretendono che
    ogni nazione rassomigli alla propria farebbero meglio a starsene a casa».
  
👉 VEDI ANCHE
  
  
  
  
  Attilio Brilli è fra i massimi esperti di letteratura di viaggio. I suoi libri
  sono tradotti in varie lingue. Fra le sue numerose pubblicazioni con il Mulino
  si segnalano: «Il grande racconto del viaggio in Italia. Itinerari di ieri per
  viaggiatori di oggi» (nuova ed. 2019), «Il grande racconto dei viaggi
  d’esplorazione, di conquista e d’avventura» (2015), «Il grande racconto delle
  città italiane» (2016) e «Gli ultimi viaggiatori nell’Italia del Novecento»
  (2018).
  
  
  
  
  
  
  
    Il libro su Amazon
    
    Titolo: LE VIAGGIATRICI DEL GRAN TOUR
    Autore:  Attilio Brilli e Simonetta
    Neri
    Editore:  Il Mulino
    Anno: 2020
    Pagine:  256
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