Quando la stranezza è normalità per una commessa di minimarket giapponese
Keiko è una commessa di un convenience store (minimarket) trentasei anni, single, e questo la sua famiglia glielo fa pesare. Senza molte ambizioni, lavora nello stesso negozio da 18 anni; per gli altri, i "normali" viene considerata strana, e per certi versi non hanno tutti i torti, ma dal punto di vista del suo superiore lei è un elemento indispensabile per il negozio sempre ligia al lavoro, quasi si consacra con il suo konbini (il convenience store del titolo) aperto 24 ore al giorno dove è sufficiente attenersi a delle regole per essere efficienti. Almeno finché non incontra un nuovo strambo collega in cerca di una compagna.
Nel romanzo La ragazza del convenience store di Murata Sayaka (in Giappone viene prima il cognome del nome), si dipana il racconto in prima persona di una donna che la società trova strana. Dopo gli studi Keiko cercherà di trovare una sua collocazione nel mondo, l'occasione si presenta diventando una commessa a lungo termine di un minimarket, un luogo dove trova più facile caricarsi tutti i giorni gridando "Irasshaimase!" ("Benvenuto!") ai vari clienti, che avere contatti umani più complicati nel suo privato.
Keiko ha 36 anni, introversa, con pochi amici, una sorella sposata con figli, apparentemente ancora vergine ma soddisfatta della propria vita. Dopo un infanzia difficile a scuola, gli altri bambini trovavano Keiko spettrale per una buona ragione, come quando un grazioso uccello viene trovato morto sul cortile della scuola, il suo primo impulso fu di portarlo a casa per farne uno spiedo e grigliarlo per suo padre. "Dopotutto mio padre andava matto per gli yakitori (spiedini di pollo) e io e la mia sorellina festeggiavamo ogni volta che in tavola c’era il pollo fritto".
Non si capacitava sul fatto che gli altri provavano compassione per la morte dell'uccellino e seppellirlo, una scena ai suoi occhi grottesca.
Fermerà uno scontro tra due ragazzi che litigano colpendone uno con una pala "«Bisognava farli smettere, no?» dissi con nonchalance. «Ho scelto il metodo più rapido»."
Placherà un insegnante isterica abbassandogli la gonna e le mutandine, ispirata da una scena di un film dove una donna restava in silenzio mentre si faceva spogliare.
Ma lei ingenuamente non riesce a comprendere le sgridate di genitori e insegnanti, e si domanda che cosa ha fatto di terribile.
Così come adesso da adulta quando il bambino della sorella piange ripetutamente gli sfiora il pensiero di prendere un coltello da dessert per farlo zittire. "Sarebbe un gioco da ragazzi far tacere il lattante".
Non si capacitava sul fatto che gli altri provavano compassione per la morte dell'uccellino e seppellirlo, una scena ai suoi occhi grottesca.
Fermerà uno scontro tra due ragazzi che litigano colpendone uno con una pala "«Bisognava farli smettere, no?» dissi con nonchalance. «Ho scelto il metodo più rapido»."
Placherà un insegnante isterica abbassandogli la gonna e le mutandine, ispirata da una scena di un film dove una donna restava in silenzio mentre si faceva spogliare.
Ma lei ingenuamente non riesce a comprendere le sgridate di genitori e insegnanti, e si domanda che cosa ha fatto di terribile.
Così come adesso da adulta quando il bambino della sorella piange ripetutamente gli sfiora il pensiero di prendere un coltello da dessert per farlo zittire. "Sarebbe un gioco da ragazzi far tacere il lattante".
Il lavoro al minimarket è la sua vita, un cubo trasparente e luminoso, aperto 24 al giorno in una zona anonima di Tokyo. Come una sorta di rito con la sua divisa deve sempre sorridere ai clienti e accertarsi che tutto vada per il meglio, poi riempire gli scaffali di onigiri (polpette di riso ripiene) o di bentō (cibo freddo di vario tipo in piccole porzioni posto su scatole portavivande) e altri generi alimentari. Gli stessi di cui si ciba nelle pause pranzo oppure a casa.
Sopravvissuta a otto direttori di filiali, ha un lavoro che gli ha dato la possibilità seppur minima di inserirsi nella società, anche se poi gli tocca inventare la scusa di essere cagionevole di salute quando quei pochi amici o parenti gli domandano perché ancora alla sua "venerabile" età non si è sposata e non ha figli.
Appare una zitella felice senza interesse per il sesso, ma solo per il lavoro, nonostante l'impegno e gli anni di esperienza non occupi una posizione importante. La sorella e suo marito organizzano dei piccoli party il venerdì, a lei gli costa fatica andare, ma è l'unica occasione per avere qualche scambio di idee con dei "normali" trentenni.
Si rende conto di essere strana ma questo non la turba minimamente. Solo quando a corto di personale il proprietario prende uno strano ragazzo, Shiraha, di una magrezza impressionante, le cose incominciano a cambiare. Questo giovane colmo di rancore verso la società, misogino e sociopatico, non ne fa una buona e verrà presto licenziato. Keiko trova qualcosa di buono in lui, nonostante le diversità e gli insulti specie quando se lo porterà a casa. E se una coppia normale sarebbe scoppiata dopo poco, la donna usa la convivenza per quietare le curiosità degli altri che la vogliono vedere sistemata.
Anche perché in una sorta di esame di coscienza, dopo aver parlato con sua madre, si guarda allo specchio e si vede invecchiata: non ha la forza di un tempo e si chiede che cosa ne sarà di lei se un giorno non sarà più in grado di lavorare nel suo caro konbini.
« Quando penso che il mio corpo si nutre soprattutto di alimenti del konbini ho la viva sensazione di essere parte integrante degli arredi del negozio, al pari degli scaffali, della macchina del caffè e di tutto il resto».
Sopravvissuta a otto direttori di filiali, ha un lavoro che gli ha dato la possibilità seppur minima di inserirsi nella società, anche se poi gli tocca inventare la scusa di essere cagionevole di salute quando quei pochi amici o parenti gli domandano perché ancora alla sua "venerabile" età non si è sposata e non ha figli.
Appare una zitella felice senza interesse per il sesso, ma solo per il lavoro, nonostante l'impegno e gli anni di esperienza non occupi una posizione importante. La sorella e suo marito organizzano dei piccoli party il venerdì, a lei gli costa fatica andare, ma è l'unica occasione per avere qualche scambio di idee con dei "normali" trentenni.
In questo piccolo mondo che si regge sulla normalità gli elementi estranei devono essere eliminati, uno dopo l’altro, in silenzio. Le presenze anomale vanno scartate.
Ecco perché devo guarire. Altrimenti sarò allontanata dalla grande tribù delle persone “normali”.
Finalmente capisco perché i miei genitori si disperavano e continuano a disperarsi per me.
Si rende conto di essere strana ma questo non la turba minimamente. Solo quando a corto di personale il proprietario prende uno strano ragazzo, Shiraha, di una magrezza impressionante, le cose incominciano a cambiare. Questo giovane colmo di rancore verso la società, misogino e sociopatico, non ne fa una buona e verrà presto licenziato. Keiko trova qualcosa di buono in lui, nonostante le diversità e gli insulti specie quando se lo porterà a casa. E se una coppia normale sarebbe scoppiata dopo poco, la donna usa la convivenza per quietare le curiosità degli altri che la vogliono vedere sistemata.
Anche perché in una sorta di esame di coscienza, dopo aver parlato con sua madre, si guarda allo specchio e si vede invecchiata: non ha la forza di un tempo e si chiede che cosa ne sarà di lei se un giorno non sarà più in grado di lavorare nel suo caro konbini.
Questo è il decimo romanzo di Murata, ma il primo a essere tradotto fuori dal suo paese che è stato un grosso successo. Sebbene il racconto sia distaccato da parte della narratrice, rivela una simpatia irresistibile verso i suoi personaggi psicopatici latenti, non senza ironia nel rappresentare un microcosmo del negozio, tra personale part-time, lattine ammaccate, polpette di riso, codici a barre e gli scanner, e la risposta di Keiko a una vecchia cliente abitudinaria che gli ripete che qui è sempre tutto uguale «Già, proprio così» risponde dopo averci pensato su per due o tre secondi.
Murata Sayaka © Takuya Sugiyama |
L'autrice ha veramente lavorato per 18 anni in un convenience store. Si svegliava alle 2 del mattino e scriveva fino alle 6, iniziando il suo turno al minimarket alle 8 del mattino. Dopo aver finito alle 13 andava in un bar e scriveva fino a casa per la cena. Le piaceva scrivere con i suoni delle persone che la circondavano; anche quando scriveva a casa, apriva le finestre per far entrare i suoni della strada.
Attraverso Keiko ci espone uno spaccato quasi grottesco di una certa società giapponese che tende a fare pressione su chi dopo una certa età non è conforme a mettere su famiglia visto con sospetto, creando così un personaggio speciale dove la stranezza è la normalità.
Scriveva Emily Dickinson:
Molta follia è saggezza divina
per chi è in grado di capire...
- Il libro
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