In un volume raccolte le lettere di una giovane Virginia Stephen prima del matrimonio con Leonard Woolf
«I libri mi deliziano l’anima» scriveva Virginia Woolf in una lettera del 1902 a Violet Dickinson oppure nel 1901 alla cugina Emma Vaughan, chiamata caro Rospo, "L’unica cosa che conti, al mondo, è la musica – la musica, i libri, e un paio di quadri. Fonderò una comunità in cui non ci si sposerà – a meno che per caso non ci si innamori di una sinfonia di Beethoven." Nel volume pubblicato da Utet sono raccolte centinaia di lettere scritte tra il 1896 e il 1912, quando ancora la scrittrice era Virginia Stephen, sposerà Leonard Woolf nel 1912. Entriamo così nella vita della futura scrittrice attraverso la sua posta da adolescente, poi ragazza e infine adulta con qualche perplessità sul futuro legame matrimoniale.
Virginia Woolf nel 1902 |
In queste corrispondenze Virginia giocherà con i nomi dei parenti e amici (non è ancora «la donna Lupo» come amava definirsi quando acquisì il cognome del marito) storpiandoli e deformandoli, anche se stessa si fissa nel soprannome “the Goat”: una “capra”. Scontrosa, imprevedibile, capricciosa, testarda.
Con Violet Dickinson è “Sparroy”, e cioè un passerotto, o “Wallaby”, una specie di piccolo canguro. Così Virginia appronta un popoloso repertorio di caratteri bestiali con cui si presenta nelle differenti relazioni. Con Violet Dickinson è “Sparroy”, e cioè un passerotto, o “Wallaby”, una specie di piccolo canguro. Per Thoby e per Emma Vaughan è sempre una capra, ma femmina. Sarà un mandrillo o una marmosetta per Leonard, scrive nell'introduzione Nadia Fusini.
Virginia era nata nel 1882 e la vediamo adolescente nell'intimità dei suoi sogni, poi in una giovane ragazza. Nel 1903 a Violet scrive: "Oggi mi sono messa un pagliaccetto, pantaloni di flanella blu cielo, e giarrettiere, tutto assai igienico, ma che caldo! Le carni mi si sciolgono in rivoli di affetto, e pensare che ho la pelle così sensibile. Dopo un po’ ci si abitua? Come non bastasse, mi sono lasciata convincere a comprare un bel soprabito nero che, secondo me, era originariamente destinato a una donna col bambino – col bambino all’interno, tu mi intendi".
Nel 1912 appare una donna vivace, allegra, talvolta annoiata, altre volte malinconica, afflitta da dolori e lutti come la morte del padre, dell'adorato fratello Thoby e della sorellastra.
Virginia è legata a una razza di scrittori, «la famiglia Stephen farebbe meglio ad astenersi da carta penna e calamaio, ma proprio non ci riesce» ma lei sogna di esserlo «Desidero tanto una grande stanza tutta per me, piena di libri e nient’altro, in cui possa rinchiudermi, senza vedere nessuno e leggere fino a calmarmi completamente.» (...) «Quando vedo una penna con dell’inchiostro non posso fare a meno di attaccarmici, come a certa gente capita col gin».
La vita della giovane Virginia proseguirà tra scrittura e viaggi, mentre le crisi si fanno sentire «Mi tasto il cervello come fosse una pera, per vedere se è matura: per settembre sarà squisita», finché nel giugno 1911 incontrerà Leonard. Certe volte stando con lui appare indecisa sul futuro della vita sentimentale "Ci sono dei momenti – l’altro giorno quando mi hai baciata, per esempio – in cui non sono più sensibile di un sasso”.
I due si sposeranno il 10 agosto del 1912. Tre anni dopo nel pubblicherà il suo primo romanzo La crociera e la sua vita prenderà un altra direzione.
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Il libro
Virginia Woolf
Lettere 1896 - 1912
UTET 2017
338 pag.
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