30 mar 2016

 

Storie vere di teste recise, perdute e ritrovate. Un libro racconta

Fra le storie di teste recise e ritrovate Amleto vagando nel cimitero alza il teschio di Yorick dicendo che una volta quest'uomo raccontava barzellette adesso invece non può più far ridere il mondo, il finale è la morte stessa. Non c'è da stupirsi che Amleto sia così allarmato. Esaminando il teschio si rispecchia in se stesso, questo è ciò che egli un giorno diventerà.

Giuditta-Oloferne-Andrea Mantegna
Giuditta e Oloferne (Andrea Mantegna)


Per diverso tempo le teste recise nella nostra società hanno avuto un loro posto, una loro funzione anche se abbastanza inquietante. Si pensi alle teste mozzate all'epoca del Terrore in Francia, o a quelle rimpicciolite di alcune tribù del Sud America. Teste umane esibite in nome della scienza, dell'arte, della politica, reliquie perdute e ritrovate per i pellegrini e ancora oggi come forma di attrazione da mettere in mostra on line fra terrore e assassinio. Un libro interessante racconta.


L'antropologa inglese Frances Larson con il suo libro Teste mozze. Storie di decapitazioni, reliquie, trofei, souvenir e crani illustri pubblicato da UTET, esplora le variegate ossessioni oscure del "civilizzato occidente" fra teste decapitate e teschi vari. 
Secondo Frances Larson, nella sua indagine elegantemente divulgativa, cupa ma convincente, le teste mozzate hanno una capacità particolare alle risposte etiche. Ma anche una certa macabra attrazione.

Il 9 aprile del 2004, l'ingegnere americano Nick Berg venne rapito in Iraq. Un mese più tardi i filmati della sua decapitazione venivano messi online. Solo quando il sito non potè far fronte all'improvviso aumento di traffico che aveva attirato, vennero tolti, dato che le televisioni pubbliche si rifiutarono di mandarli in onda. Così come le ricerche sui motori di ricerca i primi 10 termini di ricerca negli Stati Uniti erano correlati al caso Berg.

Per molti secoli la decapitazione pubblica era un evento che attirava folle enormi, le quali talvolta deridevano i boia inesperti che non attendevano di far scorrere il sangue - elemento si pensasse contenesse proprietà curative magiche - sprizzante dal collo della vittima. Verso la metà del XIX secolo Dickens venne attratto da una esecuzione nel 1840 di François Benjamin Courvoisier nonostante la folla locale mostrasse una totale mancanza di compassione o orrore, la cosa non gli impedì di avvicinarsi vicino alla testa mozzata notando che era diventata "opaca, fredda, con una cera livida", mentre iniziava ad attirare le mosche.

Decapitazione-Luigi XVI
Decapitazione di Luigi XVI

Tagliare una testa non è cosa semplice neanche per gli addetti ci dice la Larson. Nel 1607 a Zellerfeld in Germania un boia dopo 5 tentativi andati a vuoto venne massacrato per strada da una folla desiderosa di vedere un buon finale. Così come duecento anni prima ad Augusta sempre in Germania il boia, mancato il bersaglio, fu costretto a fuggire e venne colpito per strada da uno spettatore indignato. Ci vollero tre colpi poi nel 1587 per staccare la testa di Maria Stuarda e molti di più per la contessa di Salisbury nel 1541 visto che si rifiutò di appoggiare la testa al ceppo.

Nel 1488 Claus Flügge, boia di Amburgo, riuscì nell'impresa di decapitare 79 pirati uno dietro l’altro. Alla fine il senato gli chiese come si sentisse, ed egli rispose: «Così bene che potrei andare avanti e sbarazzarmi anche di tutti voi». Naturalmente i senatori non gradirono la battuta e questa insolenza costò al boia la sua testa.

Il luogo in cui una testa è divisa dal suo corpo segna anche un confine incerto tra la vita fisica e mentale dell'uomo. Ci ricorda che il cervello umano viene ospitato all'interno di un teschio che è destinato a sopravvivere e che chiunque creda alla mente sulla materia deve prima confrontarsi con il fatto che la mente è materia.

Amleto-Delacroix
Amleto al cimitero (Delacroix)

Amleto quando si aggira nel cimitero si confronta con vari teschi fra cui quello di un avvocato "Dove sono ora i suoi cavilli, i suoi trucchi, i suoi casi, i contratti, le sue domande?" o quello di un politicante che credeva di ingannare dio scaraventato per terra dal becchino. Perfino Alice nel suo Paese delle meraviglie durante una partita a criquet in cui i ricci vengono adoperati come palle, la regina furiosa trova il rimedio per affrontare le difficoltà del gioco, ovvero tagliare la testa.
In una paradossale discussione del boia ascoltata da Alice non si può tagliare una testa se non c’è il corpo attaccato, il boia non aveva mai fatto una cosa simile in vita sua, e certamente non avrebbe cominciato ora che aveva una certa età.

Per circa trecento anni la testa di Oliver Cromwell separata dal corpo dopo la sua morte nel 1661 passò nelle mani di diversi proprietari. Uno di questi Josiah Wilkinson che la acquistò nel 1815 amava portarla con se' durante le colazioni. Conficcata in una punta di ferro 160 anni prima adesso fungeva da impugnatura per chi la volesse esaminare. Nel 1822 un suo ospite la ritenne spaventosa, rinsecchita con una pelle giallastra da mummia, con i capelli e la barba conservati bene. Wilkinson la teneva dentro una scatola su misura in legno pregiato. E quando qualcuno ne metteva in dubbio l'autenticità lui gli faceva notare la verruca sopra l'occhio sinistro, tipica del vero Cromwell. Sapeva bene che i suoi ospiti erano attratti dall'orrore, dalla notorietà, d'altronde la testa era stata staccata per essere vista.

testa di Cromwell- fine 700
La testa di Cromwell alla fine del 1700 

Cromwell morì di febbre malarica con tutti gli onori, ma i successori anni dopo non lo videro di buon occhio e dopo averlo riesumato dall'abbazia di Westmister lo misero sul patibolo alla vista del popolo e gli tagliarono la testa infilzandola su un asta lunga sei metri,  posta sul tetto della cattedrale in modo che tutta Londra poteva vederla. Come un fantoccio Cromwell era ritornato da morto per compiacere il nuovo re, trasformato in una curiosità, una preziosa reliquia e una anche opportunità di affari. Solo nel 1960 la testa di Cromwell venne sepolta nella sua vecchia scatola di quercia da qualche parte sotto il pavimento della cappella al Sidney Sussex College di Cambridge.  

Anche se ci può essere una macabra ironia la Larson seriamente ci dice che l'esempio della testa di Oliver Cromwell è straordinario, non solo perché è sopravvissuta quasi intatta per tre secoli, ma perché è stata rimaneggiata in tante forme diverse nel corso degli anni, sia come un trofeo, preziosa reliquia o un memento mori. Il suo valore muta con gli atteggiamenti dei tempi, ed è emblematico scoprire che migliaia di teste umane hanno fornito i settori della giustizia, della scienza e per il tempo libero nel corso dei secoli, collegandosi perfettamente a molte delle storie in questo libro, semplicemente in virtù della sua genealogia e longevità.



La Larson nei suoi capitoli affronta le teste rimpicciolite sotto vetro in bella mostra nei musei, le teste trofei del 1945 e del Vietnam, quelle miracolose, quelle dissezionate. Chi dona le proprie teste come Ted Ewan un artista che si offrì di donare, dopo la sua morte, la propria al Pitt Rivers Museum di Oxford preoccupato che nel museo (ne avevano 6 provenienti dal Sud America) fossero poche, naturalmente il direttore del museo declinò la sua offerta.

Madame Tussaud celebre per le sue statue di cera e per le sue numerose teste rivoluzionarie, più di duecento anni fa aveva modellato molti dei suoi soggetti mentre erano in vita. Dopo la presa della Bastiglia il suo lavoro aumentò e i calchi venivano presi in diretta poco dopo le esecuzioni così come alla morte di Marat modellò il suo volto mentre giaceva, ancora caldo e sanguinante, nella vasca da bagno. E più tardi fece realizzare le maschere mortuarie dalle teste ghigliottinate del re Luigi XVI e la sua regina Maria Antonietta.

Cesare Lombroso per confermare le sue teorie raccolse oltre 400 teschi, cervelli e modelli in cera e molti di essi furono prelevati senza il permesso delle famiglie dagli obitori delle carceri. Il suo museo a Torino rimane una sorta di testamento al contributo della scienza.

Salomè-Andrea Solari-1507
Salomè (Andrea Solari 1507)

Il potere della decapitazione nel sociale echeggia anche nelle frasi fatte di tutti i giorni, in alcuni gesti o battute: tenere la testa sulle spalle, non farci venire il sangue alla testa, tenere testa, una testa su un piatto d'argento, tutte frasi che derivano dal nostro passato verso il nostro presente trasformando l' orrore in modo ironico e accettandone l'esistenza.

Questo libro è ricco di storie bizzarre e terrificanti, fatti affascinanti e enigmi filosofici, sottolineando che anche l'arte ha fatto riferimento all'idea di teste senza corpo, dai tanti dipinti di Salomè presentata con la testa di Giovanni Battista su un vassoio, Giuditta e Oloferne, a Self di Marc Quinn, scultura di una testa a grandezza naturale composta dal suo stesso sangue congelato.

John Keats nella poesia Isabella o il vaso di basilico , ispirata a una novella del Boccaccio, narra dell'eroina che ritrova e seppellisce la testa del suo amante - ucciso dai fratelli per impedire il matrimonio - in un vaso di basilico osservando germogliare nuove foglie "...con sottili lacrime sempre lo nutriva per cui rigoglioso verde e bello cresceva e odorava con più fragranza degli altri...poiché esso traeva nutrimento e vita da umani dolori, dalla testa in rapido disfacimento ivi nascosta alla vista".
Da un punto di vista diverso il libro ci ricorda che mentre il nostro corpo si riduce in polvere la nostra testa può rimanere in giro per molto tempo.




  • Il libro


Frances Larson
TESTE MOZZE
UTET  2016
291 pagine











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