La figura dell'individuo solitario in narrativa può avere un certo interesse, fascino oppure suscitare anche curiosità però ci si domanda perché questi non vogliono partecipare alla vita? Forse perché non sanno come fare? Oppure sanno qualcosa che il resto di noi non sa? Nella loro solitudine ci può essere una certa curiosità da parte del lettore e quasi sempre una storia da scoprire. Però nonostante l'immagine figurativa non esiste un "tipico" solitario: possono avere ruoli diversi, pericolosi, attenti, felici, disperati oppure nessuna di queste cose. Ecco alcuni solitari affascinanti in letteratura.
Robinson Crusoe di Defoe è un solitario forzato, abile costruttore tenuto in vita dalla fede e dalla civiltà " mi accinsi a fabbricare alcuni oggetti di prima necessità di cui sentivo di più la mancanza; specialmente una seggiola e un tavolo; senza le quali non avrei potuto godere quei pochi comodi che avevo al mondo; senza una tavola, non potevo scrivere o mangiare o fare diverse altre cose con piacere" dopo dodici anni però si accorge di non essere solo sull'isola questo lo sconvolgerà " tremavo ora al solo pensiero di vedere un uomo e sarei sprofondato sottoterra solo all’ombra o alla silenziosa apparizione di un uomo che aveva messo piede nell’isola" questo lo porterà a rivedere meglio la propria vita e la sua solitudine.
Oberman - Etienne Pivert De Senancour
Oberman dello scrittore francese Etienne Pivert De Senancour è un romanzo epistolare spesso di difficile interpretazione filosofica, non ha potuto raggiungere un vasto pubblico quando è stato pubblicato nel 1804. Ma è stato riscoperto dai letterati romantici nel 1830 come Nodier, Saint-Beuve, George Sand e Balzac di cui influenzò alcune delle loro opere. Egli scrive lettere ad un ipotetico lettore di cui non viene fatto mai il nome.
Le 89 lettere dal 1789 al 1803 sono come un diario dove lo scrivente spiega la partenza dalla Svizzera e la sua inadeguatezza alla vita sociale esprimendo il suo male spirituale, il pessimismo, l'angoscia e la malinconia "le belle giornate non mi piacciono più, sono scontento quando il tempo è bellissimo; ho lottato invano contro questo malessere interiore ma non ho potuto trionfarne" e nel suo soggiorno a Parigi per poco crede di ritrovare la felicità ma giorno per giorno si rifugerà nella sua solitudine.
Nell'ultima lettera scrive" Quanto a me, che non pretendo di vivere ma solo di contemplare la vita, farò bene a immaginare almeno la parte che un uomo deve sostenere. Posseggo tutto quanto mi occorre, tempo libero, tranquillità, noia, una biblioteca limitata ma sufficiente ". Escludendosi così definitivamente dal mondo.
Miss Havisham - Charles Dickens
La signorina Havisham in Grandi speranze di Charles Dickens forse non è un solitario naturale, ma una donna portata alla solitudine attraverso il dolore, la signorina Havisham vive reclusa all'interno del suo palazzo, dove tutti gli orologi sono fermi alle 8:40, da quando ha ricevuto una lettera dove si dice che è stata lasciata poco prima delle nozze, con indosso sempre l'abito da sposa, lei che non si sposerà mai e la torta nuziale rimasta sul tavolo a marcire. Nell'adozione di Estelle ambita da tutti gli uomini senza che mai possano averla, si vendica su tutti loro, inizialmente protegge il giovane Pip ma poi lei infligge altro dolore sul giovane, esercitando un controllo enorme sulla vita delle altre persone. E tutto questo senza uscire di casa.
Stevens - Kazuo Ishiguro
In Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro, Stevens è un equilibrato personaggio centrale, un brillante esempio di come sia possibile vivere in prossimità di un gran numero di persone, interagire con loro ogni giorno e rimanere completamente solo. Stevens sembra incapace di fare un passo al di fuori del suo ruolo di maggiordomo e anche quando suo padre sta morendo in una stanza al piano di sopra continua a lavorare. Egli mette la "dignità" al di sopra di tutto e non permette che i suoi sentimenti per la governante Miss Kenton vengano fuori. Si renderà conto troppo tardi ciò che questo gli è costato.
Boo Radley - Harper Lee
Ne Il buio oltre la siepe, Boo Radley è un solitario eroico. Delle leggende si sono sviluppate intorno a lui perché non si vede mai e ai bambini viene fatto credere che pranza con scoiattoli e gatti. Lui è attratto solo dalla sua casa e salverà i bambini di Atticus in un momento difficile. Dopo le terribili scene che si svolgono nell'accusa di Tom Robinson, cominciamo a capire perché qualcuno lo vuole tenere fuori dal mondo. Qualche volta l'interno della propria casa è il posto più sicuro dove stare.
I libri da leggere
Robinson Crusoe di Daniel Defoe
Oberman di Etienne Pivert de Senancour
Grandi speranze di Charles Dickens
Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro
Il buio oltre la siepe di Harper Lee
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