Nel 1832, Parigi è stretta nella morsa di un'epidemia di colera mentre la Vandea ribolle sull'orlo di una rivolta politica per rovesciare il regime. Éric Fouassier con «Il canto del male» costruisce un meccanismo narrativo di diabolica precisione con personaggi reali e immaginari. Il romanzo promette il brivido del mistero, consegnando al lettore qualcosa di molto più complesso, sovvertendo le sue aspettative a ogni svolta.
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La duchessa di Berry |
Se vi piacciono i thriller storici con questo preparatevi. "Il canto del male" di Éric Fouassier (ed. Neri Pozza), è uno di quei libri che ti fa credere di aver capito tutto, per poi spiazzarti con una rivelazione che lascia il lettore a bocca aperta.
Ambientato nella Francia del 1832, il romanzo ci catapulta in un'epoca di crisi: Parigi è devastata dal colera, la Vandea ribolle di tensioni politiche, e la perfina e affacinante Duchessa di Berry trama per rovesciare il regime di Luigi Filippo.
In questo scenario da polveriera, Fouassier intreccia un'indagine poliziesca che è molto più di un semplice giallo con il suo ispettore Valentin sempre alla ricerca della verità.
La storia parigina inizia in modo classico: il ricco banchiere Honoré de Crayencourt viene assassinato durante una festa sfarzosa. Tutte le prove accusano Samson Desroches, un giovane artista squattrinato ma affascinante.
Aglaé, la collega-fidanzata dell'ispettore Valentin, con l'aiuto del leggendario capo della polizia Vidocq, si batte per scagionare Samson che sembra vittima di un complotto terribile.
Ma qui arriva il primo colpo di scena: Fouassier ci fa credere in una cosa, poi ci rivela una verità glaciale e totalmente inaspettata. Non posso dirvi di più senza rovinarvi la sorpresa, ma fidatevi: il colpo di scena non lo vedrete arrivare.
L'ispettore Valentin viene inviato in Vandea con una missione segreta di massima importanza: risolvere alcuni misteriosi omicidi legati alla rivolta legittimista e proteggere la stabilità del regno.
Una serie di delitti viene attribuita ai Thugs, una setta di assassini indiani, e le vittime designate sembrano essere l'inglese Lord Henry Blackburne e sua sorella Emily, perseguitati da un'antica maledizione.
Valentin agisce da servitore leale dello Stato, rischiando la vita per la corona. Ma anche qui, l'inganno più audace è dietro l'angolo.
Fouassier costruisce quello che possiamo definire un "meccanismo narrativo di precisione diabolica". Ogni elemento della trama è al suo posto, ogni personaggio nasconde qualcosa, ogni verità apparente è una potenziale menzogna.
Non è solo questione di colpi di scena: è un vero e proprio labirinto di specchi dove lo scrittore manipola non solo i personaggi, ma soprattutto anche il lettore.
Questo è il quarto volume della serie, e l'autore dimostra grande abilità nell'integrare le sue indagini con eventi e personaggi storici reali, come la quinta guerra di Vandea fomentata dalla Duchessa di Berry, riportando il genere del romanzo popolare al suo antico splendore.
Oltre alla suspense, il libro esplora tematiche importanti: la corruzione politica, la lotta di classe, l'inganno sistematico, e soprattutto la natura della verità in un'epoca di profonde divisioni.
Fouassier ci suggerisce che nella Francia del 1832, costruita su fondamenta rivoluzionarie e assediata da cospirazioni, la lealtà è solo una maschera e la verità l'arma più affilata.
"Il canto del male" non è il solito thriller storico. È un romanzo che inganna. È perfetto per chi ama i gialli ben costruiti, per gli appassionati di storia e per chiunque voglia un libro che lo tenga incollato fino all'ultima pagina.
Se avete amato "Il nome della rosa" o i classici romanzi d'appendice come quelli di Alexandre Dumas, questo libro fa per voi. Se pensate di essere lettori smaliziati impossibili da sorprendere, questo libro fa ancora più per voi.
Lo sapevi?
Vidocq, il capo della polizia che compare nel romanzo, è un personaggio storico reale: criminale pentito diventato primo direttore della Sûreté Nationale.
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serie L’ufficio degli affari occulti
di Éric Fouassier
Neri Pozza
2025
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