7 ago 2014

 

Il giardino di Elizabeth di E. von Arnim

Una sensibile donna dell'Ottocento si isola lontano dalla vita mondana nella sua tenuta di campagna prendendosi cura del suo giardino 

Nel libro di Elizabeth von Arnim Il giardino di Elizabeth la narratrice ci descrive in prima persona un personaggio, sicuramente l'autrice, che ha un rapporto speciale con la natura lontano dalla città curandosi delle piante e dei fiori, più che delle persone e i parenti, del trascorrere delle stagioni, della attenzione agli animali feriti che troverà nel suo imponente giardino.


Frederick Childe Hassam_In the Garden

Mary Annette Beauchamp nata in Australia nel 1866, si trasferisce in Inghilterra con la sua famiglia in giovane età godendo di una educazione privilegiata a Londra e in Svizzera. Durante un viaggio in Italia incontrerà il conte von Arnim tenacemente innamorato di lei che gli farà la proposta di matrimonio in cima al Duomo di Firenze.

Ben presto scoprirà che, come contessa von Arnim, dovrà affrontare un marito autocratico e una cerchia sociale in Prussia che aveva idee estremamente conservatrici circa i doveri di una moglie per la sua famiglia. Elizabeth si sente però determinata ad essere qualcosa di più di una buona moglie tedesca, perciò come la natura, vuole essere libera. Essa ha una visione diversa, e per certi aspetti moderna, di vivere la propria libertà lontano dall'oppressione sociale dell'epoca.


Con il desiderio di cambiare aria lontana dalla città, l'amore per la natura e i giardini, e la libertà di scrivere, Mary divenuta dopo il matrimonio von Arnim (lo pseudonimo Elizabeth verrà dopo la pubblicazione del romanzo cui fa riferimento il narratore del libro) , era destinata ad essere una outsider in questo mondo che amava un certo manierismo e il protocollo della correttezza.

Verso la fine del 1800 dopo cinque anni di matrimonio, tutti passati nella grigia città di Berlino, e la nascita di tre figlie, Elizabeth Von Arnim visita una  tenuta prussiana del marito a Nassenheide, in Pomerania (oggi Rzedziny, Polonia) e si innamora di essa, nonostante sia in uno stato piuttosto fatiscente. Con l'approvazione del suo indulgente marito, lei contribuirà ai miglioramenti sia per la casa che per il giardino. Deliziata dalla sua nuova vita, piena di pasti leggeri consumati casualmente in giardino, Elizabeth cede felicemente alla sua vita di città e si dedica al godimento dei suoi splendidi dintorni.

La sua famiglia e il marito lontani non sono però del tutto contenti di essere stati così facilmente abbandonati e dimenticati:
"La prima parte di quel periodo di beatitudine fu la più perfetta, perché non avevo null’altro cui pensare tranne che alla pace e alla bellezza che mi circondavano. Poi comparve colui che ha il diritto di apparire come e quando vuole e mi rimproverò per non aver mai scritto (...) Lo portai in giro per il giardino lungo i nuovi sentieri che avevo fatto tracciare, e gli mostrai la magnificenza delle acacie e dei lillà, e lui disse che era puro egoismo stare a divertirmi quando né lui né la prole erano con me, e che i lillà avevano bisogno di una potatura radicale. Cercai di rabbonirlo offrendogli tutta quanta la mia cena a base d’insalata e toast che attendeva ai piedi della gradinata della piccola veranda quando tornammo indietro, ma nulla placò quell’Uomo della Collera, e disse che sarebbe rientrato immediatamente dalla famiglia trascurata. "

Anche se il richiamo rurale è una base abbastanza comune nei suoi romanzi dove i personaggi sfuggono alla vita frenetica per rifugiarsi nella natura, gli amici di Elizabeth rimangono sbalorditi dalla sua decisione di vivere perennemente in campagna cercando di convincerla almeno di passare l'inverno in città
"Che donna felice sono mai a vivere in un giardino, con libri, bimbe, uccelli, e fiori, e tutto il tempo che voglio per godermeli! Eppure le mie conoscenze di città considerano tutto ciò un essere prigionieri, un seppellirsi, e non so che altro, e i loro strilli squarcerebbero l’aria se fossero condannate a una vita del genere."

La sua pace però ogni tanto viene interrotta da alcuni visitatori o ospiti che non si possono mandare via dopo una tazza di tè o un pasto, ma per una certa cortesia dell'ospite tenerli nella tenuta per qualche giorno, rovinando la sua idilliaca esistenza.

"Di recente sono stata di nuovo parecchio afflitta dalle visite: non visitatori sporadici e occasionali di cui liberarsi dopo una debita somministrazione di tè e di cose che dopo dispiace aver detto, ma gente che resta in casa e di cui non ci si libera per niente. Tutto giugno per me è stato perso in questo modo, ed è stato dall’inizio alla fine un mese radioso di caldo e di bellezza"

Cosi rimane inquieta anche un giorno vicino al Natale che desiderava passare col marito e le figlie, quando gli arrivano le lettere di due amiche pensando di non rivederle per almeno un anno: Irais  e Minora che verranno ospitate per qualche tempo, e una di queste poi la incuriosirà perché inglese e perché vuole scrivere un libro.    


Maniero degli Arnim a Nassenheide nel 1860 

Nel suo giardino Elizabeth legge, sogna, si prende cura come fosse una parte di se "sebbene non sia più intensa, e l’inverno scorso ci siano stati giorni in cui ho danzato fuori nel mio giardino imprigionato dal gelo, sotto l’impulso di una vera e propria gioia nonostante la mia età e le mie bambine. Ma l’ho fatto dietro a un cespuglio, con il dovuto riguardo per le convenienze"  e si accinge a diventare scrittrice Il giardino di Elizabeth è il suo primo libro del 1898, visto poi il successo raggiunto scrisse l'ideale seguito di questo libro con Un estate da sola uscito l'anno dopo periodicamente ne seguiranno altri questa volta in forma di romanzo come Un incantevole aprile eccetto l'altro semi autobiografico  I cani della mia vita  che gli daranno un certo successo.

La von Arnim faceva parte di una cerchia di letterati: la cugina era la scrittrice Katherine Mansfield, i suoi bambini sono stati istruiti da E.M. Forster e Hugh Walpole, fu successivamente amata da H.G.Wells. Se un tema potrebbe essere trovato per collegare tutto il suo lavoro è quello delle piante e dei fiori. Se Virginia Woolf ha detto che ogni donna ha bisogno di un stanza tutta per sé, la von Arnim avrebbe detto che ogni donna ha bisogno di un suo giardino.

Il giardino di Nassenheide in Polonia adesso rimane fiorente solo sulle pagine del libro di Elizabeth dopo la morte del marito essa ritornò a Londra, poi le devastazioni di due guerre mondiali, il regime comunista dopo, hanno preso il sopravvento. Tutto ciò che ora è visibile del suo giardino è l'enorme semicerchio che una volta conteneva un roseto formale, e alcuni spettacolari lillà originali. La vecchia casa è in rovina, coperta da rovi e ortiche. La natura libera ha ripreso il suo corso.

 
Il libro

IL GIARDINO DI ELIZABETH
Elizabeth von Arnim
Fazi editore



Riferimenti

Elizabeth of the German Garden di Jennifer Walker
http://historicgardens.org/news/









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