14 ott 2019

 

Terre emerse – Leonardo Guzzo. Storie di vite in bilico

Nella precedente raccolta di Leonardo Guzzo Le radici del mare il mare non era solo un elemento, ma anche una metafora per chi si sentiva attratto dalla sua immensità e dal suo mistero, dalla bellezza e pericolosità. In questo secondo libro Terre emerse ci sono sempre racconti di mare con sortite anche nella terra ferma su un Italia rurale, oppure storie in bilico tra realtà e immaginazione, che fanno i conti con la Storia del secolo scorso, piccole preziosità che vanno ancora indietro nel tempo  raccontando di uomini e donne, di vite in bilico, di ribelli o emarginati ispirati da eventi reali.  





Terre emerse potrebbe essere un naturale seguito del libro precedente dove l'elemento che può dare la vita e la morte si pone ora sullo sfondo lasciando scorrere le vicende umane e le fasi della vita. Sono 13 storie, "tredici pietre in fila per passare il guado del torrente  impetuoso " come dice l'autore, al contrario dell'avvilente rigagnolo dei nostri tempi, affrontando da più prospettive un tema scomponendolo e ricomponendolo coinvolgendo il lettore nel cogliere le piccole sfumature. 

Tra queste tredici storie ci sono soldati australiani che affrontano un mare senz'acqua "con le onde e le pieghe e le gobbe" che chiamano dune, militari mandati al massacro sul fronte turco nell'estate del 1914.
La storia di U ’Ndilliano narra del figlio di un marinaio e di una meticcia del Caribe che viaggia nel mare solitario carezzandolo ogni mattina mentre prende il largo. 
"Nostos" racconta un episodio storico, quello degli ammutinati del Bounty alla fine del Settecento, naufraghi che volevano tornare in Inghilterra, questi uomini temono il loro capitano visto come una divinità, mentre si ritrovano sempre più miserabili man mano che il viaggio senza sbocco allontana la loro speranza. 

In "Una storia molto triste" attraverso la corrispondenza tra procura e commissariato nella Salerno del 1938 si dipana una drammatica storia di una donna fermata per resistenza e oltraggio al Duce. Lei povera con il marito al confino chiede solo di avere il marito vicino, a cui il Capo del Governo trova un compromesso "la fame è peggio della morte " ma la burocrazia ha i suoi terribili tempi.




C'è una ragazza chiamata Candida degli abissi, lei è bellissima, aspettavano che crescesse, di sposarla intatta con l'abito bianco, lavorava alla raccolta dello sparto, una pianta per fare cordami. Insieme ad altre donne la mattina s'imbarca infelice sulla zattera tornando all'imbrunire; un giorno subisce una violenza, uno la prenderà con la forza senza scioglierle le trecce e senza provare piacere; con un figlio illegittimo che le crescerà in grembo, chi la vuole più, il suo destino è nell'abisso, "un invito chiaro, e piano, a perdersi".  

Nel "Principe delle maree" la superstizione si scontra con la razionalità di un capitano francese a metà del 1700 in Malesia, che invitato dal governatore chiede di sbarazzarsi di una Grande Creatura che terrorizza gli indigeni e impedisce di attraversare un importante canale di comunicazione, egli non sa cosa cercare, forse una creatura marina, un idolo o altro. Uno sciamano spiegherà chi è il Principe delle maree, e allora dopo averne avuto una dimostrazione, il capitano si convincerà ad abbandonare la missione. 

Ci sono riflessi di Sciascia, Pasolini, Poe e tanti altri a cui l'autore si è divertito a lavorarci con storie che avrebbero potuto scrivere loro stessi.  Tredici racconti tra il reale e il fantastico, che indicano piccoli appigli, scogli affioranti per passare il guado del nostro tempo di mare in tempesta.
Come scrive Andrea Tarabbia "dal marasma emergono tredici nuove storie cariche di simboli e di bellezza: spicchi di mondo interiore o scorci del mondo di tutti, come isole per passare il guado."

L'immagine di una tartaruga in copertina riprende un mito diffuso in Cina e presso i nativi americani, dove il mondo è retto da una tartaruga che nuota nel flusso del tempo. Alcuni indiani d'America chiamano la loro terra "turtle's island". La tartaruga, che si muove in bilico tra precarietà e longevità (può morire appena nata o vivere cent'anni), che unisce lentezza e persistenza inesorabile, rischio e pazienza, rappresenta bene le sensazioni che Leonardo Guzzo suscita nel suo lavoro. Una sensazione di profondo, non effimero e in qualche modo sacrale.


L'autore

Leonardo Guzzo (Napoli, 1979) è laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Scrive per «Il Mattino» e il mensile «50&più». Collabora con «Nuovi Argomenti» e la rivista online «Satisfiction». Suoi racconti sono apparsi sulla rivista «Il primo amore», a cura di Tiziano Scarpa e Antonio Moresco, e sul «Journal of Italian Translation» della City University di New York. Con Italic Pequod ha pubblicato Le radici del mare (2015).







Il libro 

Titolo: TERRE EMERSE
Autore: Leonardo Guzzo
Editore: Pequod
Anno: 2019
Pagine: 122




Su Leonardo Guzzo vedi anche l'articolo

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