Un incontro casuale, una notte d'amore, un'alba di orrore per un uomo che si innamora di una donna fatale irresistibile in un romanzo noir francese degli anni '60
Parigi 1960. Alla vigilia di Natale Albert Herbin è appena stato rilasciato dal carcere, era stato condannato per un crimine passionale e ora appare un anima solitaria e tormentata. In questi sei anni di detenzione sua madre è morta. Ha poca prospettiva di un futuro in questa città. Ma il destino deciderà diversamente quando incontra una giovane donna con sua figlia.
La fascinosa donna però nasconde un mistero e cercherà di servirsi dell'uomo per compiere la sua ignobile azione.
Robert Hossein in Le monte-charge (1962) |
Mi sbottonai il cappotto, e per darmi un contegno andai ad ammirare l’albero. Che strana serata! Non sapevo come sarebbe finita, ma ero certo che sarebbe stata un’avventura
Nella collana Nero Rizzoli esce Il montacarichi un romanzo giallo noir inedito dello scrittore Frédéric Dard (1921-2000) noto al pubblico per la creazione della serie poliziesca del commissario Sanantonio, Dard è considerato uno dei più famosi romanzieri del genere noir.
Da questo romanzo, uscito in Francia nel 1961, ne è stato tratto un film quasi dimenticato La morte sale in ascensore (Le monte-charge, 1962) con Lea Massari e Robert Hossein.
Il romanzo è raccontato in prima persona da Albert che si ritrova solo in un periodo dell'anno in cui molti pensano a fare regali di Natale ed essere felici. Il suo morale è quasi a terra. Appena uscito di prigione si reca alla casa della madre, lei è deceduta quattro anni prima quando era ancora dentro.
Rivedendo il suo appartamento i ricordi affiorano e anche l'angoscia con la "sensazione che mi legassero un gigantesco cappio attorno al petto e stringessero senza pietà".
Il silenzio e gli odori lo colpiscono, insieme alla squallida carta da parati ingiallita sulle pareti. Nella camera della madre con il materasso arrotolato aleggia ancora l'odore della morte, qualcuno si era dimenticato di portare via il bicchiere dell'acqua santa con dentro un ramoscello d'ulivo dalle foglie ormai ingiallite.
Il silenzio e gli odori lo colpiscono, insieme alla squallida carta da parati ingiallita sulle pareti. Nella camera della madre con il materasso arrotolato aleggia ancora l'odore della morte, qualcuno si era dimenticato di portare via il bicchiere dell'acqua santa con dentro un ramoscello d'ulivo dalle foglie ormai ingiallite.
Albert si allontana da questa desolazione, passeggia per il quartiere, si ferma dentro un vecchio negozio dal quale si spande un vago aroma di cioccolato e compra una gabbietta di cartone con un uccellino di velluto blu, di quelle da appendere nell'albero di Natale, solo che lui non ha un albero e non sa neanche perché lo ha acquistato, si era ritrovato nella coda del negozio con gli altri clienti e quando era giunto il suo turno doveva acquistare qualcosa (la gabbietta sarà uno degli elementi fondamentali della storia).
Vagando per le strade tra gente allegra ed eccitata entra in un ristorante per mangiare qualcosa. Qui vede Madame Dravet, una donna che emana un certo fascino, seduta insieme alla sua bambina. Albert viene attratto da lei, forse cerca un poco d'affetto, di calore, e la donna assomiglia alla sua Anna, "aveva gli stessi occhi scuri, a mandorla, la stessa carnagione olivastra e quella bocca maliziosa e sensuale che incuteva timore" gli sguardi s'incontrano con complicità. Lei lo adesca.
Madre e figlia escono. Lui li raggiunge, fanno un tratto insieme, nasce qualcosa. Si ritrovano in un cinema. Al buio le mani sembrano cercarsi "se un uomo si siede al cinema accanto a una sconosciuta, se le prende la mano e vede che non la ritira, potrebbe pensare a una facile conquista.» Scossi il capo. «Per me non è stato facile prenderle la mano, così come per lei lasciarsela prendere ».
Infine a casa di lei. Abita in un appartamento all'interno di un cortile adibito a legatoria, un montacarichi serve a portarla al piano superiore. Lui si accorgerà di alcune macchie di sangue sulla manica di lei, dapprima non comprende, ma poco dopo quando vede un cadavere capisce.
Il marito aveva una relazione con un altra, ora è disteso sul divano con un proiettile in testa, la pistola nelle mani, come se fosse un suicidio.
Madame Dravet ha bisogno di un testimone, ma Albert che non conosce neanche il nome della femme fatale, è la persona sbagliata, non vuole ritornare in prigione, e quindi la signora Dravet si fa molti scrupoli perché nel frattempo ha imparato ad amarlo. Tutto questo finirà molto male per tutti.
E se il titolo è Il montacarichi è perché questo svolgerà un ruolo di primo piano nello schema del racconto.
La disperazione è in armonia con la malinconia, dove l'amore, ricevuto da i due, è vissuto come una malattia che uccide più o meno rapidamente.
La particolarità di questa storia è la combinazione di suspense con una meccanica ben
oliata e una intensa profondità psicologica dei personaggi che, al di là delle loro tendenze criminali, possiedono molta tenerezza e poesia. Infine le meditazioni malinconiche del protagonista danno a questo personaggio un certo lirismo spleen al libro.
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