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Jane Austen a 250 Anni Dalla Nascita: 5 Verità Sorprendenti Cambieranno Il Tuo Modo Di Leggerla

A 250 anni dalla nascita, Jane Austen è ancora oggi una salda autrice di bestseller. Ecco cinque segreti sui suoi romanzi che dimostrano quanto sia moderna e attuale.


jane austen personaggi



Jane Austen: oltre abiti di pizzo e tè pomeridiani

Quando si pensa a Jane Austen, vengono in mente vestiti d'epoca, tazze da tè, balli eleganti e storie d'amore romantiche, giusto? Ecco, preparati a ricrederti completamente!

Nel 2025 celebriamo i 250 anni dalla nascita (16 dicembre 1775) di questa autrice straordinaria, ma l'immagine "da cartolina" che abbiamo di lei è totalmente fuorviante. Jane Austen non era affatto la dolce signorina che scriveva storielle romantiche nel tempo libero. Era tutt'altro! 

Naturalmente, durante la vita di Jane Austen, nessuno dei suoi libri pubblicati aveva il suo nome in copertina, secondo i canoni dell'epoca sarebbe stato poco signorile. Questa reticenza spiega anche in parte le incertezze che abbiamo sul suo aspetto fisico, nonostante sia stata raffigurata sulla banconota britannica da 10 sterline. 

L'immagine usata è un ritratto che i suoi editori dovettero improvvisare postumo, quando le sue vendite iniziarono davvero a crescere significativamente, per accontentare i lettori che volevano vedere il volto della loro autrice preferita. 

Lo schizzo frettoloso e incompleto di Jane fatto da Cassandra Austen sopravvive alla National Portrait Gallery di Londra. A parte questo, però, è commovente pensare che nessuno, durante la sua vita, si sia preoccupato abbastanza dell'aspetto di Jane Austen da commissionarne un vero e proprio ritratto.


Vediamo insieme cinque verità che probabilmente nessuno ha mai raccontato su di lei – e che cambieranno il modo in cui leggi i suoi libri!


1. Jane Austen Vende Più di Molti Bestseller Contemporanei

In Italia, ogni anno si vendono circa 100.000 copie dei romanzi di Jane Austen. 

Sì, hai letto bene: centomila. E "Orgoglio e Pregiudizio" da solo ne piazza tra le 45.000 e le 50.000 copie all'anno. Mentre "Ragione e sentimento" va intorno alle 16.000 copie (dati Nielsen dal 2017 al 2024). 

Per darti un'idea: se un libro suo fosse uscito oggi, si troverebbe stabilmente nella top 100 dei bestseller. 

Se sommiamo tutti i suoi sei romanzi principali, entrerebbe addirittura nella top 20 assoluta.

Altro che classico polveroso relegato agli scaffali delle biblioteche scolastiche. Jane Austen è per gli editori una vera e propria "autrice commerciale" nel 2025. 

Nonostante in vita abbia guadagnato poco con i suoi libri, oggi le sue opere sono di dominio pubblico con vendite che si impennano quando esce qualche opera cinematografica su di lei e i suoi romanzi, oppure in casi di anniversari. 

Il 2017, anno del bicentenario della morte dell'autrice, è stato caratterizzato da una prominente 'Austenmania' nella cultura britannica. La commemorazione ha incluso l'emissione di una banconota da 10 sterline recante il ritratto della Austen, oltre a numerose mostre, eventi e conferenze internazionali

Tuttavia è interessante notare che nei primi mesi del 2025, per il 250° anniversario della sua nascita, le vendite di Austen sono effettivamente aumentate in modo significativo. 

Secondo il sito «The Bookseller» nel Regno Unito nelle prime 28 settimane del 2025 sono stati venduti oltre 78.000 romanzi di Austen, rispetto ai 64.000 dell'anno scorso e ai 60.000 dell'anno precedente.

Questo la dice lunga su quanto i suoi temi siano ancora tremendamente attuali.


2. I Suoi Romanzi Non Celebrano il Matrimonio: Lo Condannano


Ecco, questa è la parte che potrebbe sconvolgere.

Tutti conosciamo Jane Austen come "la regina delle storie d'amore", vero? Sbagliato. 

Secondo la storica  Lucy Worsley, i romanzi di Austen sono in realtà una critica feroce a una società che costringeva le donne a sposarsi per soldi e sicurezza, non certo per amore.

Pensate a Charlotte Lucas in "Orgoglio e Pregiudizio". Lei lo dice chiaramente: non sta sposando un uomo, sta sposando una casa, uno status sociale, una sicurezza economica. 

È brutale, ma è la realtà che Austen descriveva.

L'idea che questi romanzi non celebrino davvero il matrimonio appare piuttosto sovversiva, considerando che sono tra le più grandi storie di corteggiamento mai scritte.


3. Jane Austen Scriveva per Diventare Famosa (E Lo Ammetteva)

Dopo la sua morte, la famiglia Austen fece di tutto per trasformarla nella "Santa Zia Jane" (St. Aunt Jane of Steventon-cum-Chawton Canonicorum): una donna modesta, schiva, che scriveva quasi per caso, senza ambizioni particolari. 

Un bel quadretto rassicurante, peccato fosse completamente falso. 

La frase venne coniata per deridere la tendenza dell'era vittoriana a idealizzare le scrittrici. 

In particolare, suo nipote James-Edward Austen-Leigh nel suo Memoir of Jane Austen (Ricordi di Jane Austen) del 1870 la raffigurò come un'anziana zia (zitella) pia, pudica e quasi santa che scriveva quasi per caso. 

Questa rappresentazione si concentrava sulla sua domesticità e sulle sue connessioni clericali, sminuendo la sua ambizione professionale, il suo spirito acuto e la sua acuta capacità di osservazione sociale evidenti nei suoi romanzi. 

La verità? Jane Austen era ambiziosa e professionale: la sua prima lapide nella cattedrale di Winchester non menzionava nemmeno i suoi libri: la famiglia preferiva non pubblicizzare troppo questa sua attività "poco consona" per una donna dell'epoca.

Ma nelle sue lettere private, quelle scritte alla sorella Cassandra, Jane non si nascondeva affatto. La frase che ha lasciato è cristallina: «Scrivo solo per la fama». (16 gennaio 1796)

Niente falsa modestia, niente scuse. Voleva essere riconosciuta, voleva avere successo, voleva lasciare un segno. Era disposta a lavorare duramente per ottenerlo. Non si può dire che non l'abbia fatto. 



4. Il Vero Lieto Fine? Non è l'Amore, è la Sicurezza Economica

Qui dobbiamo fare un passo indietro e capire il contesto in cui viveva Jane Austen.

La sua famiglia faceva parte della cosiddetta "pseudo-gentry": gente che aspirava allo status della nobiltà ma che, di fatto, non aveva terre né patrimoni solidi. 

Senza dote e senza proprietà, Jane e sua sorella erano destinate a diventare "parenti povere", dipendenti dalla carità di familiari più benestanti. 

Nei romanzi, quando una donna valutava il reddito di un uomo, non cercava il lusso sfrenato, ma la salvezza dalla povertà o dalla dipendenza dai parenti, poiché secondo le leggi di allora, le proprietà passavano solo agli eredi maschi. Ecco perché le sue eroine per certi versi sono così ossessionate dalla sicurezza economica.

Il caso più eclatante è in "Mansfield Park": nell'ultimo paragrafo, scopriamo che l'oggetto dell'affetto più profondo di Fanny non è tanto suo marito Edmund, ma la canonica di Mansfield – la proprietà che ora può finalmente chiamare casa: «...presto divenne tanto cara al suo cuore, e tanto perfetta ai suoi occhi»

Austen lo scrive esplicitamente: quella casa è ciò che Fanny trova più caro al suo cuore. Prima la casa, poi forse l'amore. Crudo, ma tremendamente onesto.

Come dire: "Non sposarsi mai senza amore, ma assicurarsi che l'amore abbia una base economica sufficiente per non morire di fame".

Dice Charlotte in "Orgoglio e Pregiudizio": «...Tu sai che non sono romantica, né lo sono mai stata. Tutto quello che desidero è una casa comoda e bella...». La zia Gardiner avverte Elizabeth che l'affetto è desiderabile, ma sposare un uomo senza fortuna è imprudente.


5. In un'Epoca di Crisi, Austen Ci Insegna Come Attraversarla

Viviamo in tempi strani e tanta narrativa contemporanea parla di "romanzi di de-formazione": storie di soggettività distorte, realtà frammentate, futuri incerti, crisi esistenziali e alienazione. Storie che mettono in scena il fallimento più che la crescita.

Jane Austen, con i suoi romanzi di formazione classici, potrebbe sembrare l'opposto. Si concentra su un percorso di maturazione più interiore. 

I suoi personaggi – come Elizabeth Bennet – affrontano percorsi profondi di crescita psicologica. Imparano a conoscere se stessi, i propri pregiudizi, e i propri limiti. 

"Persuasione" è l'ultimo romanzo completato prima della morte dell'autrice. Forse non si riesce ad apprezzarlo appieno prima della mezza età, poiché tratta della bellezza di avere una seconda possibilità nella vita e nell'amore. 

Fa riflettere rendersi conto che Anne Elliot, l'eroina, vicina a quella che Jane Austen chiama "l'età pericolosa" con la paura di essere messa da parte come zitella, abbia in realtà quasi trent'anni.

In "Ragione e Sentimento", Elinor ammetterà di essere nata per scoprire quanto fossero sbagliate le sue conclusioni.

Austen sembra ricordarci che possiamo attraversare la crisi e uscirne cambiati, migliori.


Conclusione: Jane Austen Era (ed è) Molto Più di Quanto Pensi

Quindi, ricapitoliamo.

Jane Austen non è la dolce signorina che ci hanno raccontato. È un'autrice da bestseller, con una critica sociale feroce mascherando le sue denunce in storie di corteggiamento, ma anche una professionista ambiziosa che scriveva per la fama, non come passatempo.

Le sue eroine non cercano solo l'amore romantico. Cercano un equilibrio con la sopravvivenza economica, la stabilità, la maturità psicologica. 

E forse, proprio per questo, i suoi romanzi ci parlano ancora così tanto nel 2025. Perché sotto quei vestiti d'epoca e quei balli in salotto c'è qualcosa di tremendamente moderno: la lotta per l'indipendenza, la ricerca di sicurezza, il bisogno di crescere e trasformarsi.

La prossima volta che riaprite "Orgoglio e pregiudizio", provate a leggerlo da questo punto di vista. Forse non sarà più lo stesso libro.



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Nella trama una libraia francese disperatamente single, tenta di diventare scrittrice, verrà invitata alla Jane Austen Residency per una lettura e qui incontra un affascinante discendente della famosa scrittrice. 
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Fonti: 
Leggere Jane Austen oggi, G. Peresson (Giornale della Libreria). 
Why We’re Still Reading Jane Austen on Her 250th Birthday, Lucy Worsley, (Literary Hub)











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