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Dal cornetto napoletano al venerdì 17: tutto sulle superstizioni nel libro di Elisabetta Moro e Marino Niola. Scopri perché crediamo ancora a gatti neri e specchi rotti.
Quante volte ti è capitato di toccare ferro dopo aver detto qualcosa di troppo ottimista? O di evitare di passare sotto una scala? Se stai annuendo mentre leggi, allora "Gatti Neri e Specchi Rotti" di Elisabetta Moro e Marino Niola (Einaudi) è il libro perfetto per te.
Questo saggio ci accompagna in un percorso incredibilmente interessante attraverso l'universo delle credenze popolari, dai gatti neri agli specchi rotti, dal sale rovesciato al venerdì 17. Ma non pensare che sia solo un elenco di superstizioni: è molto di più.
Gli autori partono da una domanda apparentemente semplice ma profondissima: perché, nell'era degli smartphone e dell'intelligenza artificiale, continuiamo a credere che un gatto nero porti sfortuna? La risposta, scoprirai leggendo, è più complessa e affascinante di quanto immagini.
Una delle cose che mi ha colpito di più è come gli autori ribaltino completamente la prospettiva tradizionale sulle superstizioni. Invece di liquidarle come semplici credenze irrazionali, ce le presentano come strumenti psicologici sofisticati che ci aiutano a gestire ansie, paure e l'incontrollabile complessità della vita.
Pensaci: quando tocchiamo ferro, in fondo stiamo cercando di riprendere il controllo su una situazione che ci sfugge. È il nostro modo di dire "io sto facendo qualcosa per influenzare il destino".
Il libro è ricchissimo di esempi che spaziano dalla tradizione popolare ai VIP.
Sapevi che Jannik Sinner evita di calpestare le righe del campo con il piede sinistro? O che in Formula 1 il numero 13 non viene mai assegnato? E che dire del grande Totò, che non usciva mai di casa il martedì o nei giorni 13 e 17?
Particolarmente divertente è il capitolo dedicato al teatro, dove scopriamo, fra l'altro, perché agli attori si augura il classico "merda" invece di "in bocca al lupo" (spoiler: c'entrano gli escrementi dei cavalli e l'affluenza di pubblico).
Una delle sezioni più interessanti spiega la differenza tra amuleti e talismani - sì, non sono la stessa cosa! L'amuleto protegge passivamente (come il classico cornetto rosso), mentre il talismano è un oggetto "attivo" creato con rituali specifici per raggiungere obiettivi precisi. Chi l'avrebbe mai detto?
Ecco un dato che lascia a bocca aperta: nei paesi anglosassoni, il venerdì 13 causa un calo degli affari di quasi un miliardo di dollari. La gente evita di viaggiare, fare acquisti, sposarsi o sottoporsi a visite mediche. Le superstizioni non sono solo folklore: hanno un impatto economico reale e misurabile.
Il libro dedica ampio spazio alla Smorfia napoletana, definita da Matilde Serao "l'acquavite di Napoli". Non è solo un sistema per giocare al lotto, ma un vero e proprio codice culturale che trasforma la realtà quotidiana in numeri e significati.
"Gatti Neri e Specchi Rotti" è uno di quei libri che ti fa guardare il mondo con occhi diversi. Dopo averlo letto, non riuscirai più a vedere le superstizioni come semplici credenze stupide, ma come parte integrante della natura umana.
Il linguaggio è accessibile senza essere banale, gli esempi sono divertenti e illuminanti, e gli autori riescono nell'impresa non facile di essere divulgativi senza perdere rigore scientifico.
Il sottotitolo potrebbe essere proprio questa frase che racchiude perfettamente l'essenza delle superstizioni. Non ci crediamo razionalmente, ma emotivamente sì. E forse, suggeriscono gli autori, va bene così.
Questo libro è perfetto per chi ama l'antropologia, la psicologia sociale, o semplicemente per chi è curioso di capire perché sua nonna gli dice sempre di non aprire l'ombrello in casa.
Consigliato a chiunque sia curioso di capire i meccanismi nascosti della mente umana e ami scoprire il "perché" delle tradizioni che diamo per scontate.
⭐Gatti neri e specchi rotti. Perché siamo superstiziosi
di Elisabetta Moro e Marino Niola
Einaudi, 2024
136 pagine
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