24 ago 2016

 

Febbre di Mary B. Keane | Il segreto di Mary la cuoca

La biografia romanzata di Mary Mallon una donna scomoda che non riuscì a vivere pienamente la sua vita


Nel libro di Mary Beth Keane Febbre, Frassinelli editore,  viene raccontata la biografia romanzata di Mary Mallon considerata la prima portatrice sana di febbre tifoide. L’autrice si concentra sull’aspetto interiore di questo sfortunato personaggio che venne alla ribalta nella stampa dei primi anni del XX secolo. La Mallon nata nel 1869 era arrivata adolescente a New York dall’Irlanda nel 1883 come tanti emigranti in cerca di fortuna, e come abile cuoca ottenne una certa fama presso le prosperose famiglie della città, fino a quando nel 1907 George Soper, un ingegnere sanitario, scoprì che era la causa della diffusione della malattia.

Febbre- Mary Beth Keane- Frassinelli




Verso la fine del diciannovesimo secolo, sembrava che a New York fossero terminate le epidemie di febbre tifoide che avevano decimato la popolazione della città. Almeno fino al 1904, quando la malattia scoppiò in una famiglia a Oyster Bay a Long Island. Le autorità sospettarono di Mary Mallon la cuoca di famiglia, come essere la portatrice. La donna sarà presto conosciuta come Mary la tifoide o Typhoid Mary.

Mary lavorò presso diverse residenze diffondendo la malattia. Venne trovata nel 1907 in una casa a Park Avenue e messa in custodia al Riverside Hospital per tre anni fra controlli e prelievi.
Sotto processo per aver causato dei decessi, la rilasciarono solo quando promise di non lavorare più come cuoca. Si doveva presentare periodicamente alle autorità, ma dopo la morte del suo uomo scomparve. Per cinque anni Mary lavorò come cuoca in case di riposo o nei dintorni di New York, spesso sotto falso nome. Qualcuno però si metterà alla sua ricerca.


Dalle case di lusso a uno spoglio isolotto di Manhattan
A servizio di Charles Henry Warren un ricco banchiere nel 1906 fra agosto e settembre, la metà dei componenti familiari venne affetta da febbre tifoide. All’epoca la malattia era fatale per un 10% dei casi, in genere fra famiglie povere e con poca igiene.
George Soper un incaricato dalla famiglia, sorta di detective ostinato (il suo personaggio appare anche nella serie medical tv The Knick) nelle sue indagini interrogò malati e poi la stessa Mary, arrivando alla conclusione che la malattia si era sviluppata dal cibo e la colpevole non poteva che essere la cuoca.

Andando a ritroso scoprì che in precedenza la cuoca era stata a servizio in otto famiglie e oltre venti persone avevano avuto casi di tifo mentre alcuni erano deceduti. In quel periodo circa 3000 cittadini di New York vennero infettati e Mary fu probabilmente il capro espiatorio del momento, dato che non poteva essere l'unica portatrice.

Il trattamento antibiotico contro la Salmonella typhi non venne sviluppato prima del 1948. Prima di essere presa con la forza Soper la invitò a dargli dei campioni di sangue, urina e feci, ma Mary gli aveva puntato il forchettone da arrosto sibilando un "fuori di qui".


Mary Mallon
Mary in isolamento


Mary venne arrestata e trattata come una criminale. Isolata venne portata al Riverside Hospital in un isolotto vicino a Manhattan.
«Non è un’isola per la consunzione?» domandò Mary.
«Riverside è un ospedale per la tubercolosi, sì. Ma hanno esperienza anche di tifo. Difterite. Morbillo. Tutto.»
Mary rabbrividì. «Quanto tempo ci dovrò restare?» domandò.
«Qualche settimana», rispose il dottor Soper.

Mary del tutto inconsapevole della sua malattia - egli in fondo stava bene, ma era pericolosa per gli altri, anche se magari in giro per la nazione c’erano molti come lei - si sottopose malvolentieri a una serie di analisi. I medici pensarono che il suo male fosse nella cistifellea e volevano operarla, ma la testarda Mary si rifiutò avendo ragione.

I medici avevano ammesso che più di un terzo delle volte i campioni di Mary erano risultati totalmente privi di bacilli di tifo...Quando Mr. O’Neill aveva chiesto conto ai medici delle loro insistenze perché Mary si facesse asportare la cistifellea, avevano confessato che non pensavano più che fosse colpa della cistifellea. Dell’intestino, forse. Dello stomaco. Non lo sapevano con certezza.
«È stato un bene che vi siate impuntata riguardo all’intervento», le aveva detto in seguito l’avvocato. «Sarebbe stato inutile.»

L’autrice mette in evidenza le condizioni storico-igieniche descrivendo una New York sporca, poco incline alla pulizia, raccontando che Mary quando prendeva il tram era costretta a tapparsi la bocca fra i miasmi degli escrementi dei cavalli e degli uomini che pulivano i box gettando fieno e rifiuti organici sulla strada.

Accanto alla stalla c’era il forno dei Weiss, e il lunedì mattina prima dell’alba i Weiss versavano fuori tutto il latte invenduto della settimana. Lo lanciavano sopra gli escrementi della stalla. Al sorgere del sole il latte inacidiva e appestava l’aria. Spesso gettavano fuori anche uova vecchie, carcasse di polli, casse, scatole, fogli, imballaggi, pattumiere traboccanti. Più di tutto a Mary davano fastidio le uova, e ogni volta che passava là davanti di lunedì si chiedeva perché non le mettessero in una torta. Oppure le regalassero a qualcuno che ne aveva bisogno. Quello spreco le aveva tolto per sempre la voglia di comprare qualcosa da loro. 



L'attesa, il fidanzato Alfred e un nuovo amico sull'isolotto


Per un periodo gli avrebbero proibito ogni contatto con l’esterno. Dall’isolotto non poteva fuggire e non poteva vedere il suo amato Alfred: gli scriverà almeno venticinque lettere mentre ne riceverà solo nove sentendosi ferita, straziata e frustrata. I giorni passavano e Alfred rispondeva raramente, tanto che scrivendo a una sua amica per sapere se lo aveva visto, gli risponderà che stava bene e non gli andava di parlare.

Sull’isola oltre a medici e infermiere incontrerà John Cane il giardiniere, l’unico che conversava con lei e che gli raccontava quello che succedeva all’esterno. Mary contattò un laboratorio privato dato che si rifiutavano di comunicarle i risultati delle analisi, pagando di tasca propria tramite Alfred i laboratori Ferguson, ma dopo mesi di attesa i risultati furono negativi.
Tenterà le vie legali scrivendo ad un giovane avvocato Francis O’Neill, che si prenderà cura del suo caso e fisserà un udienza in tribunale.

Dopo varie tribolazioni, Mary venne rilasciata due anni dopo, ma gli venne proibito di fare la cuoca. Scoprirà poi che Alfred aveva una relazione con un altra donna vedova e madre di un figlio.
«Non ho avuto scelta! Sono stati quei giudici a decidere! Cosa devo fare, Mary? Vivere come un monaco per il resto della vita? Lo sai che ti amo. E, Dio mi è testimone, a tutt’oggi non ho mai conosciuto nessuna come te, ma pensavo ci fossero cose sulle quali ci capivamo.



Il nuovo insoddisfacente impiego e poi la fuga

Nel 1910 la donna troverà impiego come lavandaia, ma con l’obbligo di presentarsi alle autorità sanitarie ogni tre mesi. Un giorno troverà Alfred davanti al negozio. Malaticcio ma sempre innamorato. Aveva abbandonato quella famiglia che non gli apparteneva. Rifiutato da Mary vagherà per le strade gelate della città dormendo dove capita. Ubriaco si infilerà in una stalla, infreddolito accenderà un fuoco e la stanza scoppierà insieme a lui.

L’unico lavoro che Mary poteva fare era quello di cuoca o davanti a una cucina. L’attirerà l'annuncio di un forno che cerca personale ritrovandosi a sfornare dolci e crostate. Mentendo poi all’ispettore sanitario sul suo nuovo lavoro.
«Che genere di negozio?» domandò l’uomo...«Che ne so io… cose colorate. Non vedo granché di quello che vendono, perché lavoro nel retrobottega.» Era tutto vero, in un certo senso. Tutto vero, se uno lo distorceva un tantino, inclinava il foglio fino a mischiare i colori.

La donna nel ricordo degli anni passati al Riverside Hospital imparò a lavarsi le mani prima di toccare il cibo o riscaldare gli alimenti finché non fossero morti i germi “un mondo talmente minuscolo da essere invisibile all’occhio umano". Ma non era convinta che una leccatina alla crema che aveva preparato per quaranta persone potesse avere una rilevanza.


Nel maggio 1912, dopo un anno di lavoro nel forno sotto falso nome, si presenterà un uomo.
Crede che sia Alfred invece era Soper che come l’irreprensibile Javert dei Miserabili non l’aveva dimenticata "Era come se lo ricordava, un manichino di cera con un naso che poteva infilzare un maiale, un imbelle pallido e fiacco che prosperava alle spalle di donne sane e robuste."
Ma questa volta fuggirà.



La morte di Alfred e il ritorno di Mary 
a North Brother Island

Mary conosceva Alfred da quando aveva diciassette anni, una vita, ora che ne aveva 43 ed era riuscito a trovarlo. Aveva la pelle ustionata ma era vivo, “simile al tronco di un albero, ricoperto da una scorza spessa e impenetrabile”. Dopo due anni di cure si era ristabilito e viveva da solo. Nel guardarlo si sentiva nervosa. Cercarono in quei mesi di recuperare il tempo perduto. Ma Alfred non era guarito del tutto e faceva uso di medicine per calmare il dolore diventandone dipendente.

Dato che Alfred non riusciva più a lavorare, Mary troverà un impiego sotto falso nome nella cucina di un ospedale, lo Sloane Hospital una clinica ostetrica. Nel 1915 nella clinica scoppierà un epidemia di tifo con almeno due morti. Ma la cosa che più la segnerà sarà la morte di Alfred: rincasando a casa lo troverà freddo sul letto.

Si distenderà insieme a lui abbracciandolo per qualche minuto "come se fossero stati addormentati". Prima che vengano gli addetti a portarlo via, gli dirà addio in silenzio. "Non penso di capire cos’è successo, ancora, ma quando lo capirò mi mancherai. E mi dispiace."

Il dottor Soper la riporterà al Riverside Hospital. La stanza di tre metri e mezzo la attendeva e gli era ormai diventata familiare. Vi rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Sei anni prima della morte verrà paralizzata da un ictus. Morirà nel 1938.

Mary Mallon-Cottage-North Brothers Island
Il cottage di Mary a North Brothers Island


Mary Beth Keane in questo libro si concentra sulla figura femminile di Mary vista come donna, come essere umano, con i suoi difetti, i suoi sogni, e le sue speranze, un cappello visto in una vetrina, i ricordi in flashback del suo unico amore. Nelle sue preoccupazioni c’era solo il fine di poter riuscire a cucinare un  pranzo perfetto. Anche se poi nell’epilogo di questa storia vera romanzata l’autrice gli farà dire :

"Ultimamente ho pensato sempre di più al piccolo Kirkenbauer, e alla piccola Bowen, e agli altri che a quanto dicono sono morti a causa mia. Di nessuno mi dispiace come di Tobias Kirkenbauer ...Posso dire soltanto che pensavo di fare la cosa giusta, invece facevo quella sbagliata, ed è stato un tema che si è ripetuto spesso. Ma quello che voglio dire adesso di quel dolce bambino è che, se esiste un paradiso, e io lo incontrerò lì, spero che si ricordi di me, e corra da me. E mi perdoni."


Ci si domanda se Mary Mallon fosse un simbolo minaccioso alla libertà individuale oppure un sacrificio necessario per la salute pubblica. Forse tutte e due le cose. Mary in fondo voleva essere solo una brava cuoca. Non voleva credere di essere un elemento pericoloso per la società.

Riverside Hospital nel 2006
Il Riverside Hospital nel 2006

Febbre è sopratutto un romanzo, con personaggi reali, ma anche un ritratto struggente e drammatico di una donna che tentò di vivere la sua vita e suoi sogni, nonostante i pregiudizi e la scienza che alla fine indirizzarono il suo futuro, dove l'etica, la ragione e il sentimento si scontrarono dietro una vita  che non pote' essere vissuta pienamente.





Anthony Bourdain. Il punto di vista di un cuoco 


Su Mary Mallon ha scritto un libro anche il celebre cuoco Anthony Bourdain  Il segreto di Mary la cuoca, Donzelli editore (2012). Bourdain oltre a raccontare la storia di Mary, ci mette il suo punto di vista da collega, fra il lavoro, le tribolazioni dei domestici all'epoca e descrivendo i pranzi che preparava "rognone alla diavola…, costolette di montone, fegatini di pollo al curry, jardinière di animelle ai ferri, piccione arrosto, lingua affumicata" un pretesto per le sue ricognizioni culinarie questa volta al passato, non senza sarcasmo e con una certa simpatia verso la "collega". Ripercorrerà il suo ultimo luogo nell'isolotto abbandonato. Gran parte dell'ospedale ora è in rovina osserverà "un pezzo di roccia dimenticata da Dio".


Bourdain si recherà nella sua tomba al St. Raymond's Cemetery nel Bronx. Davanti alla base della lapide infilerà un oggetto amato, un coltello francese di qualità "un feticcio magico un caro prezzo della mia storia personale...L'ho lasciato li. Era il minimo che potessi fare. Un regalo da cuoco a cuoca."


I libri

Mary Beth Keane
Febbre
Frassinelli 2015
346 pagine





Anthony Bourdain

Il segreto di Mary la cuoca
Donzelli 2012
158 pagine



























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