I viaggi di Stevenson a dorso di mulo in Francia, la California e la Polinesia e un libello a favore dell'ozio
Meglio conosciuto per i suoi libri di avventura L'isola del tesoro, Il signore di Ballantrae e lo studio del male ne Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde, Robert Louis Stevenson era anche un poeta, scrittore di racconti, e saggista. L'autore scozzese trascorse gran parte della sua vita a viaggiare alla ricerca di un clima sano, fino a quando lo trovò a Samoa nel 1889, dove visse nella sua tenuta di Valima restandovi fino alla sua morte a 44 anni. Stevenson non era ancora uno scrittore famoso nel 1877 quando compose Elogio dell'ozio un piccolo librettino in difesa dell'oziare, una sorta di coinvolgente difesa verso una vita libera e spontanea, contrario a idee o comportamenti imposti dalla società, insieme ad altri resoconti di viaggio, prima di diventare famoso nel 1883 con la sua Isola del tesoro.
Meglio conosciuto per i suoi libri di avventura L'isola del tesoro, Il signore di Ballantrae e lo studio del male ne Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde, Robert Louis Stevenson era anche un poeta, scrittore di racconti, e saggista. L'autore scozzese trascorse gran parte della sua vita a viaggiare alla ricerca di un clima sano, fino a quando lo trovò a Samoa nel 1889, dove visse nella sua tenuta di Valima restandovi fino alla sua morte a 44 anni. Stevenson non era ancora uno scrittore famoso nel 1877 quando compose Elogio dell'ozio un piccolo librettino in difesa dell'oziare, una sorta di coinvolgente difesa verso una vita libera e spontanea, contrario a idee o comportamenti imposti dalla società, insieme ad altri resoconti di viaggio, prima di diventare famoso nel 1883 con la sua Isola del tesoro.
L’elogio dell’ozio venne scritto nell’estate del 1877 in un periodo in cui cercava di lenire i dolori della sua malattia viaggiando. Un anno prima aveva affrontato un viaggio in canoa sul fiume Oise attraverso la Francia e il Belgio con il suo amico Walter Simpson descrivendone le ironiche avventure nel libro Un viaggio nell’entroterra (An inland voyage, 1878). La prima parte, in Belgio, attraversando zone industriali fra canali e insenature, sperimentando con la sua pelle di non essere proprio una vacanza. Poi in treno in Francia da Maubeuge fino a Pontoise, vicino alla Senna.
Un anno dopo continuò ne i Viaggi con un somaro nelle Cevenne (Travels with a Donkey 1879) questo fu un viaggio solitario sul dorso di un asina chiamata Modestine fra i monti selvaggi delle Cevenne nel Sud della Francia, con un bagaglio ridotto al minimo e una sorta di sacco a pelo di sua ideazione - ancora sconosciuto a gran parte della gente - di cui ne era molto fiero. Si tratta forse di uno dei primi racconti che illustrano il trekking e il campeggio all'aria aperta come attività ricreativa.
Durante il viaggio Stevenson verrà più volte scambiato per un venditore ambulante con le sue stranezze, e da alcuni locali avrebbe avuto saggi suggerimenti per non dormire all’aperto per via dei lupi o dei briganti. Ma la vera protagonista sarà l'asina Modestine, con la sua andatura lenta e il suo carattere pacato con cui stabilì un rapporto di affetto dai primi e difficili passi fino al triste momento del distacco lasciandola allo stalliere e prendere la diligenza per Alais.
Un anno dopo continuò ne i Viaggi con un somaro nelle Cevenne (Travels with a Donkey 1879) questo fu un viaggio solitario sul dorso di un asina chiamata Modestine fra i monti selvaggi delle Cevenne nel Sud della Francia, con un bagaglio ridotto al minimo e una sorta di sacco a pelo di sua ideazione - ancora sconosciuto a gran parte della gente - di cui ne era molto fiero. Si tratta forse di uno dei primi racconti che illustrano il trekking e il campeggio all'aria aperta come attività ricreativa.
Durante il viaggio Stevenson verrà più volte scambiato per un venditore ambulante con le sue stranezze, e da alcuni locali avrebbe avuto saggi suggerimenti per non dormire all’aperto per via dei lupi o dei briganti. Ma la vera protagonista sarà l'asina Modestine, con la sua andatura lenta e il suo carattere pacato con cui stabilì un rapporto di affetto dai primi e difficili passi fino al triste momento del distacco lasciandola allo stalliere e prendere la diligenza per Alais.
“Per dodici giorni siamo stati compagni vicini: avevamo viaggiato per oltre centoventi miglia, attraversando varie creste rispettabili, e camminando con le nostre sei zampe in luoghi rocciosi e paludosi lontano dalla strada. Dopo il primo giorno, anche se a volte sono stato male e scostante nei modi, ho ancora mantenuto la mia pazienza; povera anima! Mi considerava un dio. Amava mangiare dalla mia mano. Era paziente, elegante nella forma, il manto di un colore grigio topo ideale e inimitabile. I suoi difetti erano tipici della sua razza e sesso; le sue virtù erano uniche. Addio per sempre.”
Cevenne. Francia |
Nella raccolta di saggi Virginibus puerisque (Appunti di viaggio in Francia e Svizzera) invece ci da una sua idea del camminare tra la natura:
“Per essere adeguatamente apprezzata, una passeggiata a piedi dovrebbe essere fatta da solo. Se si va in gruppo o anche in coppia, non è più un tour a piedi; si tratta di qualcosa di diverso che assomiglia a un pic-nic. Un giro a piedi dovrebbe essere fatto da solo, perché è l'essenza della libertà; si dovrebbe essere in grado di fermarsi quando si vuole o di proseguire, oppure seguire questa o quella strada dove vi porta il vostro capriccio perché e necessario ascoltare il proprio ritmo”.
Oltre all' Europa lo scrittore si inoltrò per mezzo mondo dall'America alle isole del Pacifico cercando un luogo adatto per la sua salute. Lo scopo dei suoi viaggi era anche quello di poter trarne uno scritto cercando di appassionare i lettori il cui numero negli anni continuava a crescere
“Viaggio per viaggiare e per scriverne successivamente sempre che il pubblico me lo consenta”.
Gli accampati di Silverado nasce da una luna di miele nel Mount Saint Helena in California cui vi è dedicato un parco, trovando alloggio in un capanno di minatori.
Nei mari del sud ci racconta episodi della vita in Polinesia. Resoconto della crociera che nel 1888 Stevenson e la moglie intraprendono a bordo del "Casco" dalle isole Hawaii alle isole Marchesi e Paumotu.
Ancora l'America di Emigrante per diletto ci narra la sfida fra le pianure del Middle West, in California il suo primo passaggio negli Stati Uniti nel 1879 tra cronaca, autobiografia e finzione letteraria.
“Viaggio per viaggiare e per scriverne successivamente sempre che il pubblico me lo consenta”.
Nei mari del sud ci racconta episodi della vita in Polinesia. Resoconto della crociera che nel 1888 Stevenson e la moglie intraprendono a bordo del "Casco" dalle isole Hawaii alle isole Marchesi e Paumotu.
Ancora l'America di Emigrante per diletto ci narra la sfida fra le pianure del Middle West, in California il suo primo passaggio negli Stati Uniti nel 1879 tra cronaca, autobiografia e finzione letteraria.
- Elogio dell'ozio
Questo saggio scritto all'età di ventisei anni, era una sorta difesa di Stevenson verso chi lo considerava un fannullone. Nei circoli letterari era visto come un dilettante in questo periodo della sua vita, perciò il suo spirito giovanile era in rivolta contro la monotonia e il materialismo culturale con una sorta di disprezzo verso la vita. In quel periodo trovò lavoro nella rivista vittoriana Cornhill Magazine.
Al suo amico Sidney Colvin critico letterario scrive nel maggio 1877:
"Non posso scrivere, non ho buoni argomenti, una lettera mi spaventa peggio del diavolo. Permettetemi di darvi le mie notizie in fretta, prima della ricaduta nella mia solita pigrizia. Ho paura che questo accada prima di finire questa lettera. Coraggio, R. L. S.! Su consiglio di Leslie Stephen, ho avuto l'idea di alcuni saggi. Ha detto che non immaginava che fossi abbastanza ricco per un tale divertimento; e per di più, qualunque cosa fosse, valeva la pena pubblicarlo. Così il migliore fra quelli che avevo pronto Elogio dell'ozio (An Apology for Idlers) è in stampa per la rivista Cornhill."
L'ozio - secondo Stevenson - non è propriamente l'atto di non fare niente ma piuttosto fare una grande quantità di cose fuori dai regolamenti conosciuti dalla società con una certa armonia. Studiare con diligenza e sapere tutto di una branca fa uscire i giovani dagli studi con un contegno arido, rigido e indigesto verso la vita e se qualcuno ha la fortuna di accumulare denaro rimarrà rozzo senza alcun pregio. Mentre invece l'ozioso - in confronto - è un altra persona avendo avuto il tempo di prendersi cura di se stesso, del suo spirito, e avendo modo di stare all'aria aperta - salutare per il corpo e l'anima - invece di stare costretto al chiuso con i libri. Seppure egli abbia letto e studiato ugualmente, lo ha fatto senza caderne nelle sue profondità, senza costrizione pur conseguendo risultati eccellenti.
"Quando dissero a Giovanna d'Arco che avrebbe fatto meglio a dedicarsi ai lavori domestici, ella rispose che c'erano già una gran quantità di filatrici e lavandaie. Lo stesso si può dire delle vostre doti più straordinarie. Quando la natura è così "noncurante di una singola vita" perché dovremmo cullarci nell'illusione che la nostra sia così importante" scrive Stevenson.
Egli ci ricorda una visione della vita da cui i nostri insegnamenti ci hanno sempre messo in guardia ovvero che i giorni senza meta sono altrettanto importanti come i giorni laboriosi, che guardando fuori dalla finestra si può anche imparare e trovare quella pace che da tempo cerchiamo senza impegnarsi troppo poiché chi semina in fretta raccoglie disgusto.
I libri di Stevenson di cui si parla
- Elogio dell'ozio - ed. La vita felice e Stampa Alternativa
- Un viaggio nell'entroterra in Romanzi racconti e saggi, meridiani Mondadori
- Viaggi con un somaro nelle Cevenne - Mursia
- Appunti di viaggio in Francia e Svizzera - Muzzio
- Gli accampati di Silverado - ed. Studio tesi e in Romanzi racconti e saggi Mondadori
- Nei mari del sud - Mondadori
- Emigrante per diletto - Einaudi
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