Negli anni '50 la salute della nota scrittrice de La mia Africa Karen Blixen (Isak Dinesen) si stava deteriorando, scrivere per lei stava diventando impossibile. Così la scrittrice iniziò una nuova carriera a New York, invitata per letture e trasmissioni alla radio. Incompresa letterariamente nel suo paese la Danimarca, colse al volo l'idea di visitare gli Stati Uniti.
A New York nel 1959 Karen Blixen aveva ottenuto un accoglienza che non si sarebbe mai sognata. Folle di lettori erano accorse per ascoltare i suoi discorsi e le letture, che dovevano essere riprogrammate per ospitare ancora più persone nei teatri chiedendo a gran voce di ascoltarla fino a quando, verso la fine del suo soggiorno, ebbe un crollo fisico fra eccitazione, stanchezza, e malnutrizione, riprendendosi dopo un breve ricovero in ospedale.
Incontrò diverse personalità fra scrittori americani come Truman Capote, Carson McCullers, John Steinbeck e attori di Hollywood che furono riconoscenti del suo lavoro.
La Blixen pubblicò il suo primo libro, Sette storie gotiche (1934), all'età di quarantotto anni. Ora viene considerato uno dei suoi capolavori ma l'opera originariamente ebbe difficoltà a trovare un editore. Inviato il manoscritto a un editore inglese gli risposero:" Un libro di racconti da parte di uno scrittore sconosciuto? Non ha nessuna speranza!", perciò venne inviato all'editore Haas in America che gli piacque subito. Una volta pubblicato, stabilì subito buoni rapporti con i lettori americani. Il suo nome venne menzionato più volte nel contesto del premio Nobel, nominata sei volte nel 1959 venne battuta da Salvatore Quasimodo. Hemingway quando ricevette il premio nel 1954 disse che doveva essere dato alla Dinesen, non a lui.
Aveva sempre sostenuto di appartenere alla narrazione orale, ispirata dalle letture della Bibbia , Le mille e una notte , le opere di Omero, e le saghe islandesi, in un intervista alla Paris Review disse :
A New York nel 1959 Karen Blixen aveva ottenuto un accoglienza che non si sarebbe mai sognata. Folle di lettori erano accorse per ascoltare i suoi discorsi e le letture, che dovevano essere riprogrammate per ospitare ancora più persone nei teatri chiedendo a gran voce di ascoltarla fino a quando, verso la fine del suo soggiorno, ebbe un crollo fisico fra eccitazione, stanchezza, e malnutrizione, riprendendosi dopo un breve ricovero in ospedale.
Incontrò diverse personalità fra scrittori americani come Truman Capote, Carson McCullers, John Steinbeck e attori di Hollywood che furono riconoscenti del suo lavoro.
Aveva sempre sostenuto di appartenere alla narrazione orale, ispirata dalle letture della Bibbia , Le mille e una notte , le opere di Omero, e le saghe islandesi, in un intervista alla Paris Review disse :
... ho imparato a raccontare storie molto prima. Perché, vedete, ho avuto il pubblico perfetto. I bianchi non possono più ascoltare un racconto recitato. Si agitano o si annoiano. Ma gli indigeni hanno ancora orecchio. Ho raccontato a loro storie di tutti i generi, tipo "C'era una volta un uomo che aveva un elefante con due teste ..." e subito erano desiderosi di saperne di più."
Elementi fantastici, estetismo, con un punto di vista aristocratico della vita, furono alcuni dei temi da lei trattati. Il curioso interesse per il gotico la portò a comporre la raccolta Sette storie gotiche, racconti fantastici con molti livelli di significato simbolico che differiscono notevolmente dal semi autobiografico libro La mia Africa (1937). Out of Africa racconta i diciassette anni che la Dinesen trascorse in una piantagione di caffè in Africa. Esprimendo con un certo lirismo il suo affetto per quel paese, un analisi sul suo matrimonio fallito con il Barone Bror von Blixen-Finecke, e una dichiarazione d'amore per l'inglese Denys Finch Hatton. Il libro riscosse un grande successo sia in America che in Inghilterra, in Italia venne pubblicato solo nel 1960 da Feltrinelli. Continuò poi con alcune raccolte di racconti fra cui i Racconti d'inverno (1942) che hanno il destino come tema ricorrente.
Del 1958 è l'ultima sua raccolta di racconti pubblicata in vita Capricci del destino tra cui spicca l'affascinante Il pranzo di Babette.
In una lettera al fratello nel 1931 scrive
"... Mi sono chiesta se potevo imparare a cucinare a Parigi per un anno o due, e poi forse ottenere un posto in un ristorante o in un hotel (... ) guadagnarsi da vivere come scrittore, in particolare in un piccolo paese è poco pratico che diventare un grande chef in un anno o due. Tuttavia, ho scritto in inglese, perché ho pensato che sarebbe stato più redditizio..."questa visione della Blixen nella cucina di un ristorante affollato verrà rappresentata indirettamente anni dopo nel personaggio di Babette. Due di questi racconti - ll pranzo di Babette e L'anello - uscirono prima in una rivista femminile americana Ladies Home Journal nel 1950.
Rimase tre mesi a New York e nel febbraio del 1959, la scrittrice si ritrovò a cena con Carson McCullers e Marilyn Monroe . Per la Blixen fu un occasione per realizzare il suo sogno e vedere i suoi idoli americani. L'autrice aveva desiderio di incontrare i quattro americani più importanti cioè Ernest Hemingway, EE Cummings, Carson McCullers e Marilyn Monroe. Hemingway era fuori dal paese, ma scrisse a Cummings di scortarla alla cena annuale della American Academy of Arts and Letters, dove, era stata invitata come ospite d'onore per parlare delle sue opere . La Blixen aveva settantaquattro anni ed era una gran dama della letteratura, ma una malattia contratta in Africa l'aveva sempre più debilitata.
Non riusciva a stare in piedi senza appoggio, si aiutava con un bastone, il vestito nero e i grandi occhi scuri con il viso bianco cereo fecero un grosso impatto sul pubblico. Seduta accanto alla Mc Cullers le due donne avevano un ammirazione reciproca delle loro opere, alla Blixen era piaciuto Il cuore è un cacciatore solitario mentre la Mc Cullers aveva adorato La mia Africa.
Marilyn arrivò poco dopo con il marito Arthur Miller in un tubino nero, con ampio collo in pelliccia e una profonda scollatura che come disse la Blixen, "mostrava la maggior parte dei suoi bei seni." Di lei disse che era vitale e innocente "Incontrai lo stesso in un cucciolo di leonessa che i miei servitori indigeni in Africa mi portarono ma non osai tenerla."
Nel 1962 le sue condizioni si aggravarono. Il 7 settembre muore pacificamente nella sua casa a Rungstedlund. Un suo personaggio avrebbe detto "Eppure non è la fine! Sento, Babette, che questa non è la fine. In Paradiso sarete la grande artista che Dio ha inteso foste! Oh!", soggiunse, e le lagrime le grondavano giù per le guance, "oh, come incanterete gli angeli!"
( Vedi anche l'articolo La mia Africa sul film del 1985 con Meryl Streep )
I libri consigliati
Nessun commento :
Posta un commento